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Conclusioni: lo spirito di don Tonino scuote ancora le
27 aprile 2003

La paura che il convegno celebrasse don Tonino morto, anziché vivo, aleggiava nell'aria, ha detto Guglielmo Minervini (nella foto) direttore editoriale de “la meridiana” c'era una specie di ansia che si celebrasse il passato, ma è stata subito fugata quando ci si è accorti che don Tonino è vivo e vegeto, come dimostra tanta gente venuta da tante parti d'Italia e anche dall'estero. “Don Tonino – ha proseguito – ha iniziato un'altra vita, a 10 anni dalla sua morte corporale. Oggi il suo spirito scuote ancora le coscienze. E' un fenomeno di una bellezza straordinaria: tantissima gente, con itinerari e storie diverse, si misura ancora con la sua parola”. La scelta della Cattedrale è stata densa di significato e ha ricordato ancora di più la sua presenza profetica. “Lo spirito di don Tonino - ha aggiunto Minervini tirando le somme del convegno - continua in forma diversa a spingere, provocare, spronare le coscienze. Il dialogo continua e la parola di don Tonino, nella sua levità, non conosce frontiere e limiti”. Mons. Tommaso Valentinetti, presidente di Pax Christi, (nella foto a sinistra con mons. Bettazzi) ha confessato che la sua vita è stata sconvolta non solo dal terremoto del 31 ottobre che ha colpito la sua diocesi, ma anche dalla presenza di don Tonino che è una sfida per la chiesa, per il mondo che cerca la pace e per la società. “Don Tonino ha tracciato percorsi, ma tutto ciò che ha fatto lo deve agli ultimi e ai poveri che hanno incrociato la sua esistenza, alla chiesa in cui ha vissuto e a quella in cui ha svolto il suo ministero pastorale, e al popolo della pace”. Valentinetti sottolineando quanto sia difficile il suo ruolo di presidente, perché prima c'è stato don Tonino, ha ringraziato il popolo della pace, per il quale il vescovo Bello ha dato la vita, predicando il perdono e la non violenza. “Don Tonino oggi inviterebbe il mondo della politica ad essere politica per l'uomo e non politica per i soldi” e questa è una sfida ancora aperta, una strada ancora da percorrere. Infine mons. Valentinetti ha rivolto un ringraziamento particolare a mons. Luigi Martella, vescovo della diocesi di Molfetta, Ruvo, Giovinazzo, e Terlizzi, per aver voluto, sostenuto e costruito insieme questo importante convegno al quale hanno preso parte più di 2.500 persone arrivate non solo da ogni parte di Italia, ma anche dalla Germania e dagli Stati Uniti. Mons. Martella ha congedato i presenti ricordando una grande virtù della speranza che ha sempre contrassegnato don Tonino Bello, tanto da proporre un'aggiunta al titolo del convegno: non solo “don Tonino, Vescovo secondo il Concilio”, ma anche “Vescovo della speranza”. Infine mons. Martella ha voluto sottolineare come questo convegno rappresenti un punto di partenza per la chiesa: “Oggi don Tonino è ancora più vicino a noi, chi si sentiva lontano dai suoi ideali, ora deve raddoppiare gli sforzi per avvicinarsi a lui, alle sue parole, al suo messaggio”.
Michele de Sanctis jr.
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