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Sulla retrocessione della Molfetta calcio, dopo il silenzio la risposta arrogante del presidente Bufi. I tifosi: stagione fallimentare, un disastro che parte da lontano
22 maggio 2023

 MOLFETTA – In questi giorni si è parlato molto e si parla ancora della rovinosa retrocessione della Molfetta calcio dalla Serie D all’Eccellenza, dopo la sconfitta a Gravina, soprattutto a confronto del risultato straordinario della Molfetta Calcio femminile promossa in serie C: altra capacità, altri dirigenti (nella rivista mensile “Quindici” ci sono due pagine con articoli e foto su questa squadra).

I tifosi hanno attaccato i dirigenti Saverio Bufi (presidente) e compagni, accusandoli di incapacità e incompetenza (dilettanti allo sbaraglio, dice qualcuno), ma anche rilevando errori e presunzioni che hanno contribuito alla sconfitta. Ammettere le proprie colpe e dimettersi sarebbe stato la naturale conclusione di una gestione fallimentare, ma, contrariamente a ciò che avviene per gli allenatori, nelle squadre di calcio i dirigenti sconfitti, resistono e magari accusano chi giustamente li critica.

Dopo essere rimasti in silenzio per giorni, non sapendo cosa dire, dopo una lettera pesante dei tifosi, la risposta di Bufi è stata ancora una volta arrogante, riflettendo il personaggio: non dimentichiamo la vicenda dello scontro con il vecchio presidente Ennio Cormio). Ha ammesso le scelte sbagliate, ma ha reagito con insulti a chi lo criticava (tipico di chi ha torto e non ha modo di difendersi): frustrati, ubriachi, bestemmiatori, personaggi deleteri e controproducenti, questi gli aggettivi dispregiativi usati, che si commentano da soli.

“Non mi sento di fare scuse a nessuno” è la conclusione della sua lettera, confermando arroganza e presunzione che non promettono bene per il futuro.

I tifosi avevo espresso le loro critiche con una lettera molto pesante, invitando la dirigenza a dimettersi.

Ecco la lettera:

«QUALE FUTURO PER LA MOLFETTA CALCIO?

Una stagione fallimentare. È questa la definizione esatta per la stagione vissuta dalla Molfetta Calcio, massima compagine calcistica della città, mestamente retrocessa in Eccellenza, dopo un campionato a dir poco imbarazzante. Una stagione cominciata tra colpi di scena, maschere e pellegrinaggi alla Madonna dei Martiri, e conclusa con un pianto amaro divenuto purtroppo consuetudine per noi tifosi molfettesi.

Un disastro che parte da lontano e che ha una domanda alla base: come mai negli ultimi tre anni – ma anche nelle stagioni precedenti – è stata costruita una squadra sempre diversa, composta da giocatori che cambiavano nella quasi totalità della rosa, campionato dopo campionato? Non abbiamo mai avuto uno zoccolo duro nello spogliatoio da cui ripartire. Se negli scorsi anni queste scelte avevano comunque dato i loro frutti, la squadra allestita quest’anno si è rivelata di una pochezza disarmante. I due elementi migliori sono stati ceduti a metà stagione: uno scaricato, l’altro fuggito vilmente. Fuggito da (indegno) capitano.

La squadra è stata pessimamente allestita dall’uomo solo al comando dell’area sportiva: il mister facente funzione anche di direttore sportivo. Sì, perché nell’epoca della massima professionalizzazione di questo sport si è optato per tagliare la figura del direttore sportivo, vera chiave dei successi di tutte le squadre, dalla Champions League ai tornei minori. La squadra modesta è stata messa peggio in campo, con tutti i reparti in sofferenza e una pochezza di manovra in tutte le fasi. Una retrocessione sudata e meritata, domenica dopo domenica, con alcune delle pagine più vergognose del football cittadino, vedi alla voce Pozzuoli.

A distanza di tre giorni dal naufragio non si raccolgono da parte della società né voci né dichiarazioni. Un silenzio assordante che ci preoccupa e che ci lascia tutt’altro che tranquilli. Sui social compaiono aggiornamenti solo relativi al calcio femminile. Ma cosa ne sarà della prima squadra? Sarà fatta domanda di ripescaggio? Ci sarà l’iscrizione al prossimo desolante girone di Eccellenza pugliese, definitivamente debosciato dalla Lega con l’iscrizione di squadre dopolavoristiche?

Noi ci siamo stati, nelle tante disfatte e nelle poche gioie, e ci siamo oggi a elaborare il lutto. Ci saremo anche in futuro?

Ai dirigenti e alla proprietà l’ardua sentenza.

Tifosi molfettesi».

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