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Nuovi guai giudiziari per il falso avvocato Vincenzo Zagami di Molfetta, i carabinieri gli sequestrano beni per oltre 3 milioni di euro: auto di lusso, appartamenti in Costa Azzurra e ad Alessandria
Vincenzo Zagami
21 novembre 2024

MOLFETTA - "Questa mattina i Carabinieri del Comado Provinciale di Bari hanno eseguito un decreto di sequestro di prevenzione finalizzato alla confisca, emesso dal Tribunale Sezione Misure di Prevenzione di Bari presieduto dalla dott.ssa Giulia Romanazzi su richiesta della Procura della Repubblica di Trani, a carico di Zagami Vincenzo, 59 anni di Molfetta, pregiudicato per reati contro il patrimonio, la pubblica amministrazione, l’amministrazione della giustizia e la fede pubblica.

 Secondo l’impostazione accusatoria, sin dagli inizi degli anni novanta - dice ancora il comunicato stampa dei carabinieri -, l’interessato ha svolto abusivamente la professione di avvocato, commettendo così anche plurimi altri reati connessi, soprattutto contro la pubblica fede ed il patrimonio. Per alcuni di tali fatti è già intervenuta la condanna definitiva.

Il valore del patrimonio sottratto alla disponibilità dell’interessato e della sua famiglia è stimato in oltre tre milioni di euro ed è composto da due società immobiliari con sede legale una in Italia e l’altra in Francia, due appartamenti ubicati in un esclusivo residence ubicati in Costa Azzurra, precisamente a Roquebrune Cap Martin (Francia), un lussuoso appartamento ubicato ad Alessandria all’interno di un residence dotato di tutti i confort, compresa una piscina, nonché diverse autovetture di grossa cilindrata, tra le quali una Ferrari GT, una Lamborghini Murcielago, una Porsche Cayenne, un’Audi A8 ed un Range Rover Sport, nonché un motoveicolo Harley Davidson.           

Il provvedimento odierno, emesso dal Tribunale - Sezione Misure di Prevenzione di Bari, accoglie la proposta della Procura della Repubblica di Trani, formulata sulla base degli accertamenti patrimoniali effettuati dalla Sezione specializzata del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Bari (fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa) che hanno ricostruito sia la carriera del proposto sia gli introiti dell’intero nucleo familiare, fornendo un corposo quadro indiziario in ordine all’illecita provenienza della sua ricchezza, accumulata negli ultimi 30 anni e che costituirebbe il compendio di numerosi reati, fra i quali esercizio abusivo di una professione, falsità materiale commessa dal privato in atti pubblici, truffa continuata, appropriazione indebita ed altro.

 L’importante risultato odierno – aggiunge il comunicato dei carabinieri - rappresenta un’ulteriore conferma della necessità di contrastare il crimine cure crei un vantaggio economico non solo attraverso un’assidua opera di prevenzione e di repressione, ma anche attraverso provvedimenti che colpiscono l’accumulazione illecita di capitali".

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