Recupero Password
Spesa del personale da decifrare, omessa risposta dei Revisori dei Conti: legge violata a Molfetta? Spesa del personale nel 2011 over di 200mila euro, di contro a quanto fissato dalla normativa vigente. I chiarimenti richiesti da Abbattista, la reticenza dell'organo tecnico comunale. La legge e le possibili interferenze politiche
02 agosto 2012

MOLFETTA - Angoscioso dilemma. Il Collegio dei Revisori dei Conti ha verificato il rispetto da parte dell’Amministrazione Comunale dei vincoli di spesa imposti dalla legge per l’assunzione di lavoratori a tempo determinato nel corso dell’anno 2011?
Interrogato, il morto non rispose. Anzi, nello stile “induzione al martirio” nella fossa dei leoni (aula consiliare), il presidente dell’organo dei Revisori dei Conti, dott. Michele Mezzina, scaraventato suo malgrado al microfono, prima ammetteva che «sono state eseguite le verifiche sulle spese del personale», aggiungendo subito dopo che «non essendo questo tema affrontato nella relazione di accompagnamento al bilancio, non era possibile, nel corso della seduta, dare risposte». Una palese non risposta, dopo un lungo e anomalo “concidiavolo” (convulso e serrato consiglio nel consiglio tra dirigenti, revisori, assessori, annessi&connessi) durante la fase dei chiarimenti al rendiconto 2011 nel Consiglio comunale di lunedì.
Lo stesso revisore assicurava una “risposta” futura al consigliere interrogante Giovanni Abbattista (Pd), in una non meglio specificata sede, quasi si trattasse di un’interlocuzione privatistica davanti a un pub (Abbattista, infatti, ha replicato ironicamente con la battuta «dove, al Bar?»). Si tratta di un parametro per determinare altre situazioni, dunque da estrapolare dal bilancio nel caso in cui si riscontrino perdite rispetto al consuntivo precedente, la replica del dirigente del Settore Economico-Finanziario, dott. Giuseppe de Bari, nel consiglio di ieri mattina.
Insomma, risposte arrabattate e senza specificità alcuna (nessun chiarimento sulle quantità disaggregate, secondo la cosiddetta Legge Stabilità 2012, ovvero la Legge n.183/11), dettate da un’ansia mal celata, che non avrebbe avuto motivo di manifestarsi se i conti del Comune fossero stati realmente in ordine e se l’organo avesse eseguito tutti i dovuti controlli ai quali è obbligato per legge, anche in relazione ai limiti di spesa per i contratti comunali a tempo determinato.
Perciò, qualche legittimo dubbio potrebbe nascere non solo sui conti e sulle operazioni di accertamento contabile effettivo, ma anche sulle dichiarazioni rilasciate al consiglio dal presidente dell’organo dei revisori che sembravano a un certo punto manifestare panico anche nella mimica facciale.
Lo stesso Abbattista, in uno dei suoi ultimi interventi, ha anche chiesto ai revisori l’invio di una relazione dettagliata alla Corte dei Conti (e ai capigruppo consiliari) proprio sulla spesa del personale comunale per accertare eventuali violazioni di legge o sprechi di risorse pubbliche. Un modo con cui “stanare” un collegio piuttosto telegrafico sulla vicenda e troppo ovattato dal politichese, considerando la sua natura tecnica e non politica, almeno sulla carta, a differenza del dirigente preposto.
 
SPESA PERSONALE 2011, OVER 200MILA
Già nell’intervento per fatto grave all’inizio della seduta di lunedì, Abbattista aveva sottolineato la possibile violazione del comma 28 dell’art. 9 del Decreto Legge n.78/10, secondo cui le amministrazioni locali «possono avvalersi di personale a tempo determinato o con convenzioni ovvero con contratti di collaborazione coordinata e continuativa, nel limite del 50% della spesa sostenuta per le stesse finalità nell'anno 2009».
La questione è stata poi pedissequamente riproposta dall’indomito consigliere non solo nella fase di discussione e dichiarazione di voto per il rendiconto 2011, ma anche nel corso dell’iter di approvazione del bilancio di previsione per il 2012 nel Consiglio comunale di ieri mattina. Infatti, nella dichiarazione di voto, Abbattista ha denunciato uno scostamento di 200mila euro nell’anno 2011 sui limiti previsti dalla legge, in base ai dati posseduti. È evidente che il Comune di Molfetta ha conferito contratti fuori dai limiti consentiti.
Allo stesso modo, il rinnovo contrattuale dei dirigenti comunali comporterà un aggravio nella spesa comunale per l’esercizio 2012, anche se i dati saranno disponibili sono per il rendiconto 2012 (è un dato privo di valore giuridico che non inficia la legittimità del bilancio stesso)
A questo punto, potrebbero anche essere considerate mendaci le dichiarazioni del dott. Mezzina, soprattutto per l’effettiva esecuzione della verifica contabile da parte dei revisori sulla spesa del personale. Tra l’altro, sarebbe un fatto grave l’aver omesso la pur riscontrata maggiore spesa nella relazione allegata al bilancio.
 
