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L’ultimo scempio di alberi in via don Minzoni a Molfetta (foto di Mauro Germinario): una lettrice scrive a “Quindici”
Taglio pini in via don Minzoni (Foto di Mauro Germinario)
25 marzo 2024

 MOLFETTA – E’ iniziato l’ultimo scempio ai danni del verde a Molfetta in via don Minzoni. Un verde per la verità realizzato male e curato malissimo, non sappiamo se per non grande competenza di chi vi provvede o per carenza di fondi che fa scegliere la soluzione più facile e meno costosa: tagliare e cancellare anche alberi secolari, ai quali, negli anni, non è stata fatta la necessaria manutenzione, malgrado gli appelli delle associazioni ambientaliste.

E’ questa la città bella che immagina il sindaco nei suoi sogni alla scrivania dalla quale non si schioda?

Più volte abbiamo fatto il paragone con Bisceglie: forse i nostri amministratori che dimostrano scarsa competenza in materia, potrebbero farsi una passeggiata nel Comune vicino e vedere come sono stati salvati i pini lungo i viali che portano al mare.

Pubblichiamo una nota inviata da una lettrice a “Quindici” corredata dalle significative foto del nostro Mauro Germinario, che parlano da sole: «Stamattina è iniziata l'eliminazione dei pini pluridecennali su viale Don Minzoni. Dopo l'eliminazione dei pini nella zona Ipercoop, si assiste ad un'altra tabula rasa.
Ad un occhio più romantico e retrò potrebbe apparire uno scempio ingiustificato di piante sane, belle e forti, più che mai necessarie in una città che non brilla per aree verdi e rispetto delle stesse.
Ma si tratta di suggestioni romantiche e retrò, appunto. Come quelle suggerite dall' "Uomo che piantava gli alberi" di quell'ingenuo e romantico di Jean Giono.
Il cittadino ignorante, però, si chiede sommessamente il perché di questa guerra dichiarata ai pochi alberi che sopravvivono, inspiegabilmente e miracolosamente, all'incuria e degrado di questi luoghi. La risposta tecnica è data, dicono, da referti incontrovertibili che considerano tali piante un grave pericolo per la cittadinanza. Addirittura, si parla di radici dei pini che entrano nelle case delle persone, come nel peggiore dei film horror. Il cittadino, sempre ignorante, ascolta queste validissime motivazioni, sottoscritte evidentemente da scienziati e tecnici che pensano esclusivamente al nostro benessere e alla nostra sopravvivenza, e tace.

Poi il cittadino ignorante, ritornando dalla sua passeggiata, cercando di imprimere nella memoria gli odori, i colori e il fresco di queste meravigliose piante negli ultimi loro momenti di vita, si chiede, da ignorante appunto, se sia davvero inevitabile tutto questo. Tristemente si avvia verso casa e, mentre fa come sempre lo slalom tra gli immancabili sacchi di immondizia lasciati cadere vicino ai marciapiedi o l'enorme quantità di escrementi non raccolti e qualunque altro tipo di rifiuto che generosamente gli abitanti di questa città non mancano di lasciare al loro passaggio, si chiede se tutto ciò sia inevitabile e se davvero non ci siano alternative al fare la guerra alle piante.

E così riaffiora il ricordo di un vecchio contadino giardiniere che andava dicendo una storia ingenua e da ignoranti, appunto: se gli alberi si curano e si potano in modo corretto, persino le radici dei pini contengono la loro invadente crescita. Così si spiegherebbero le alberate intonse di molte città mediterranee e persino i pini centenari di antichissime ville nel nostro agro.

Ma si tratta ovviamente di dicerie infondate e di domande ingenue da cittadino ignorante, che gli esperti scienziati e tecnici di sicuro perdoneranno».

© Riproduzione riservata foto e testi

 

 

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