Vera Lombardi, la socialista eretica
NAPOLI – 12.8.2007
Con la pubblicazione della biografia di Vera Rosa Lombardi (1904-1995), la storiografia su Napoli ed il Mezzogiorno si arricchisce di un altro prezioso volume, che rappresenta un tassello fondamentale per la ricostruzione e la valutazione critica della figura e dell'opera della socialista napoletana, nonché un ulteriore contributo alla conoscenza di aspetti sino ad ora poco indagati della vita politico-culturale del Sud d'Italia. Il testo di Domenico Cirella – giovane ricercatore del Suor Orsola Benincasa di Napoli, Una socialista eretica. Biografia di Vera Lombardi (Dante & Descartes, Napoli, 2003) –, ricostruisce per la prima volta in modo puntuale la vita della docente napoletana nella molteplicità dei suoi interessi e delle sue attività politico-culturali: dall'ambiente familiare, all'insegnamento, dall'impegno civile, alla stagione dell'antifascismo, dai movimenti del '68, al ritorno alla politica formalizzata.
Il saggio di Cirella è preceduto dalla presentazione di Guido D'Agostino – docente di storia alla “Federico II” e presidente dell'Istituto Campano per la Storia della Resistenza, dell'Antifascismo e dell'Età contemporanea (ICSRAEC) -, e da un saggio introduttivo di Gloria Chianese, ex coordinatrice delle attività scientifiche ed archivistiche dell'ICSRAEC ed attualmente ricercatrice presso l'IRRE Campania.
In appendice, il volume riporta in modo integrale due conferenze di Vera Lombardi – Lineamenti del programma socialista e Scuola e democrazia – e vari documenti inediti tratti dal suo fondo personale, situato presso l'archivio dell'ICSRAEC.
Nella sua prefazione, Guido D'Agostino ricorda i tratti essenziali della figura e dell'opera della socialista napoletana, evidenziandone il contributo appassionato, intelligente, lucido e critico offerto alla vita politica, culturale e civile del capoluogo partenopeo.
A seguire, nel suo saggio introduttivo, Gloria Chianese indaga l'identità di militante di sinistra di Vera Lombardi, valutandola adeguatamente sullo sfondo di un'accurata ricostruzione critica del contesto storico-politico locale e nazionale. Ne emerge che per Vera Lombardi (nella foto, in una manifestazione pubblica degli ultimi suoi anni), coerentemente ai percorsi identitari di tanti altri militanti ed attivisti politici di sinistra degli anni '50, '60 e '70, “la dimensione politica è prioritaria”. La politica, non intesa e vissuta dalla Lombardi come strenua competizione per la conquista e la gestione di posti di potere, “Si configura, piuttosto, come una concezione del mondo che permea l'intera esistenza: l'attività culturale, l'ambito lavorativo, gli stessi rapporti interpersonali” (Ivi, p. 9).
Tuttavia, evidenzia Chianese, dalla biografia della socialista napoletana emerge una differenza sostanziale rispetto ai percorsi ed alle concezioni politiche dell'epoca: la sua non è una coerenza politica ed un'adesione acritica ai partiti, concepiti come un fine in sé. Quella di Vera Lombardi è invece una vita spesa coerentemente rispetto ai valori, mutuati dalla tradizione del socialismo critico, di lotta di classe, libertà e giustizia sociale. E' paradossalmente proprio la fedeltà ai valori che incarnavano la prospettiva di una trasformazione radicale della società, che ha indotto Vera Lombardi a cambiare varie formazioni politiche, laddove queste, a suo parere, esaurivano la loro carica critica ed emancipativa.
“Nella biografia di Vera Lombardi – osserva Chianese – la dimensione politica è prioritaria. Ciò non implica però una militanza continua e duratura nella medesima organizzazione partitica. In questo il suo percorso è in qualche modo anomalo, laddove nei partiti di sinistra a lungo ha prevalso una concezione rigida della militanza che riteneva indispensabile mantenere l'appartenenza ad una stessa formazione politica. Vera Lombardi s'iscrive, nell'immediato dopoguerra, al Psi collocandosi nella corrente di Iniziativa socialista, partecipa all'esperienza del Psli, aderisce con grande convinzione all'Usi, rientra nel Psi da cui esce definitivamente nel 1968. Dopo molti anni, nel 1987, è eletta consigliere comunale nella lista di Democrazia proletaria e vive una stagione molto intensa di impegno politico” (Ivi, p. 9).
La figura della militante politica, quella dell'intellettuale ed organizzatrice di numerose iniziative ed istituzioni culturali, nonché quella dell'insegnante sono permeate dagli stessi valori e dalla stessa tenace determinazione a battersi in contesti, ambiti e forme diverse per l'emancipazione ed il riscatto delle masse lavoratrici, da lei non considerate come un passivo terreno di manovra da parte degli apparati burocratici dei partiti, ma colte nella loro dignità di autonomo soggetto politico-culturale. Da qui una serie di iniziative tese a promuoverne la progressiva maturazione di coscienza ed il diretto protagonismo tanto nel campo socio-economico, quanto in quello politico-culturale.
Il saggio di Domenico Cirella approfondisce questi temi in modo sistematico, attraverso una rigorosa ricerca d'archivio, puntellata da fonti orali, che arricchiscono ed integrano le fonti documentarie.
Dopo avere descritto l'ambiente familiare in cui è vissuta Vera Lomabardi, ambiente permeato dai valori socialisti di fine '800 ed inizio '900 – basti pensare che il padre Giovanni era uno degli esponenti di punta del socialismo napoletano e la madre Rosa Pignatari una delle traduttrici delle opere di Marx ed Engels per l'“Avanti” –, lo studioso si sofferma sull'attività di insegnate di Liceo e sull'impegno civile di Vera Lombardi, evidenziandone sia il ruolo attivo nella fondazione di varie associazioni culturali – l'Associazione per il risveglio di Napoli (1964), l'Istituto di Studi Carlo Pisacane (1964), l'Istituto Campano per la Storia della Resistenza (1964) –, sia la promozione e realizzazione di varie iniziative culturali e pedagogico-didattiche, come nel 1972 la fondazione della “Mensa dei bambini proletari” nel quartiere napoletano di Montesanto.
Ne emerge la figura di una docente e di un'intellettuale militante profondamente calata nel contesto in cui si trovava ad operare, sempre attenta a promuovere e sperimentare tutte quelle forme di comunicazione e costruzione della conoscenza tese a favorire lo sviluppo della coscienza critica.
Ricostruita ed analizzata l'attività politico-culturale di Vera Lombardi, Cirella ne coglie la “cifra” ideologica ed esistenziale nell'indomito ed estenuante tentativo di individuare una “terza via” – distinta sia dal modello del comunismo burocratico, sia dal modello socialdemocratico –, capace di coniugare gli ideali di libertà e giustizia sociale, in modo tale da contrastare l'ideologia liberista e denunciare le vecchie e nuove forme di esclusione e sfruttamento generate dal capitalismo.
Pertanto, la biografia di Vera Lombardi si configura come il percorso esemplare di una “socialista eretica”, che ha dedicato la sua lunga esistenza alla lotta per l'emancipazione ed il protagonismo politico-culturale delle masse lavoratrici, senza mai cadere nelle tentazioni dell'ortodossia da un lato, o in quelle del riformismo burocratico, quietistico e compromissorio dall'altro.
Salvatore Lucchese