COSA PREVEDE LA LEGGE
L’art.9 del Decreto Legge n.78 (convertito dalla Legge n.122/10) prevede due specifici e distinti tetti di spesa pari al 50% della spesa sostenuta nell’anno 2009: uno per il personale a tempo determinato con convenzioni o con contratti di collaborazione coordinata e continuativa, l’altro per i contratti di formazione-lavoro, rapporti formativi, somministrazione di lavoro e lavoro accessorio.
Secondo la Corte dei Conti, è legittimo il rigido tetto di spesa riferito ai contratti di lavoro flessibili, mentre è unica e complessiva la soglia pari al 50% della spesa sostenuta nell’anno 2009. E la Legge Stabilità 2012 impone che anche gli enti locali, soggetti o meno al patto di stabilità, si adeguino dal primo gennaio 2012 ai «principi generali ai fini del coordinamento della finanza pubblica».
Non era mai accaduto che il collegio non rispondesse a una specifica richiesta di chiarimenti per il bilancio consuntivo, nello specifico sull’espletamento o meno di un controllo secondo le procedure imposte dalla normativa vigente.  
La gravità è contenuta proprio nelle dichiarazioni del presidente dei Revisori dei Conti, forse condizionate da alcune interferenze politiche, nonostante l’organo debba almeno apparire slegato da ogni ingerenza politica a differenza dei dirigenti, in particolare quelli condonati dalla “prorogatio azzoliniana” ben oltre lo spirare dell’amministrazione comunale.  
 
© Riproduzione riservata
 
Autore: Nicola Squeo
Nominativo
Email
Messaggio
Non verranno pubblicati commenti che:
  • Contengono offese di qualunque tipo
  • Sono contrari alle norme imperative dell’ordine pubblico e del buon costume
  • Contengono affermazioni non provate e/o non provabili e pertanto inattendibili
  • Contengono messaggi non pertinenti all’articolo al quale si riferiscono
  • Contengono messaggi pubblicitari
""
Caro lettore, ci sono lettori che leggono solo ciò che le fa loro comodo. Un giornale deve essere il contropotere, il cane da guardia della democrazia ed è quello che fa Quindici. Può sembrare strano perché gli altri media non lo fanno. Hanno ragione loro o abbiamo ragione noi? Il giornalismo è inchiesta, è raccontare i fatti e incalzare l'amministrazione comunale. Se questa commette errori e abusi non è colpa nostra, se ci sono inchieste della magistratura non è colpa nostra, la nostra colpa sarebbe quella di raccontare ciò che non va? Qualcuno ci dice: ma perché criticate sempre Azzollini e il centrodestra? A parte il fatto che critichiamo anche il centrosinistra (vedi episodio della mancanza del numero legale della maggioranza, garantito poi dalla presenza in aula proprio dell'opposizione), ma se sono loro al governo, è chiaro che su di loro vanno a confluire le critiche che emergono, attenzione, non da opinioni, ma da fatti concreti (quello che gli altri non dicono) e da inchieste giornalistiche. Questo insegna il giornalismo anglosassone e questo Quindici si sforza di fare. Ed è proprio questo giornalismo d'inchiesta che fa opinione a Molfetta e ha fatto di Quindici un giornale leader, punto di riferimento dei cittadini liberi a Molfetta e di migliaia di lettori che ci seguono ogni giorno. Che questo possa dare fastidio a qualcuno, è naturale, è frutto solo di invidia e di incapacità: la volpe che non arriva all'uva dice che è acerba, insegnavano gli antichi. Nessuno ha detto che vogliamo fare politica (nel senso di scendere in campo), ci sono lettori, cittadini e un movimento di opinione pubblica che vorrebbe creare o sta creando (come dicono alcuni) una lista di Quindici per le prossime elezioni amministrative. La cosa ci può far piacere perché conferma la nostra credibilità e autorevolezza e la fiducia che la gente ha in noi, al punto da volerci candidare, non credendo più ai partiti tradizionali. Non vogliamo alimentare l'antipolitica, ma la sfiducia verso i partiti e la fiducia in un giornale che critica l'amministrazione comunale e racconta i fatti, dovrebbe essere un segnale forte per gli stessi partiti. Poi nessuno vieta a qualcuno di candidarsi per contribuire alla crescita della propria comunità, questo rientra nei diritti di tutti i cittadini, ma questo non vuol dire che Quindici diventa un partito politico.


