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Le osservazioni di Legambiente di Molfetta al piano regionale delle coste
06 ottobre 2009

MOLFETTA - Il Circolo Legambiente di Molfetta ha inoltrato al Dirigente del Servizio Demanio e Patrimonio, una osservazione in merito al Piano Regionale delle Coste relativa al mancato recepimento nello stesso del vincolo paesaggistico-ambientale sull'Oasi di protezione faunistica di Torre Calderina. Nonostante nella Legge Regionale esista una esplicita indicazione ai Comuni di indicare eventuali vincoli sfuggiti ai redattori regionali del Piano, il Consiglio comunale di Molfetta ha respinto a maggioranza una richiesta che in tal senso veniva dall'opposizione. L'idea preistorica, secondo cui lo sviluppo e la promozione del territorio passano attraverso l'eliminazione di ogni vincolo e tutela, in tutta evidenza alberga ancora nei cuori e nella mente dei nostri amministratori. Ma è l'idea generale di gestione del territorio, che si coglie dall'insieme delle otto osservazioni presentate dalla dirigenza del settore tecnico e fatte proprie a maggioranza dal CC, a essere sconfortante. Se dovessero essere accolte, cosa di cui è lecito dubitare, consentirebbero di stravolgere completamente il nostro litorale allo scopo, peraltro esplicitamente dichiarato, di consentirne una sua sostanziale privatizzazione. Ma è impressionante soprattutto il fatto che con una delle otto osservazioni, mentre accadevano i fatti di Messina, mentre a Giampilieri le case costruite (con l'autorizzazione di Genio civile e Uffici comunali!) sul letto di un fiume disseccato venivano inghiottite da un fiume di fango, i nostri amministratori ritenevano di non dover desistere dal chiedere alla Regione che, per il solo comune di Molfetta!, le lame siano derubricate da “emergenze geomorfologiche” a “idrologiche”, e che non siano più considerate quello che invece sono e che come tali sono state considerate nei millenni: letti di torrenti. Il 25 settembre, il Comune di Molfetta aveva persino dato inizio alla lottizzazione del cosiddetto PIP3. Naturalmente, in mancanza del benestare dell'Autorità di Bacino, il Piano (che ricordiamolo prevede una colata di cemento all'interno di una delle lame più importanti di Molfetta) non è attivo, e quindi eventuali assegnazioni non avranno alcun valore. Ma i tecnici e gli amministratori del Comune di Molfetta, che dal porto, alle lame, alla fascia costiera hanno ormai maturato una consolidata esperienza nello schivare con destrezza autorizzazioni e controlli considerandoli alla guisa di noiosi ostacoli al Fare, imperturbabili hanno deciso di andare avanti. Eppure il giorno prima gli stessi tecnici e amministratori avevano attivato le procedure per l'inserimento di Molfetta nel perimetro dei territori colpiti da avversità atmosferica a seguito dei danni provocati dal maltempo del 13 e 14 settembre. Da un lato dunque coloro che sono preposti alla salvaguardia e alla tutela del nostro territorio escludono che il territorio molfettese sia soggetto a rischio idrogeologico, attaccano l'Autorità di bacino rea di aver fatto notare come a Molfetta un'opera idraulica, che sia una!, a mitigazione di un uso disinvolto del territorio non sia mai stata realizzata, e ricorrono al Tribunale superiore delle acque contro il PAI. Dall'altro lato, quando quattro gocce di pioggia fanno saltare i chiusini, inondano i sottovia e rendono impraticabile la zona industriale e gli scantinati nelle zone di espansione, non si interrogano sulle ragioni del perché questo accada ormai con regolarità, ma allargano le braccia, si rammaricano della meteorologica imprevedibilità, e, mentre con un risolino negano ogni responsabilità