Il racconto esilarante della “Luna nel letto” di Ippolito Chiarello a SpazioleArti di Molfetta
MOLFETTA - “Ed alla fine quale è la morale? Non saprei, io faccio arte!” (cit.)
Il messaggio è proprio questo: non c’è una morale univoca, ognuno si costruisce la propria morale a seconda della definizione che ci viene attribuita, buoni o cattivi.
Ippolito Chiarello della Compagnia “La luna nel letto” coinvolge gli spettatori in un racconto esilarante di un maturo signore che ricorda le sue avventure di fanciullo.
A SpazioleArti di Molfetta va in scena la rappresentazione del racconto, liberamente ispirato all’opera di Mark Twain Storia di un bambino cattivo. Storia di un bambino buono sulla impossibilità di attribuire con certezza la definizione di “buono” o “cattivo”.
E non è semplice dare una definizione certa, come quando, sulla lavagna di ardesia nera della scuola, veniva tracciata una linea bianca per separare i buoni dai cattivi perché nella vita tutto assume un significato soggettivo, personale ed indefinibile.
Lo stesso fanciullo che ha rubato la mela del vicino può essere definito buono o cattivo perché ha rubato la mela per sussistenza, per fame o solamente per un dispetto, per un atto di vandalismo nei confronti del vicino.
E come viene “ripagato” dalla vita il buono, colui che rispetta le regole, è rispettoso del lavoro altrui e delle persone, studia, lavora onestamente?
E come viene punito colui che delinque, che froda, che vive di espedienti?
Niente di più vero, e attuale come dimostrano le vicende internazionali che vedono calpestati anche i fondamentali diritti all’alimentazione, all’istruzione, alla pace.
L’interpretazione di Ippolito Chiarello è coinvolgente e non potrebbe essere altrimenti considerato il corposo curriculum che lo porta, di diritto, ad essere considerato uno dei più talentuosi artisti del teatro italiano.
Il sodalizio con il regista Michelangelo Campanale risulta vincente e porta a riflessioni e sorrisi, raggiungendo l’obiettivo di un teatro la cui ironia sfocia in riflessioni profonde perché ognuno approfondisca il suo personale concetto di morale.
© Riproduzione riservata
Autore: Beatrice Trogu