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Il Consiglio comunale di Molfetta dichiara i Riti Quaresimali patrimonio immateriale della Città
Minervini, Cornacchia, Tatulli in consiglio comunale
30 marzo 2023

 MOLFETTA - Prima il saluto del vescovo della Diocesi di Molfetta, mons. Domenico Cornacchia. Poi la discussione in aula e la decisione. D’ora in avanti i Riti quaresimali di Molfetta sono patrimonio immateriale della Città. Il Consiglio comunale all’unanimità si è espresso a favore della modifica dello Statuto comunale.

Molfetta ha sancito l’importanza dei Riti Quaresimali e della Settimana Santa e li custodisce così come tramandati riconoscendone l’alto valore. La tutela e la conservazione di questo inestimabile patrimonio immateriale sono parte integrante della identità popolare, sono identitarie di una Comunità che si riconosce e si ritrova nei Riti della Pasqua.

«Ringrazio – ha detto il sindaco, Tommaso Minervini - tutti i consiglieri intervenuti, tutti i rappresentanti delle confraternite che da secoli sono presenti in questa città e che hanno accolto il nostro invito. Ringrazio il nostro Vescovo, Sua eccellenza mons. Domenico Cornacchia e il vicario della Diocesi, don Raffaele Tatulli.
Oggi è un giorno importante perché quello che stiamo facendo stasera è la ratifica, la consacrazione di ciò che esiste in questa città da 700 anni. I riti della Settimana santa certamente partono dalla fede religiosa, dal bisogno antico della sussidiarietà, dell’aiuto verso gli altri, dall’esigenza di uno che si fa collettività perchè la singola persona comprende che di fronte ci sono altre persone che come lui possono trovare un cammino in comune. Ma quello che stiamo facendo questa sera – ha concluso - appartiene al mondo della spiritualità della fede, dell’essere comunità alla rappresentanza laica, alla lunga storia delle Confraternite».

«Sono commosso perché – ha commentato il Vescovo Cornacchia -l’immagine che oggi trovare delle persone, uomini e donne che riconoscono nella radice cristiana della fede cristiana la propria valenza di uomini di donne di amministratori credo che sia una sensazione non comune. Pertanto io plaudo e soprattutto riconosco la valenza morale di cui voi vi fate carico questa sera. Certamente si scrive una pagina indelebile nella storia di questo cammino che ha valore nella misura in cui non perde di vista la solidità del punto di partenza.
Ciò che conta è – ha continuato - che noi ci riconosciamo come rami che provengono da una medesima radice, una radice culturale, economica e soprattutto religiosa di questa città che affonda la propria origine culturale nei secoli, la propria cristianità intorno alla devozione di un pellegrino, di un giovanissimo Santo, Corrado, che è stato portato qui prima nel Duomo e poi nella nostra Cattedrale, non come un feticcio ma come una ragione della propria fede e io mi auguro come qualche anno fa la città di Molfetta ha raggiunto un altro bel traguardo dichiarandosi Civitas Mariae, e sono poche le città così blasonate e così significativamente identificate, da quest’oggi la nostra città si deve far carico di una responsabilità maggiore. Quando i simulacri dei santi, dei personaggi biblici passeranno, scorreranno lungo le nostre strade ecco io mi auguro che fiumi di grazie e di benedizione possono inondare e possano trovare soprattutto accoglienza nei nostri cuori, nella nostra mente e nelle nostre case».

Il provvedimento è stato presentato e approvato dai consiglieri comunali Robert Amato Giovanni Facchini, Angela Maria R. Amato, Giacomo Salvemini, Maridda Maria Poli, Carmela Germano, Antonio Ancona, Annalisa Petruzzelli, Onofrio De Gioia, Elena Ginosa, Antonia Crocifero, Vito Corrado Paparella, Girolamo Viktor Lanza, Angelo Fiorentino, Francesca De Palma, Gabriella Azzolini, Mauro Binetti, Annamaria Fabrizia Gagliardi, Domenico Gagliardi, Ippolita Germinario, Adamo Logrieco, Pietro Mastropasqua, Felice Antonio Spaccavento oltre che dal Sindaco, Tommaso Minervini.

Il consigliere Giovanni Infante di Rifondazione comunista è uscito dall’aula al momento del voto in dissenso non con la modifica allo Statuto comunale, ma alla mancanza del rispetto delle regole che prevedono 30 giorni dalla proposta fino all’approvazione, per evitare misure frettolose e coinvolgere l’intera comunità in una variazione statutaria importante.

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