LETTERA APERTA - Carissimo Direttore, leggo spesso nel forum commenti di alcuni nostri lettori, che ci esortano alla formazione di una c.d. "lista di 15". Per la verità, avendo l'onore io come gli altri di collaborare con il Giornale che Lei con la massima autorevolezza e competenza professionale dirige, da parecchi anni, ho avuto anche la possibilità, di ascoltare pareri da parte di molti cittadini, favorevoli a questa proposta. Un'esortazione o forse pure una speranza di molti cittadini che non hanno più voglia di sostenere le forze politiche “classiche”. Parliamoci chiaro, è un'anomalia il fatto che molti cittadini e lettori chiedano ad un Giornale, in pratica di fondare un partito, un movimento o una lista elettorale che dir si voglia forse frutto anche dell'anomalia politica complessiva che purtroppo vive questa città oramai da parecchio tempo (quasi 10 anni!). Questa città, purtroppo, non è governata da una semplice maggioranza politica e il paradosso sta pure nel fatto che lo ammettono anche quelli che figurativamente ne fanno parte, tra le pieghe dell'ufficialità, ben consapevoli di far parte di una "corte di un satrapo", più che di una maggioranza politica. Questa città subisce, oramai da parecchio tempo, un sistema di potere che, per certi versi è un'anomalia anche considerando altre amministrazioni di centro-destra. In altri termini, il problema, non può più essere inquadrato nella più classica (e democratica) logica centrodestra c/ centrosinistra, non è più questo il vero spartiacque e, tra l'altro, se lo fosse, nessuno si permetterebbe di chiedere o di esortare un Giornale a fondare un movimento. Oramai, la linea di confine in questa città è tra libertà, democrazia, lecito sviluppo economico, libera informazione c/ illibertà, assolutismo personale, megalomania, aspetti questi ultimi deprecabili che contraddistinguono il potere assoluto di una sola persona e portano alla contaminazione di ogni aspetto della vita di questa città, dalla politica, all'economia, dal commercio all'imprenditoria, dalla libera informazione alla libera manifestazione del pensiero. Tra l'altro, anche le aziende libere, come pure i giornali liberi, subiscono continuamente pressioni i cui profili di liceità sarebbero da vagliare approfonditamente. Anche l'informazione locale, quindi, in passato un coro libero e multiculturale, ne ha risentito. Tutti, possono dire quel che vogliono, ma ad oggi, questa testata, ha resistito più di altre alle "intromissioni patrimoniali e finanziarie", di questo Ceausescu in salsa locale (che avevano il solo obiettivo di oscurarla), mantenendo per ciò stesso la massima libertà di scrivere cose giuste o sbagliate, cose condivisibili o cose non condivisibili, ma comunque cose sempre libere. Tutti i collaboratori di 15 godono della massima libertà - anche di non essere d'accordo tra di loro su ogni cosa - che Lei concede, anche quando non condivide, pure Lei, non le notizie che non possono essere soggette a condivisione o meno (sono notizie e basta), ma le opinioni espresse negli articoli stessi. Forse è questo quello che il conducator locale ha cercato di spegnere, ma forse è anche questo che accende gli entusiasmi di molti. nessuno di noi la pensa alla stessa maniera su tutto, ma tutti scriviamo e tutti assieme nello stesso giornale. Il collante nostro è la libertà! Sfido chiunque a trovare, oggi, a Molfetta, una realtà dove anche i lettori i cittadini possono scrivere liberamente anche critiche feroci agli stessi articoli. Che dire, a volte siamo così liberi che ci critichiamo tra di noi, senza però mai mettere in discussione, questa splendida realtà di democrazia, di libertà e di libero pensiero. E il segreto sta tutto qua. Non ho però espresso la mia opinione in merito alla eventuale formazione di una lista. Bene, io sono contrario, salvo che non resti l'ultimo rimedio utile, per ridare a questa città la libertà, anche la libertà di sognare… una Molfetta diversa, che oggi dinanzi a nostri occhi, si presenta sempre più come Mordor, la terra di Sauron, l'infernale Signore degli Anelli.

Quindici OnLine - Tutti i diritti riservati. Copyright © 1997 - 2025
Editore Associazione Culturale "Via Piazza" - Viale Pio XI, 11/A5 - 70056 Molfetta (BA) - P.IVA 04710470727 - ISSN 2612-758X
powered by PC Planet