La questione meridionale oggi
NAPOLI - 7.6.2008
Rispetto alla drammaticità delle condizioni sociali ed economiche delle regioni meridionali nei decenni immediatamente successivi l'unità d'Italia, oggi le condizioni complessive del Mezzogiorno sono nettamente migliorate.
Tuttavia, tra Nord e Sud d'Italia permangono ancora delle notevole differenze soprattutto in relazione ai tassi di disoccupazione.
Se è vero che la questione meridionale può essere valutata e risolta nell'ambito dell'unità nazionale e di quella europea, è anche vero che la soluzione dei problemi del Mezzogiorno è il compito fondamentale dello Stato italiano, altrimenti verrebbe meno la sua legittimazione storica.
Non è un caso che da almeno due decenni si assiste ad una sistematica opera di rimozione della tradizione meridionalista in concomitanza con l'insorgere della questione settentrionale, segnata da forti venature separatiste al Nord e da riaffioranti nostalgie neoborboniche al Sud.
Allo stesso modo il processo di unificazione europea potrebbe essere inficiato dall'accentuarsi delle sperequazioni tra le aree ricche e quelle relativamente povere che per ora convivono al suo interno.
Quelli che sono cambiati sono i termini e le forme con le quali oggi sia manifesta la questione meridionale: dalla sottoccupazione contadina e ai notevoli problemi di sussistenza economica si è passati alla disoccupazione urbana dei giovani diplomati e laureati. La disoccupazione non si accompagna più alla miseria ma alla frustrazione e alla violenza. L'attuale prospettiva di sviluppo del Meridione oggi dovrebbe essere incentrata sul sistema integrato dello sviluppo delle imprese di produzione di beni e servizi nel quadro di una promozione delle condizioni fisiche, culturali, istituzionali ed amministrative favorevoli a tale sviluppo.
Salvatore Lucchese