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Pini tagliati in via don Minzoni a Molfetta. Il Comitato dei cittadini: le mistificazioni della realtà del sindaco Tommaso Minervini
Taglio pini in via Gramsci, foto di Mauro Germinario
22 settembre 2024

MOLFETTA – Il Comitato difesa verde e territorio di Molfetta costituitosi dopo l’abbattimento dei pini in via don Minzoni replica al sindaco Tommaso Minervini che cerca di giustificare lo scempio compiuto dall’amministrazione comunale, che ha autorizzato anche il taglio dei pini nei campetti di via Gramsci: «Non c’è che dire: c’è confusione mediatica in città, ma evidentemente non solo mediatica.

Proviamo a fare chiarezza malgrado i tentativi di mistificare la realtà dei fatti riguardo Via don Minzoni da parte del Sindaco Tommaso Minervini.  Dal suo ultimo comunicato video, sembra emergere molto chiaro che il Sindaco non conosca le regole della partecipazione praticata in Europa ed alla base del PINQUA (Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell'Abitare), come di qualunque altro progetto promosso dall’Unione Europea e senza il rispetto di quelle regole, i soldi per i progetti non verrebbero mai stanziati. La partecipazione che conosciamo implica ascolto e dialogo costante con i propri cittadini e questo siamo certi non sia accaduto nella sostanza.

Le foto con alcuni giornalisti in strada per presentare l’idea di un progetto di Via Don Minzoni nel 2021; l’assessore Piergiovanni presenta il Piano Triennale delle Opere pubbliche (che includeva anche Via don Minzoni ma senza dettagliarlo, parlandone solo per alcuni secondi) nel corso di un Consiglio Comunale nel maggio del 2023, dopo averlo approvato solo in Giunta; l’incontro a Febbraio 2024 con l’Università Popolare in cui si è parlato di tutto fatta eccezione del progetto di Via Don Minzoni; l’incontro pubblico a febbraio 2024 presso l’ oratorio San Filippo Neri, ormai a ridosso dell’inizio dei lavori e con il progetto chiuso da anni: non sono nemmeno lontanamente ascrivibili a quello che un dialogo con la cittadinanza e con i residenti meriterebbe e si richiede nei progetti comunitari.

Diversamente non si giustificherebbe altrimenti del come e perché oltre 1700 cittadini, firmando, quindi sostenendo la nostra petizione, abbiano avuto la necessità di obiettare e contestare un progetto scellerato e superficiale nel quale non si è posta la giusta attenzione non solo al patrimonio arboreo che identifica quella parte di città da 50 anni, ma nemmeno alla sicurezza stradale delle vie interessate.

Infatti, il Sindaco omette di ricordare che è stato proprio il Comitato Difesa Verde e Territorio a segnalare la necessità di inserire una variante progettuale che tenesse conto, fra le altre cose, anche di quegli incroci teatro in passato di numerosi incidenti gravi, ed uno addirittura mortale.

Il Sindaco nel suo video-comunicato, snocciola i dati su cause civili di risarcimento danni intentate dai cittadini incappati nelle radici dei pini di via don Minzoni, ma omette di elencare quante e quali altre cause civili pendano nei confronti del Comune di Molfetta da parte di pedoni, ciclisti e automobilisti danneggiati da asfalto e marciapiedi sconnessi in tutto il territorio comunale! Quante sono in città le cause per un inciampo in una buca per strada, per una chianca divelta, quante per una cattiva manutenzione stradale e dei marciapiedi? Saranno le radici dei Pini di Via don Minzoni che, non avendo suolo, si diramano in tutta la città? A proposito: lo strato di terra sottostante i pini di Via Don Minzoni qualche mese fa era di 20 cm di spessore, poi di 15/10 e ora di soli 5 cm sulla roccia. Decidiamoci.

Il Sindaco omette di precisare che il Comitato non chiede semplicemente di salvare i pini, disinteressandosi alla sicurezza delle persone, bensì chiede di riqualificare Via Don Minzoni con idonee tecniche edilizie già applicate in tante città  e di salvaguardare i 40 Pini rimasti, diversi anche di pregio, così come giustamente faceva notare nel 2021 il suo Assessore Maridda Poli, allorquando dichiarava che nella riqualificazione sarebbero state salvaguardate le specie arboree presenti nella via, come al parco di Levante. Cos’è cambiato da allora?

Alberi ritenuti sicuri e stabili dalla perizia del Dott. Bernardoni, l’esperto forestale che ha effettuato la controperizia per conto del Comitato, utilizzando la stessa tecnica visiva applicata dall’ agronomo Cirilli per il Comune. Perché non ricordarlo ancora? Inoltre perché non accogliere la proposta del Comitato di avere una terza perizia rivolgendosi all’ordine degli Agronomi?

Perché non spingersi oltre Bisceglie e guardare a Grottaglie in Via Matteotti, a Bari in Via Caldarola, a Foggia in Viale Michelangelo, tutti luoghi in cui si riqualificano strade e marciapiedi, si inserisce la ciclabile e si salvaguardano i Pini esistenti?

Sembra chiaro a noi del Comitato - e non abbiamo dubbi stia emergendo anche in città - che il Sindaco Minervini oramai a fine corsa dopo anni di sperimentazioni, questo sì a danno della comunità, stia forse peccando di Hybris allontanandosi dalla realtà e dalle esigenze delle persone e che si manifesta tutta nella sua ansia del fare.

Ora con il taglio sconsiderato del Pino centenario della Stazione. Ora con l’orrenda mutilazione del Pioppo monumentale di Corso Fornari. Ora con i 5 alberelli della Basilica della Madonna dei Martiri a tentare di far ombra ed ahinoi già rinsecchiti. Ora con Via Gramsci dove si abbattono 40 alberi in un suolo comunale quando si sarebbe potuto solo potare ed alleggerire quegli alberi che non creavano nemmeno problemi con le radici. Ora con la spasmodica concessione di permessi a costruire, in ogni pertugio della città, cementificando ovunque! 

Ora ancora, continuando a non guardare ai conflitti sociali a seguito dell’abbandono del centro cittadino per l’invivibilità indotta dalla mancanza di una politica che metta al centro la vivibilità dei quartieri storici ed il benessere di ogni cittadino e cittadina, per favorire solo e soltanto l’interesse particolare di pochissimi. Conflitti sociali che talvolta emergono in tutta la loro scelleratezza, ma ci sono sempre e quotidianamente i fuochi di mezzanotte a ricordarcelo. Tutto resta latente, ma a quando l’implosione?

Quanto dovranno pagare i molfettesi oggi e domani del navigare secondo il vento del nostro Sindaco, per un mare privato anche della Posidonia?

Eppure si chiedeva e si chiede ancora solo di conservare la memoria dei più belli di quei Pini e di integrarli con quel che di nuovo dovrà farsi in Via Don Minzoni per riqualificarla. Sembrava semplice. Ma evidentemente non si è capaci.

Il Comitato Difesa Verde e Territorio».

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