Tra cultura e tradizione Molfetta si arricchisce di una stele a Giuseppe Saverio Poli
Inaugurata nei giorni scorsi la scultura dedicata alla poliedrica figura dello studioso settecentesco e donata alla città dal suo omonimo discendente
MOLFETTA – «Questo è un incontro che non è soltanto la rievocazione di un personaggio ma l’occasione per riscoprire una pagina del passato della nostra Molfetta, andata forse dispersa dopo due secoli»: con queste parole Giuseppe Saverio Poli ha commentato la cerimonia di consegna alla città della stele dedicata al suo omonimo antenato, scienziato, naturalista, medico, diplomatico vissuto nel XVIII secolo.
L'opera è stata realizzata dallo scultore Mauro Antonio Mezzina, docente presso l’Accademia delle Belle Arti di Bari, il quale avuto come modello i prototipi in gesso realizzati da Giulio Cozzoli nel 1913 ed oggi in collezione privata.
Lo scultore Mezzina «ha seguito il modus operandi di Cozzoli, mantenendo gli originari punti di forza. Essere fedele è un rivisitare per comprendere ma è anche un comprendere per trasformare» come ha sottolineato il professor Gaetano Mongelli, il quale ha definito l’operazione un’opera «di mediazione, di saldatura ideale tra passato e presente»
La stele, efficacemente contestualizzata con l'arredo urbano grazie all'architetto Lazzaro Pappagallo. è stata collocata sulla banchina San Domenico, di fronte a Casa Poli, affiancata da bellissime aiuole fiorite; il busto di Giuseppe Saverio Poli (1746-1825) è rivolto verso l'epigrafe a lui dedicata, collocata sulla facciata della casa di famiglia nel 1906.
Numerose le autorità intervenute, tra le quali il comandante provinciale del Carabinieri il dott. Giuseppe Catenacci, presidente onorario dell’Associazione ex Allievi della Nunziatella, e l’avv. Giuseppe Izzo, presidente dell’Associazione ex Allievi della Nunziatella. Entrambi hanno evidenziato lo stretto legame tra la Nunziatella e lo scienziato Giuseppe Saverio Poli, che nel 1774 divenne docente presso la Reale Accademia Militare Nunziatella.
Non a caso a fare da picchetto d’onore alla manifestazione sono intervenuti due giovanissimi allievi dell’Accademia Militare, Martina Catuogno e Antonio Schiraldi.
Il sindaco Tommaso Minervini, nell’osservare il contesto, ha rimarcato come il mare sia la vera vocazione di Molfetta, l’orizzonte dell’andare e del venire, il tramite degli scambi di saperi e di cultura. Lo stesso scienziato lasciò la sua città per trasferirsi nella capitale del regno borbonico.
«Stiamo facendo la storia, che viene scritta dai contemporanei – ha dichiarato il primo cittadino – Due sono i concetti legati a questo monumento: la cultura e la tradizione. La cultura è fatta da quegli uomini, donne e persone che con le loro idee leggono la realtà, studiano e lasciano il segno. La tradizione, invece, esiste perché noi contemporanei la riconosciamo e la tramandiamo, altrimenti sparirebbe. La tradizione è la riconoscenza del passato per rivolgersi al futuro. Quest’opera vuole essere un segno per indicare ai giovani, al futuro, che cosa è fare cultura e tradizione».
A completare la manifestazione, la magistrale esecuzione, da parte dell’Ensemble Musicainsieme, diretta da Annalisa Andriani, di due quadri tratti da Inno al Sole, composto da Giuseppe Saverio Poli e musicato da Giuseppe Millico.
Un'ultima annotazione, il dott. Peppino Poli non solo ha donato la stele alla città ma ha donato anche un raro cimelio, un labaro borbonico, al Museo del Risorgimento e della Grande Guerra.
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Autore: Isabella de Pinto