La Regione investe sul completamento della rete idrica a Molfetta
Interventi per 1.385.000 per le aree di espansione della riviera a levante e a ponente della città. Inoltre una delibera che come spiega l'assessore Guglielmo Minervini: “offre un indirizzo chiaro: l'acquedotto resti un soggetto di diritto pubblico”
MOLFETTA - La città cresce e con essa anche le sue esigenze. Fra queste quella di approvvigionamento idrico. Così le aree di espansione della riviera a levante e a ponente di Molfetta saranno presto dotate di una nuova rete idrica.
Per far fronte alla nuova domanda la Regione Puglia ha approvato, nell'ambito dell'accordo di programma quadro "Tutela delle acque e gestione integrata delle risorse idriche", interventi per 1.385.000 euro destinati a Molfetta. I lavori che saranno messi in opera dall'Acquedotto pugliese andranno a integrare il servizio di distribuzione idrica, aumentando complessivamente la copertura della rete di approvvigionamento nonché la dotazione idrica procapite giornaliera immessa nella griglia di distribuzione.
Inoltre, sempre in tema acqua, è arrivata dalla Giunta regionale un'altra importante indicazione attraverso l'approvazione all'unanimità della delibera di principi orientati al concetto dell'acqua quale "bene comune dell'umanità". "Con questa delibera - spiega l'assessore regionale alla Trasparenza Guglielmo Minervini (nella foto) che ha fortemente sostenuto questo provvedimento in giunta - abbiamo definito un principio: l'acqua è un bene comune dell'umanità, un diritto di tutti, non assoggettabile a logiche di mercato. Le nostre risorse naturali sono risorse 'finite'.
Per questo dobbiamo occuparcene con urgenza e particolare cura. La risorsa acqua è centrale per la nostra economia. Economia, non mercato. Per questo abbiamo dato un indirizzo, quello che l'acquedotto resti un soggetto di diritto pubblico". La delibera approvata demanda innanzitutto all'Avvocatura regionale l'incarico di impugnare dinanzi alla Corte Costituzionale l'art. 15 del D.L. n. 135/09.
Il decreto del Governo Berlusconi, infatti, prevede per la gestione dei servizi pubblici locali, in cui rientra anche la gestione dell'acquedotto, l'entrata in scena di una società mista, in cui ai privati sia assegnata una partecipazione non inferiore al 40 per cento. Il D.L. entro il 24 novembre dovrà essere convertito in legge ma prima dovrebbe arrivare l'impugnazione con la quale la Regione punta ad ottenere il riconoscimento della propria competenza esclusiva in una materia, che non può essere regolata come un ordinario servizio pubblico di rilevanza economica assoggettabile alle regole della concorrenza.
Infine la Giunta regionale ha istituito un gruppo di lavoro che entro il 31 dicembre 2009 proporrà un disegno di legge con il quale tradurre il principio dell'acqua bene comune dell'umanità, attraverso il riconoscimento del Servizio idrico integrato quale servizio pubblico essenziale, di interesse generale e ne regolerà i servizi.