MOLFETTA - Un Piano Casa per sbloccare la sospensione dell’attività edilizia a Molfetta e riaccendere il settore economico-edilizio. Questa l’interpretazione data dal sindaco di Molfetta, Antonio Azzollini, stamattina nella conferenza stampa di presentazione del Piano Casa comunale, dopo l’approvazione di un inconsueto e anomalo atto d’indirizzo nel Consiglio comunale di ieri pomeriggio (a breve un resoconto dettagliato del punto all’ordine del giorno). Presente anche il consigliere di maggioranza, Mauro Giancaspro, anche presidente della Commissione Urbanistica, assente invece l’ing. Enzo Balducci, dirigente del Settore Lavori Pubblici e ad interim del Settore Territorio, che avrebbe potuto meglio spiegare il provvedimento.
Una conferenza stranamente convocata prima del consiglio stesso, sempre ieri pomeriggio alle 15.45. Veggenza azzolliniana o sfrontata sicurezza dell’approvazione in consiglio? Il provvedimento è maldestramente passato in consiglio con soli voti di maggioranza, nonostante alcune “anormalità” tecnico-giuridiche del provvedimento dirigenziale e giuntale. In effetti, come Quindici ha spiegato puntualmente nel numero di settembre in edicola già da questa mattina, il provvedimento (definito in modo ingannevole e strumentale «Piano Casa») potrebbe aver liberalizzato una nuova cementificazione dell’agro, di contro a quanto dichiarato in conferenza stampa.
Azzollini ha più volte sottolineato in conferenza che gli interventi di ampliamento, demolizione e ricostruzione dei manufatti agricoli dovranno rispettare la normativa vigente. Secondo l’assessore ai Lavori Pubblici, Mariano Caputo, il provvedimento giuntale consentirà di migliorare le condizioni dell’agro di Molfetta. Probabilmente godranno di benefici economico-finanziari solo gli imprenditori edili e cittadini privati che vorranno trasformare vani tecnici agricoli in villoni.
Tra l’altro, alla conferenza nella sala stampa del Comune di Lama Scotella sono intervenuti numerosi professionisti del settore, tra cui “impazienti” costruttori locali. Alcuni hanno richiesto delucidazioni sul possibile accorpamento di volumetrie, uno dei tanti aspetti che proprio la Procura della Repubblica di Trani ha rilevato nell’indagine “Mani sulla città”: espediente tecnico possibile solo per gli imprenditori agricoli, ma per i privati solo dove si realizzano unità immobiliari. Del resto, come dichiarato dall’assessore Caputo e dal sindaco Azzollini, gli interventi in zona agricola (ampliamento, demolizione e ristrutturazione) saranno possibili per chi possiede il titolo abilitativo della residenza. Dunque, dovrebbero essere escluse le “residenze” fittizie in vani tecnici o depositi.
Ma altri scenari hanno macchiato la storia recente di Molfetta. Nonostante la delibera n.140/08 che bloccava l’edificabilità nell’agro in attesa dell’approvazione del Piano dell’Agro (solo adottato), la Procura di Trani ha rilevato numerosi presunti reati proprio dove non si doveva costruire. E questo provvedimento azzolliniano potrebbe riaprire una simile stagione, quella dei “predoni dell’agro”, beffandosi ancora una volta della stessa Magistratura.
Sul numero di Quindici di settembre, in edicola già da questa mattina, sarà possibile approfondire e capire in modo chiaro tutti gli aspetti del provvedimento, soprattutto quelli tecnici e politici.
Lo stesso Azzollini ha ricordato che nelle prossime settimane saranno discussi in giunta la maglia mercato (ex mercato ortofrutticolo), i comparti 3, 5, 18 e il maxicomparto (10-11-12), per il quale non è mancata la pessima e scadente battuta sul rischio idrogeologico per Molfetta. Altri provvedimenti da sondare.
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