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L’amministrazione comunale di Molfetta sotto tiro dell’anticorruzione, che ristabilisce la legge La vicenda dell’affidamento servizi di riscossione denunciata dai consiglieri comunali di centrodestra Mastropasqua, Logrieco, Binetti e Germinario
L'avv. Pietro Mastropasqua
10 novembre 2022

MOLFETTA – L’amministrazione comunale di Molfetta e il sindaco Tommaso Minervini tornano sotto tiro dell’autorità anticorruzione (Anac), dopo l’esposto dei consiglieri comunali di centrodestra all’opposizione (Mastropasqua, Logrieco, Binetti e Germinario) sul servizio di riscossione dei tributi affidato ai privati.

 Una procedura di affidamento confusionaria – viene definita nel comunicato del centrodestra -, un servizio che avrebbe potuto, nelle intenzioni dell’amministrazione comunale, generato maggiori oneri a carico dei cittadini e prodotto il doppio intervento “censorio” dell’Autorità Nazionale Anticorruzione: “Persistono criticità - scrive l’ANAC – nell’operato del Comune di Molfetta, che contravviene alle previsioni del codice” (vedi foto del documento in originale).

Dopo la delibera dell’Anac del 28.9.2022 n.448, l’Anticorruzione – in risposta ad un esposto - invia una nuova nota al Comune di Molfetta censurando nuovamente l’Ente, che allo stato mantiene sospesa un procedura senza procedere all’annullamento.

Si tratta del bando attraverso cui il Comune avrebbe voluto affidare il servizio di riscossione dei tributi ad un agente privato; l’irrazionale procedura di gara per la concessione del servizio è attualmente in espletamento e dal palazzo di Città nulla trapela su una procedura (per un valore di oltre 3milioni di euro per i prossimi 5 anni) tanto ispirata dall’intera coalizione ma per la quale adesso si trova a dover fare retromarcia, in quanto colpita da persistenti criticità procedurali: “Che dire – esordisce l’avv. Mastropasqua – la confusione di procedure è nello stile della amministrazione. Noi ci preoccupiamo e interveniamo solo ed esclusivamente per tutelare i molfettesi ed evitare che qualcuno, forte nel palazzo lontano però dall’interesse collettivo, possa portare a segno affidamenti milionari ritenuti dall’ANAC fortemente critici”.

Un bando di gara, per meglio specificare, di affidamento dei servizi di riscossione stragiudiziale e coattiva dei maggiori tributi comunali (IMU e TARI), oltre ad un servizio di supporto agli uffici e ad un concessionario privato che prenderebbe il posto dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione, attuale concessionaria.

Si intensifica così, a pochi mesi dalla tornata elettorale, l’attività di controllo dei consiglieri di opposizione che, per la loro azione di controllo su quella che affermano essere l’ “opaca gestione” dell’amministrazione Minervini e dei suoi uomini ombra, si faranno riconoscere con la sigla “I consiglieri svelano”.

Si tratta di Pietro Mastropasqua, Mauro Binetti, Adamo Logrieco e Ippolita Germinario che hanno scandagliato ed approfondito una procedura di affidamento in concessione del servizio di riscossione, rilevando innumerevoli “svarioni” procedurali, che nasconde un “danno” d’imposizione supplementare nei   confronti dei cittadini e delle casse comunali.

 Questo intendono con il termine “svelare”: provvedimenti, aggiungono, che si contraddistinguono per pressappochismo, irrazionalità, irritualità, illogicità ma che sono, soprattutto, fortemente penalizzanti per la comunità: “E’ triste rilevare che il Comune, nell’espletamento di una procedura di gara, deve “azzerare” l’iter per vizi ed irregolarità. Insomma non c’è certezza del diritto, non c’è garanzia – prosegue il consigliere di opposizione Mastropasqua - per le aziende che partecipano alla procedura ma, fortunatamente, viene azzerato un affidamento che avrebbe nociuto ai cittadini molfettesi”

 Leggendo il nuovo “parere” espresso dall’Autorità nazionale anticorruzione che ribadisce quanto già detto nella delibera del 28 settembre n. 488) risulta evidente che la gara in questione non è conforme alla normativa di settore: “Non si è tenuto conto, all’interno del bando – è uno dei passi strategici del parere dell’Autorità Anticorruzione –, delle motivazioni della mancata suddivisione della gara in lotti, così come richieste dall’art. 51 del d.lgs. 50/2016”.

 Che farà mai adesso l’amministrazione comunale, quale altre “criticità” pseudo giuridiche potranno mai essere elaborate per supportare la sua posizione su un provvedimento che oltre ad essere stato “censurato” dall’Autorità per ben due volte è stato politicamente sostenuto, sponsorizzato e fortemente voluto dalla maggioranza di governo? “Le sorprese dal Palazzo di Città – conclude l’avv. Mastropasqua – non finiscono mai. Ma noi, dall’opposizione, come tranquille sentinelle, non lo consentiremo. Continueremo a far emergere procedure opache che danneggiano la città e i molfettesi”.

 L’avv. Mastropasqua, firmatario dell’esposto e promotore dell’iniziativa con i consiglieri Mauro Binetti, Adamo Logrieco e Ippolita Germinario, si pronuncia così: “È triste rilevare che il Comune, nell’espletamento di una procedura di gara, deve “azzerare” l’iter per vizi ed irregolarità. Insomma non c’è certezza del diritto, non c’è garanzia per le società che partecipano alle procedure ma, fortunatamente, viene azzerato un affidamento che avrebbe danneggiato i cittadini molfettesi”.

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