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Scuola «Gagliardi-Gadaleta», i genitori denunciano: plesso fatiscente e disinteresse delle istituzioni Pessime le condizioni della struttura e delle vie d'ingresso. Ristrutturazione del piano terra, che sarà consegnato alla Asl e non dalla scuola. A Quindici domande e richieste dei genitori
10 giugno 2011

MOLFETTA - «È come lottare contro i mulini a vento». Altra protesta nel settore scuola a Molfetta, questa volta sono le mamme degli alunni della Scuola dell’infanzia «Gagliardi-Gadaleta» (distaccamento della Scuola Elementare «Manzoni») a denunciare le fatiscenti condizioni del plesso, dove è provvisoriamente ubicata (tre sezioni per 70 alunni).
«Il Comune fa orecchie da mercante, ma ora è arrivato il momento di muoversi», hanno spiegato alcuni genitori e insegnati questa mattina a Quindici. «Ad esempio, da dieci anni non abbiamo un campanello, manca la rampa e l’ascensore per i disabili, che sono presi in braccio - hanno continuato - numerose sono state le lettere inviate dal presidente (prof. Michele Laudadio, ndr) al Comune di Molfetta e anche alla Provincia, senza mai una risposta».
«È uno scaricabarile»: il Comune rimanda alla Provincia, e viceversa. Infatti, «proprietario della struttura è la provincia di Bari (come ha poi confermato a Quindici l’ing. Enzo Balducci, dirigente del Settore Lavori Pubblici, ndr), ma è il Comune di Molfetta che dieci anni fa ha trasferito alcune classi dalla Manzoni in questa struttura - hanno aggiunto - quindi, il primo referente della scuola è il Comune di Molfetta, che almeno ci spieghi a chi dobbiamo rivolgerci».
Pessime le condizioni della struttura. Un ingresso minato da buche profonde con asfalto scrostato, in alcuni casi, come dimostrano le foto, sono fuoriuscite le tubazioni (molti i bambini caduti). Senza dimenticare i rifiuti edili lasciati a lato e il verde incolto. Inoltre, negli anni passati «sono caduti pure gli infissi». Insomma, mai una manutenzione, nonostante le richieste. Il plesso è a norma? Sono stati rispettati tutti gli adempimenti relativi alla sicurezza?
«Dopo le reiterate richieste del preside, gli uffici comunali avevano promesso che le classi si sarebbero trasferite giù al primo piano, spostando al secondo piano i laboratori e il refettorio»: i lavori di ristrutturazione del plesso sono stati cantierizzati, «hanno pitturato le pareti per noi, abbiamo noi smaltito i rifiuti edili», ma a quanto pare i locali non saranno destinati alla scuola, bensì all’Asl, committente dei lavori, «forse, per la cura delle malattie mentali».
L’anno prossimo ci sarà la refezione obbligatoria, ma «che fine faranno i nostri bambini, soprattutto quelli del primo e del secondo anno o quelli che s’iscriveranno?». Perché il Comune di Molfetta e la Provincia di Bari non hanno mai risposto alle comunicazioni del preside Laudadio (la prima risale al 3 gennaio 2009), anche nel caso di risposta negativa?
«Vorremmo sapere a quale istituzione dobbiamo rivolgerci in caso di manutenzioni ordinarie e straordinarie della struttura - la richiesta dei genitori - ma soprattutto capire cosa il Comune di Molfetta abbia fatto per evitare che i locali del primo piano fossero consegnati all’Asl, che è riuscita a sancire un accordo con la Provincia senza che il Comune, a quanto pare, sapesse nulla».

La lettera di denuncia. Intanto, i genitori hanno inviato al sindaco Antonio Azzollini e al Comune di Molfetta una lettera in cui denunciano la situazione: «da tempo chiediamo che le sezioni vengano trasferite e piano terra che necessita di lavori di ristrutturazione - si legge nella lettera - perché eviterebbe l’ingresso dal giardino tenuto in condizioni poco igieniche e decorose e la salita delle scale pericolose e inaccessibili per i bambini disabili».
Quali richieste? Spostare le sezioni a piano terra e abbattere «il muro creato inspiegabilmente di recente per poter usufruire all’interno delle palazzina degli spazi esistenti per laboratori e refettorio». Pulire e sistemare il giardino, oltre a ispezionare tutta la struttura ormai decadente e fatiscente.
 
© Riproduzione riservata
Autore: Marcello la Forgia
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