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Tragedia Moby Prince verso l'archiviazione, fu errore umano. Morirono 4 molfettesi
09 maggio 2010

LIVORNO -  La Procura di Livorno ha depositato la richiesta di archiviazione dell'inchiesta-bis sulla strage del Moby Prince, la nave che prese fuoco nella rada del porto di Livorno  il 10 aprile 1991, causando la morte di 140 persone, tra cui i quattro molfettesi: Giovanni Abbattista (46 anni), Natale Amato (53), Giuseppe de Gennaro (29), Nicola Salvemini (36).

La richiesta di archiviazione, di oltre 100 pagine, è stata depositata ieri negli uffici del Gip, che dovrà decidere se accoglierla o se invece ordinare supplementi investigativi.
Nei prossimi giorni la procura spiegherà le motivazioni, ma il procuratore di Livorno De Leo ha anticipato alla stampa livornese le conclusioni del’inchiesta. "L'incidente - ha detto De Leo - e' stato per un errore umano dovuto a un banco di nebbia che ha avvolto la Moby Prince prima dell'urto sulla petroliera".. Insomma una fatalità.
La Procura quindi non ha trovato riscontri sulle ipotesi avanzate dall'avvocato Carlo Palermo, per conto dei figli del comandante del traghetto, Angelo e Luchino Chessa, e altri parenti delle vittime del Moby Prince, nell'istanza di riapertura delle indagini presentata nel 2006. In quasi 600 pagine di memoria difensiva, il legale metteva in fila una serie di dubbi inquietanti e uno scenario tutt'altro che accidentale. "Quella sera - scriveva Palermo - nel porto di Livorno sarebbero state scaricate armi da navi americane che non sarebbero però arrivate alla loro destinazione naturale, la base di Camp Darby (Pisa).
I magistrati hanno anche confermato che il traghetto della Navarma non era in buone condizioni e "navigava senza le necessarie misure di sicurezza". Ma i relativi reati sono ormai prescritti..
Diciannove anni dopo quella terribile notte del 10 aprile 1991, la vicenda giudiziaria del più grave disastro della marineria italiana sta per concludersi di nuovo.
Più di 10 di anni fa, infatti, si era chiusa una prima volta e senza colpevoli. I diversi processi celebrati non avevano individuato responsabilità negli imputati: Valentino Rolla, ufficiale di guardia della petroliera Agip Abruzzo con la quale entrò in collisione il Moby Prince, gli ufficiali della capitaneria Lorenzo Checcacci e Angelo Cedro, e il marinaio di guardia nella sala operativa della capitaneria, Gianluigi Spartano. Né la mancata attivazione dei sistemi di segnalazione antinebbia da parte di Rolla, né le cattiva gestione delle operazioni di soccorso dopo l'incidente, e il successivo rogo che avvolse il traghetto, per i tre militari, furono ritenute colpe dai tribunali.
Per diciannove anni i familiari delle vittime, anche se divisi tra loro in due comitati distinti e con posizioni molto diverse su quanto accaduto quella notte, hanno continuato a chiedere verità e giustizia. Ora il giudice per le indagini preliminari dovrà decidere se accogliere la richiesta di archiviazione  o se invece ordinare supplementi investigativi.




 
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