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Alfredo Niceforo. La teoria delle due civiltà e il federalismo razziale (II parte)
21 giugno 2008

NAPOLI - 21.6.08 Ne L'Italia barbara contemporanea, Niceforo riprende la teoria delle due civiltà per estenderla esplicitamente a tutta l'Italia meridionale. Anche in questo caso lo studioso siciliano parte dal constatare statisticamente il diverso grado di sviluppo delle “due Italie”. Diversità che Niceforo concepisce in termini di inferiorità delle popolazioni meridionali e superiorità di quelle settentrionali. Lo studioso siciliano individua di nuovo le cause del diverso grado di sviluppo delle due Italie sia nei fattori storici sia in quelli antropologici. Tra le cause storiche lo studioso siciliano ricorda l'azione nefasta della dominazione spagnola prima e di quella borbonica dopo. Inoltre, Niceforo indica le radici della mafia nella sopravvivenza dello spirito feudale. Lo studioso siciliano si avvicina alle analisi e alle denunce di tanta letteratura meridionalistica quando individua nel latifondo la radice di molti mali economici e sociali. Il ricorso ai fattori storico-sociali attenua le tesi antropologiche, ma viene formulato in modo generico e contraddittorio. Per Niceforo la centralità del fattore antropologico è fuori discussione. Riproponendo la divisione delle popolazioni italiane in “ari” e “mediterranei” egli osserva che gli ari – vale a dire l'Italia del nord – hanno un sentimento di organizzazione sociale più sviluppato di quel che non sia presso i mediterranei – vale a dire nell'Italia del sud – i quali hanno invece più sviluppato il sentimento individualistico. Niceforo non si limita a descrivere genericamente le caratteristiche psicologiche delle popolazioni meridionali ma ne coglie anche le reciproche differenze. La sporcizia dei napoletani e degli altri “sudici” popoli meridionali, così come le loro manifestazioni culturali, sono assunte da Niceforo a riprova della loro inferiorità razziale. Tale spiegazione rimuove ed occulta, il complesso e travagliato rapporto che le popolazioni meridionali hanno avuto nel corso della loro storia con la natura, niente affatto “amica” e “benigna”, come ben dimostrano gli studi di Giustino Fortunato. Dopo avere descritto le caratteristiche psicologiche delle diverse popolazioni meridionali Niceforo trae le conclusioni del suo discorso affermando che il Mezzogiorno, nel suo complesso, rappresenta una società nata caratterizzata dalla viltà e dalla paura. In Italiani del Nord e Italiani del Sud lo studioso siciliano porta a definitiva sistematizzazione le psicologie dei settentrionali e dei meridionali, non prestando più attenzione alle specificità locali come aveva fatto nel saggio precedente. La contrapposizione tra “ari” e mediterranei” ora è netta ed inequivocabile. Nei primi prevalgono la laboriosità, la praticità, la forza di volontà e il senso di cooperazione e solidarietà. Nei secondi, invece, prevalgono la debolezza, l'ozio, l'apatia, la lasciva, la mancanza di capacità pratiche, l'eccesso di immaginazione e un'intelligenza vivace ma inutile e dispersiva. Tutte note che Niceforo racchiudeva nella categoria dell'estrema eccitabilità dell'io. Collegandosi agli studi di altri esponenti della scuola antropologica, Niceforo sottolinea l'influenza che il fattore climatico esercita sui comportamenti e sulle psicologie delle popolazioni. Al fattore climatico Niceforo associa come causa scatenante il fattore alimentare strettamente legato ad esso. Nel tentativo di spiegare perché razze una volta superiori siano divenute inferiori, Niceforo, come Sergi e Rossi, ricorre al concetto di “degenerazione”, che implica un ricorso ai fattori storici ed ambientali. Come è stato osservato, infatti, anche Niceforo, se pure in modo dottrinario, nei suoi studi richiama l'isolamento, il feudalesimo, il cattivo governo spagnolo e borbonico per spiegare l'arretratezza del Sud d'Italia. Secondo Niceforo la razza mediterranea ha consumato le proprie energie psico-fisiche nella creazione di una grande civiltà, ma la sua decadenza è dovuta soprattutto al fatto che essa ora non possiede più quelle caratteristiche psicologiche adatte “per trionfare nella lotta per la supremazia civile e sociale”. Lo studioso siciliano non si limita a constatare quella che per lui è un'evidenza basata sui fatti: il dualismo antropologico, psicologico e morale tra Sud e Nord d'Italia, ma ne trae anche le conseguenze politiche. Ne L'Italia barbara contemporanea, Niceforo richiamandosi all'evoluzionismo, ritenendo che l'accentramento sia la causa principale dei problemi italiani, in quanto sottopone le popolazioni estremamente diverse tra loro al manto livellatore di una sola legge. Invece, secondo lo studioso siciliano per le “due Italie” occorre un sistema di governo diversificato: democratico al Nord ed autoritario al Sud. Salvatore Lucchese
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