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Il bombardamento del porto di Bari del 2 dicembre 1943. Domani il ricordo a Molfetta degli Eredi della storia e Anmig
02 dicembre 2023

 MOLFETTA - Sono trascorsi ottant’anni dal devastante bombardamento del porto di Bari da parte delle forze aeree della Luftwaffe il 2 dicembre 1943. Storie di guerra indescrivibili e devastanti conseguenze subiti dai militari e dalla popolazione barese e limitrofa ancora oggi sono ignare alle nuove generazioni.

La sera del due dicembre del 43, stormi di aerei bombardieri per un totale di 105 Junker 88 della Luftwaffe, munite di bengala al magnesio di bombe esplosive da 500 e 250 chili, da bombe incendiarie, e da motobombe LT.350, nuove armi tedesche, decollarono da diversi aeroporti situati nell’Italia settentrionale e dalla Jugoslavia.

Gli aerei seguendo diverse bisettrici di rotta si incontrarono in un punto stabilito nel mar adriatico per poi virare successivamente ad ovest in direzione di Bari alla velocità di 320 km/h e ad un’altezza di 300 metri, con rotta 270°.

Aerei bombardieri giunti nelle vicinanze del porto da alta quota sganciarono migliaia di striscioline di metallo per rendere ciechi i radar e ritardare il decollo degli aerei da caccia angloamericani.

Verso le 19:30 gli aerei da diverse posizioni piombarono sul porto di Bari e attaccarono le unità navali mercantili carichi di materiali logistici e di munizioni e dopo pochi minuti molte navi furono colpite e affondate per un totale di 17 navi.

Durante l’attacco aereo, contrastato in ritardo dal fuoco della contraerea alleata, l’intero porto e parte della città fu violentemente scosso da una fortissima esplosione di una nave mercantile. Un alta fiammata, si innalzò’ nel cielo seguita da violente esplosioni che colpirono le unità attraccate nelle vicinanze causando ulteriori incendi, distruzione delle infrastrutture portuali e morte fra il personale imbarcato e gli inservienti del porto.

Gli Junker tedeschi colpirono il mercantile John Harvey che trasportava bombe fra cui un carico segreto di 1300 tonnellate contenente bombe all’Iprite, vietato dalla convenzione di Ginevra.

L’iprite era un gas contenente un agente chimico, Il Tioetere de Cloroetano, denominato gas mostarda per il tipico odore.

Da subito tutti capirono il grande disastro causato dalle esplosioni ma nessuno, sapeva le disastrose cause e conseguenze che si susseguirono subito dopo fra i militari e la popolazione. Un numero indefinito di uomini, donne e bambini perirono per le esplosioni e moltissimi riportarono forti ustioni e tantissima altra gente morirono nei rifugi civili invasi dalle acque del mare.

Molti di più furono i morti nel periodo successivo per gli effetti a lungo termine di quel veleno, mantenuto nascosto dalle autorità alleate per molti anni.

Nel tempo gli effetti devastanti e i sintomi del gas mortale continuarono a mietere vittime e le molte bombe trasportate in depositi segreti per il susseguirsi degli avvenimenti furono segretamente gettate in mare nelle vicinanze delle coste, senza alcun criterio e con molta irresponsabilità, finendo nel tempo nelle reti dei motopescherecci e barche dei pescatori locali, causando ulteriori vittime.

Domenica 03 Dicembre a Molfetta presso la centralissima Piazza Mazzini, l’Associazione Eredi della Storia e L’ANMIG con i loro rappresentanti, allestiranno una mostra contenente una serie di litografie e documenti storici atti a descrivere e illustrare le terribili fasi del bombardamento e delle successive conseguenze causate ai tanti Marinai molfettesi colpiti dagli effetti del gas iprite.

Michele Fiorentino

 Molfetta non dimentica domenica 3 dicembre alle ore 11 in piazza Mazzini le associazioni Eredi della Storia ANMIG unitamente alle associazioni D'arma osserveranno un minuto di silenzio ai piedi della bandiera, per ricordare le vittime innocenti civili e militari del 2 dicembre 1943.

La cittadinanza è invitata.

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