del Governo sui piovaschi, richiedono soldi allo Stato e alla Regione per farsi ripagare i danni. Da un lato, insomma, si mettono in atto politiche del territorio che mettono a rischio il territorio e chi ci abita, dall'altro si tende la mano a chiedere soldi per rimediare ai danni che inevitabilmente ne conseguiranno. C'è una logica in tutto ciò? Ecco il testo inviato dal presidente di Legambiente Antonello Mastantuoni all'assessorato alla Trasparenza e Cittadinanza attiva alcune osservazioni sul piano delle coste: «Osservazione in relazione al Piano Regio-nale delle coste e Rapporto ambientale, adotta-to con deliberazione di G.R. n. 1392 del 28/7/2009 pubblicata sul B.U.R.P. il 6/8/2006 Il sottoscritto Antonio Giorgio Mastantuoni, nella qualità di presidente pro tempore del circolo Legam-biente di Molfetta, ai sensi dell'art.14 del D.to Leg.vo n.4 16/01/2008 che consente di presentare osser-vazioni al Piano Regionale delle Coste entro sessanta giorni dalla sua pubblicazione osserva che in relazione alle tavole 22 e 23 riguardanti il Comune di Molfetta concernenti segnatamente il Sistema delle tutele ambientali e il Riferimento normativa, rileva che non risulta riportato il vincolo paesaggistico -ambientale sull'Oasi di protezione faunistica di Torre Calderina sul litorale di ponente fra Molfetta e Bisceglie, apposto dal PUTT-p approvato con DGR 1748 del 15/12/2000. Per la corretta individuazio-ne dell'area sottoposta a vincolo, secondo l'articolo 1.04 delle NTA del PUTT-p bisogna rifarsi, attesa la tipologia del vincolo, a quella definita dal Piano faunistico venatorio 2009-2014 (BURP n. 117 del 30/7/2009, p. 15449). L'Oasi di protezione risulta comunque istituita dal DPGR n.1061/1985 e DCR 405/1999. L'omessa considerazione di tale vincolo ambientale che interessa una larga fascia di costa obbligatoria ai sensi dell'art.4 comma3 delle NTA del PRC adottato, potrebbe consentire al Comune di Molfetta di ignorare tale Area naturale protetta ai fini della redazione del Piano comunale delle coste in relazione alle determinazioni di sua competenza. D'altra parte tale omissione ha fatto sì che il tratto di costa sul quale insiste il vincolo sia stato classifica-to dall'art. 6 .1 delle predette NTA con il livello C3.S2, cioè Costa a bassa criticità e media sensibilità ambientale, laddove la ricomprensione di tale tratto di costa nell'Oasi di protezione faunistica avrebbe dovuto far qualificare la porzione medesima come appartenente al livello C3.S1, cioè a Elevata sensibili-tà ambientale. La qual cosa incide, ai sensi dell'articolo 6.2.7 delle NTA, sulla tipologia delle concessioni demaniali rilasciabili e il contenuto delle stesse. Inoltre, ai sensi della norma transitoria posta dall'art. 16 comma 2 della L.R. 23/6/2006 n.17 il rilascio e la variazione delle concessioni demaniali sarebbe subordinato all'attualità alla preventiva valutazione favorevole di incidenza ambientale effettuata dal competente Ufficio Regionale, in quanto trattasi di zo-na protetta. Se si ritenesse invece che l'area in questione sia di pertinenza di Beni ambientali sia ai sensi del comma 1 lettera e) del menzionato art. 16 che dell'art. 4 lettera e) del NTA del PRC, nella zona in questione non potrebbero né rilasciarsi né rinnovarsi né variarsi concessioni demaniali di sorta. Per tali motivi si chiede che nelle tavole 22 e 23 riguardanti la costa di pertinenza del Comu-ne di Molfetta denominate “Sistema delle tutele ambientali” e “Riferimento normativa” venga ri-portato il vincolo ambientale concernente l'Oasi di protezione faunistica predetta come risultante dal PUTT-p e dal Piano faunistico venatorio 2009-2014. ».
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