MOLFETTA – 20.2.2004 -
Oggi ricorre l’XI anniversario della scomparsa di don Tonino Bello (nella foto), “Quindici”, come ogni anno ha voluto ricordate il nostro indimenticabile vescovo con alcune sue parole - che confermano la sua straordinaria attualità - scelte insieme con Elvira Zaccagnino.
Ve ne proponiamo una parte, il resto potete leggerlo sul numero in edicola. Agonia di nomi Il primo è un periodo lungo della lettera scritta a Giacobbe, dal titolo “Agonia di nomi” (ora in Ad Abramo e alla sua discendenza, ed. la meridiana pagg. 37-38) : “Il motivo vero per il quale ti scrivo è un altro. È che in questa tua vicenda notturna io scorgo in filigrana non solo l’ansia religiosa degli uomini di tutti i tempi, ma il tormento particolare dell’uomo contemporaneo: quello di voler dare un nome a realtà che gli sfuggono dalle mani. Sì, anche noi, come te, stiamo vivendo un momento decisivo.
Quella notte tu lasciavi per sempre la tua terra antica e ti addentravi rischiosamente nel territorio controllato dal fratello-nemico. Stavi facendo, cioè, il passo più drammatico della tua vita: entrare in un continente sconosciuto. Passavi il tuo Rubicone, insomma. Ed ecco densificarsi, proprio sulla frontiera segnata dal fiume, il cumulo delle incertezze simbolizzato dalla tua lotta con Dio. Che, in fondo, fu una lotta per il nome. …. La nostra storia, caro Giacobbe, ti rassomiglia tanto.
Anche noi stiamo sperimentando l’oscurità del trapasso. Giunti a una frontiera decisiva della storia, affrontiamo il guado che ci introduce nel terzo millennio e, come te, viviamo il dramma del nome. Le antiche categorie si rimescolano. I vecchi vocaboli non ci bastano più per indicare gli scenari nuovi sulle cui sponde stiamo per approdare. Lo scontro più vero oggi è con l’ineffabile.........