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Eredi della storia e Anmig Molfetta celebrano la Giornata della donna
07 marzo 2025

 MOLFETTA – Gli Eredi della storia e l’Anmig di Molfetta celebrano la Giornata della donna.

«L'8 marzo si celebra quella che comunemente, ma erroneamente, viene chiamata "Festa della Donna".

È, invece, la giornata internazionale dei diritti della donna. La differenza che passa tra le due definizioni non è formale, ma sostanziale. L'8 marzo più che un giorno di festa è un giorno di riflessione.

In verità, purtroppo la ricorrenza è spesso svuotata del suo vero significato. È diventato per molte donne occasione per festeggiare, per evadere dalla routine quotidiana, frequentare locali di intrattenimento.

Ridurre l'8 marzo ad una banale festa appare denigratoria ed offensivo soprattutto per le tante donne a cui, ancora oggi, vengono negati anche diritti fondamentali.

L'8 marzo del 1917 a San Pietroburgo le donne russe manifestarono per chiedere la fine della guerra.

Successivamente, per ricordare questo evento nel 1921 durante la seconda conferenza internazionale delle donne comuniste, che si tenne a Mosca, fu stabilito che l'8 marzo divenisse la giornata internazionale dell'operaia.

L'8 marzo si ricorda anche la morte di 129 operaie nel rogo di una fabbrica tessile "Triangle" avvenuto nel 1908. Ma di questo evento non ci sono molte fonti storiche che attestino la veridicità.

In Italia la prima giornata della donna si svolse nel 1922, ma non l'8 marzo, bensì il 12.

Il cammino della donna nella storia è stato irto di ostacoli e ricco di pregiudizi, la sua lotta è ricca di grandi traguardi e importanti vittorie.

Tralasciando il ruolo della donna nel corso del tempo, compito che richiederebbe un excursus lungo ed articolato soffermiamoci sul ruolo che la donna ha assunto durante la prima guerra mondiale.

Circa sei milioni di uomini partirono per il fronte. Le donne furono allora chiamate a riempire il vuoto creatosi nelle campagne e nelle fabbriche. Impiegate nei campi e nelle industrie, in particolare in quella bellica.

Le donna perde il ruolo tradizionale di moglie devota ed obbediente, di madre, e svolge mansioni ed assume ruoli che fino a quel momento erano appartenuti al genere maschile, avviando un lungo processo di emancipazione, ancora in corso.

La fine del conflitto ed il ritorno dei reduci, la necessità di garantire la loro ricollocazione nella società civile provocò il licenziamento di moltissime donne, che, però avevano acquisito una maggiore consapevolezza del loro ruolo nella società. Inizia così un percorso lungo, faticoso, non sempre facile di rivendicazioni.

1945: diritto al voto attivo e passivo.

1963: accesso agli impieghi pubblici, la legge 66 con due soli articoli permette alle donne di accedere a tutte le cariche, professioni, impieghi pubblici, compresa la magistratura senza alcuna limitazione per ciò che riguarda le mansioni e la carriera.

1970: divorzio, la legge 898 riconosce lo scioglimento del matrimonio, nonostante l'opposizione di alcuni partiti.

1975: riforma del diritto di famiglia.

1977: legge 903 che sancisce la parità di trattamento tra uomini e donne. Promotrice Tina Anselmi, ministro del lavoro e primo ministro donna nella storia repubblicana.

1978: legge sull'aborto.

1981: abolizione del delitto di onore e del matrimonio riparatore.

2009: Stalking. La legge 38 del codice penale prevede come reato il comportamento molesto, ossessivo, persecutorio nei confronti della donna.

2010: parità sul lavoro. È ancora lontana dall'essere raggiunta, anche se notevoli passi avanti sono stati fatti.

2011: legge 120. Quote rosa nei consigli di amministrazione.

2013: decreto legge contro il femminicidio e la violenza sulle donne, convertito in legge nello stesso anno.

Nel 1977 anche l'ONU ha riconosciuto l'8 marzo come giornata internazionale della donna.

Colore ufficiale della giornata è tra gli altri il viola che rappresenta la dignità è la giustizia sociale per le donne, cosi come la mimosa è simbolo di forza, femminilità, luminosità ed energia, tutti elementi che caratterizzano le donne.

Purtroppo, ancora oggi, ci sono Paesi in cui le donne non godono di alcun diritto, in cui è vietato l'accesso all’istruzione, in cui permangono diseguaglianze di genere, costretto a matrimoni forzati.

Una situazione molto arretrata in Paesi islamici africani come Mali, Mauritania, Sudan, Ciad e Somalia ed in Paesi asiatici come Afghanistan.

Non si può dimenticare la pratica dell'infibulazione ai danni di bambine ed adolescenti. In Italia con la legge 2006 l'infibulazione è considerato reato punibile con la reclusione da 4 a 12 anni di carcere. Anche il Parlamento europeo si è impegnato a debellare questa pratica.

Da non trascurare, inoltre, il dramma delle spose bambine, cedute dalle famiglie dietro compenso a uomini molto più anziani in alcune zone dell'Asia e dell'Africa.

Il pensiero corre anche alle donne, ancora oggi, costrette a prostituirsi.

Alle donne che vivono in regimi dittatoriali, defraudate dei diritti fondamentali.

Alle donne iraniane disposte a sacrificarsi per la libertà.

Alle madri costrette a separarsi dai figli nella speranza di dare loro la possibilità di un futuro migliore.

Alle donne che sono costrette a fuggire, tra mille peripezie, dai Paesi afflitti da guerre, fame, carestie.

Alle ragazze stuprate nelle nostre "civilissime" città.

Ed ai tanti femminicidi che riempiono quotidianamente le cronache dei giornali.

È su questo che la data dell'8 marzo dovrebbe far riflettere.

Riflettiamo insieme all'associazione Eredi della Storia ed all'ANMIG domenica 9 marzo dalle ore 10 e 30 in piazza Mazzini dove ci sarà una mostra fotografica e documentale che ripercorrerà il vissuto delle donne nel XX secolo, con un focus particolare su avvenimenti ed aneddoti accaduti a Molfetta».

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