Cultura e brio nel concerto del gruppo Italian Harmonists a Molfetta
Ennesimo successo per i professionisti del Teatro alla Scala ospiti della Fondazione Valente
MOLFETTA – Lunghissimi e meritatissimi applausi hanno sottolineato ogni singola esecuzione del gruppo vocale Italian Harmonists, composto da professionisti del coro del Teatro alla Scala di Milano, che ha proposto il concerto “Classicheggiando”.
I tenori Andrea Semeraro, Luca Di Gioia, Michele Mauro, Giorgio Tiboni e il basso Sandro Chini, accompagnati al pianoforte dal M° Jader Costa hanno dato vita a una esibizione originale e briosa, contraddistinta da grande complicità e affiatamento.
Ispirandosi ai “Comedian Harmonists” (il gruppo vocale tedesco, che, nella Berlino degli anni Trenta, rielaborava canti del repertorio popolare germanico e la cui carriera fu stroncata dalle leggi razziali), gli artisti italiani hanno interpretato brani di Rossini, ossia la celeberrima “La Danza” (Tarantella napoletana), le canzonette dedicate all’amore (l Rimprovero e La Promessa) e la cavatina di Figaro “Largo al factotum” dal Barbiere di Siviglia (chi non ricorda “Figaro qua, Figaro là…”) per poi puntare verso la mitteleuropa, con una tappa nella musica del viennese Schubert (Der Liendebaum – il tiglio) e del tedesco Brahms, del quale hanno proposto “O wüsst ich doch den Weg zurück” (O conoscessi la via del ritorno) e la Danza Ungherese n. 5, quest’ultima nella versione originale dagli omologhi tedeschi Comedian Harmonists.
Il viaggio musicale è tornato in Italia per rileggere partiture di alcuni tra i nostri maggiori compositori: Giacomo Puccini (la delicatissima “Sogno d’amor” e Gianni Schicchi) e Giuseppe Verdi (Sinfonia dal Nabucco).
Ampio lo spazio dedicato a un repertorio, apparentemente, più leggero, privilegiando alcuni successi dell’indimenticabile Quartetto Cetra, da La leggenda di Radames a Il testamento del toro, da Crapa Pelada a In un palco della Scala.
Hanno salutato il pubblico con due notissimi brani degli anni Quaranta: “Baciami piccina”, incisa nel 1940 da Rabagliati e riproposta, nel tempo, dallo stesso Quartetto Cetra, da Natalino Otto, da Jula de Palma, e più recentemente da Stefano Bollani e dal nostro Renzo Arbore, e “Voglio vivere così”, scritta nel 1941 da
Giovanni D’Anzi e Tito Manlio e portata al successo nel 1941 da Ferruccio Tagliavini (ma come non ricordare le interpretazioni di Claudio Villa e di Luciano Pavarotti).
Gli Italian Harmonists hanno dato prova di talento nonché di padronanza della tecnica vocale e musicale, sostenuti dai geniali arrangiamenti del M° Costa, riuscendo a rileggere partiture, a volte, considerate troppo seriose e, dunque, riuscendo ad avvicinare al mondo della lirica anche i più scettici.
Un concerto unico, fortemente voluto dal direttore artistico della Fondazione “Vincenzo Maria Valente”, il soprano Sara Allegretta.
Come ella stessa, affiancata dal presidente della Fondazione Marcello Carabellese, ha sottolineato nel corso della serata, si è trattato del primo appuntamento con la lirica nell’ambito del cartellone “Concerti d’estate 2022”, una proposta che ha privilegiato una inedita chiave di lettura per un genere che, per gran parte del pubblico della Fondazione (avvezzo al cartellone del Teatro Petruzzelli e non solo), poteva risultare ripetitivo.
La rassegna “Concerti d’estate” proseguirà il 10 agosto con un appuntamento dedicato al jazz, che vedrà l’esibizione di Niki Nicolai e Stefano Di Battista.
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Autore: Isabella de Pinto