Bianca Gervasio, dall'Alta moda Roma alle passerelle milanesi
Punta sempre più in alto la stilista molfettese Bianca Maria Gervasio; il 18 febbraio presenterà, infatti, a Milano la sua nuova collezione ispirata come sempre ad un concetto; è la volta dell'attesa, dell'angoscia, dell'ansia, dell'entusiasmo ad essa connessi, del tempo dilatato, idee che si concretizzano in capi elegantissimi, ultravendibili e mettibili, lavorati nei minimi dettagli, estremamente curati nelle rifiniture, con decorazioni in cristalli swarovsky su tessuti morbidi e impalpabili come seta, tulle, cachemire.
“La camera nazionale della moda mi ha dato la possibilità, in qualità di giovane stilista emergente, di sfilare la mia nuova collezione nell'ambito di un evento, quello della Fiera di Milano, di portata nazionale e internazionale”, dice a “Quindici” Bianca Gervasio.
La giovanissima stilista molfettese, appena ventiseienne e da tempo residente a Milano, ha recentemente inaugurato nella capitale italiana della moda, un vasto show room intitolato “Spazio”, vetrina importantissima per le sue creazioni e punto di snodo fondamentale per le vendite e le pubbliche relazioni.
“E' ora di cominciare a concretizzare il mio lavoro”, afferma. Qualità artistiche e ambizione ne ha sicuramente da vendere. Infatti la sua prospettiva più imminente, è quella di entrare a far parte di un progetto promosso dalla Camera nazionale della Moda dal titolo “Fashion Incubator”, che offre un valido sostegno ai giovani artisti che ne vengono ammessi. Esso consiste nel seguire il lavoro degli stilisti per ben due stagioni, coadiuvandoli nella gestione delle pubbliche relazioni i dei buyers (acquirenti) nonché, su un piano più tecnico, occupandosi della produzione sartoriale del campionario. Lo scopo è quello di favorire i più meritevoli e lanciarli nel firmamento della moda, italiana e internazionale, un settore ormai dilaniato dalla concorrenza, che spesso finisce per ridurre e sminuire l'alta qualità dei prodotti italiani.
Bianca sogna di allargare le vendite dei suoi capi ad un mercato più vasto puntando molto sul fattore qualità, attraverso produzioni di alta sartoria da realizzare anche su misura; pezzi unici, insomma, per donne che vogliono distinguersi nel mare del conformismo.
Ma il suo estro artistico va ben oltre il “direttamente visibile”. Curiosa è, infatti, l'idea che gravita intorno al discorso “etichette”. Realizzate in tessuto, con caratteri neri su fondo bianco, riproducono il nome della stilista in modo che sia visibile solo se messo in controluce: “Voglio che le mie donne indossino un concetto, un'idea e non semplicemente un capo Bianca Gervasio”, afferma.
Le passerelle milanesi sono tutte per te, Bianca, artista a trecentosessanta gradi.
Carmela Campanale