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Don Tonino e la sua Chiesa.Testimonianza di don Ignazio
26 aprile 2003
Don Tonino e la "sua" diocesi: un rapporto vissuto all'insegna del Concilio. E' questo, in estrema sintesi, il messaggio che don Ignazio Pansini (nella foto) ha voluto trasmettere ad una cattedrale gremita dal "popolo di don Tonino" , in occasione del convegno che fa memoria del messaggio e dell'impegno quotidiano di questo grande pastore. Al suo arrivo a Molfetta il compianto "vescovo dei poveri" trova una chiesa ancora troppo clericale, ancora lenta nel camminare nel solco tracciato dal Concilio. Di fronte a questa situazione la sua scelta è decisa: "ai cristiani - dice - non è lecito disertare la storia". Su questo pilastro fonda il nuovo progetto pastorale ("Insieme alla sequela di Cristo sul passo degli ultimi") che rivaluta e valorizza il ruolo dei laici, spinge le parrocchie ad aprirsi ai bisogni del territorio circostante ma soprattutto pone gli ultimi al cento dell'azione di evangelizzazione. "I poveri - dice don Ignazio, riferendo una frase rivoltagli da don Tonino - almeno dal Vescovo devono trovare sempre la porta aperta, a qualunque ora".
Accanto a questo impegno personale don Tonino sprona i suoi sacerdoti al dovere dell'accoglienza senza condizioni e senza compromessi e incita ad una catechesi che porti, come naturale conseguenza, alla testimonianza della carità. Alla scelta dei poveri, il "vescovo del grembiule" affianca la scelta della comunione come elemento fondamentale del suo magistero episcopale: "la chiesa non è una azienda, è una realtà di comunione: perciò nella misura in cui manca la comunione, viene a mancare la Chiesa". Alla fine del suo intervento don Ignazio lancia un ultimo e inquietante interrogativo: "fino a che punto questa Chiesa ha ancora voglia di proseguire lul cammino tracciato dal suo Vescovo?". Domanda difficile ma anche quanto mai attuale.
Francesco Dell'Olio
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Giuseppe Altomare
26 Aprile 2003 alle ore 00:00:00
Purtroppo gli ultimi ora sono rimasti più soli
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