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Svimez: per arginare migrazione giovani salari più alti e decontribuzione sud per laureati Nel Mezzogiorno retribuzioni medie lorde nel privato sono inferiori di circa il 30% rispetto al Centro-Nord. La proposta del direttore Svimez Bianchi alla presentazione del Rapporto a Napoli
Luca Bianchi direttore Svimez
03 marzo 2025

 NAPOLI - “Per rafforzare i settori innovativi e contrastare l’esodo di talenti occorre però anche aumentare le retribuzioni. In questo quadro la Svimez propone una Decontribuzione Sud rafforzata (sgravi contributivi per gli occupati meridionali) per le aziende che occupano laureati con contratti a tempo indeterminato e garantiscono salari adeguati.” Lo ha detto il direttore Svimez Luca Bianchi intervenendo all’iniziativa promossa da SVIMEZ (Associazione per lo sviluppo del Mezzogiorno) e l’associazione Altra Napoli ‘Crescita economica e riqualificazione urbana: una città per restare’, che si è tenuta oggi a Napoli presso la Chiesa di Santa Croce e Purgatorio al Mercato. 

“Napoli- ha continuato Bianchi - è il luogo in cui esplodono le contraddizioni di un Mezzogiorno diviso tra una nuova stagione di dinamismo economico e culturale e la persistenza di fragilità strutturali. Occorre governare questi processi di cambiamento con politiche volte, in primo luogo, a migliorare le opportunità di accesso al mercato del lavoro e di partecipazione democratica dei giovani. Arginare l’emigrazione dei giovani, soprattutto ad alta scolarizzazione, è la priorità delle politiche di sviluppo, con interventi coerenti di diffusione dell’innovazione nei processi economici e sociali. In questo quadro, emergono i rischi di una ripresa basata esclusivamente su settori a basso valore aggiunto e con basse e intermittenti retribuzioni.”

Ha aperto il convegno il vicepresidente dell’Associazione Altra Napoli Antonio Roberto Lucidi che ha voluto ribadire come “da qualche anno la città ha visto la realizzazione di numerosi progetti di riqualificazione territoriale portati avanti da organismi del terzo settore. Una virgola urbana la chiamerei, caratterizzata dal cambiamento, una lotta alle povertà educative, all’abbandono scolastico, al recupero di siti troppo spesso abbandonati da affidare alla cura dei ragazzi del territorio rappresentano i punti chiave su cui si poggiano questi interventi. Tali progetti, nati dal rapporto paritetico pubblico-privato, rappresentano una concreta possibilità perché i giovani della città possano avere un’alternativa valida per poter restare.”

In rappresentanza del sindaco di Napoli Gaetano Manfredi è intervenuto il coordinatore dell’Osservatorio economico e sociale sul capoluogo campano, Gaetano Vecchione: “Napoli sta vivendo una fase molto positiva, non solo turismo ma anche investimenti privati e pubblici, fermento culturale, i primi visibili miglioramenti dei servizi cittadini. È arrivato ora il momento di fare un salto di qualità che parta dalla sua migliore risorsa: i giovani.  Attrarre i giovani, soprattutto laureati, vuol dire innanzitutto creare le migliori condizioni lavorative per loro. Al Mezzogiorno le retribuzioni medie lorde nel privato sono inferiori di circa il 30% rispetto al Centro-Nord. Importante sicuramente migliorare i servizi cittadini, la qualità della vita in città ma senza uno stipendio in linea con il resto d'Italia i giovani decidono di trasferirsi”. È necessario, per Vecchione, “ripensare intere aree e quartieri come quella del Mercato o di Napoli Est per compiere finalmente quella rigenerazione urbana di cui si parla da decenni. Dobbiamo fare in modo che la "parte buona" della città, fatta di tante persone che lavorano, giovani, famiglie che non arrivano alla fine del mese, mangi la "parte cattiva", fatta di degrado, criminalità, sotterfugio. Rigenerare Napoli dai giovani e dai luoghi dimenticati è la chiave per il rilancio della città.”

È intervenuto anche il Presidente della Svimez, Adriano Giannola che si è soffermato in particolare sull’area partenopea interessata dal fenomeno del bradisismo: “A Napoli serve una strategia imperniata sulla mitigazione del rischio bradisismico- sottolinea Giannola- che, superando la colpevole inerzia sia locale che nazionale, punti a creare condizioni favorevoli alla ricollocazione di significative fasce di popolazione nel medio lungo periodo. Puntando con chiarezza fin da subito sullo sviluppo attrezzato dell'asse Napoli Bari.”  E ha concluso: “Lungo quest’asse, infatti, si dovrebbero reinsediare la popolazione e i servizi, seguendo la direttrice costituita dalla nuova linea ferroviaria ad Alta velocità con 12 stazioni. Ridando così funzioni a zone interne, ora quasi abbandonate, dell’Irpinia e del Sannio e contribuendo per questa via a realizzare la Grande Città Campana. Piuttosto che congestionare centro e periferie dell’area metropolitana di Napoli”.

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