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Pasticcio di Azzollini in Senato: 40 anni di contributi non bastano per la pensione. Poi smentita del ministro "E' stato un refuso: non era intenzione né mia né di Tremonti né di Azzollini. Sarà cancellato. Ne ho parlato con Azzollini e conveniamo che assolutamente è stato per tutti e due, me e Tremonti, un refuso che non corrisponde all'intenzione del governo", così il responsabile del Welfare Sacconi
02 luglio 2010

C’è chi ha il doppio incarico e chi con quarant’anni di contributi e lavoro alle spalle potrebbe non andare in pensione. E’ l’ultima trovata del nostro sindaco-senatore che sta trascorrendo notti insonni alla commissione bilancio di palazzo Madama per l’approvazione della manovra economica.
La proposta è stata avanzata nel pomeriggio di ieri da Azzollini e prevedeva che dal 2016 per andare in pensione non sarebbero più bastati 40 anni di contributi. In base al testo dell’emendamento Azzollini, l’adeguamento dei requisiti di pensione avrebbe dovuto essere ricalcolato, a cadenza triennale (2016, 2019 e via dicendo),  in relazione alla speranza di vita che gli italiani vantano all’età di 65 anni, calcolata dall’Istat. Ogni qualvolta, alla scadenza del triennio, dovesse risultare che gli italiani vivono di più bisognerà anche lavorare di più prima di andare in pensione. Altro che godersi la terza età…    
Così dopo aver impugnato nei giorni scorsi la mannaia per il taglio di otto milioni e mezzo di euro che metterà in ginocchio regioni e enti locali (compresi i comuni), Azzollini ha provato a mettere in piedi la più veloce riforma delle pensioni che l’Italia abbia mai ricordato.  
L’emendamento non è sfuggito ai sindacati che hanno parlato di "pura follia". E lo stesso ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, prima ha detto "valuteremo" parlando a Sky Tg economia; poco dopo si è presentato in Senato e ha annunciato la retromarcia: "E' stato un refuso: non era intenzione né mia né di Tremonti né di Azzollini. Sarà cancellato. Ne ho parlato con Azzollini e conveniamo che assolutamente è stato per tutti e due, me e Tremonti, un refuso che non corrisponde all'intenzione del governo". 
È stato dunque un refuso, ma dopo aver incassato la smentita del suo Ministro, la sua figuraccia questa mattina è finita su tutti i giornali nazionali. “Incidente del governo sulle pensioni”, La Stampa. “Balletto sui pensionati con 40 anni di contributi: cambia il limite, anzi no”, il Giornale, solo per citarne alcuni.

In effetti lo comprendiamo i pensieri sono tanti, fare il sindaco e il senatore non è facile. Solo di problemi a Molfetta ci sono i poveri fruttivendoli che rischiano di rimanere senza lavoro, il cantiere del porto da far ripartire per non pagare altre penali milionarie, i marittimi cui hanno cambiato le reti, i consiglieri comunali che lo costringono a perdere tempo a palazzo di città… Quella al Senato sarà stata una distrazione dovuta all’eccessivo carico di lavoro.
Azzollini si è sempre richiamato allo spirito di responsabilità verso la sua comunità. Quello stesso spirito che dovrebbe indurlo a scegliere, per il bene non solo di Molfetta ma di tutti gli italiani che come senatore rappresenta, in cosa impegnarsi esclusivamente. Molfetta è stanca delle sue assenze e i cittadini vorrebbero evitare altre sviste…

 

© Riproduzione riservata

Autore: Carlo Gadaleta
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QUELLO CHE FA IL GOVERNO SI CHIAMA APPROPRIAZIONE INDEBITA: Il mentitore intergalattico quando si tratta di far pagare le tasse, le fa pagare ai poveracci e non ai suoi compagnucci, mentre quando si tratta di intercettazioni parla col noi siamo tutti intercettati. Se in questo paese di mafiosi e clericofascisti si mettesse l'arresto per gli evasori fiscali come negli USA uscirebbero subito 120 miliardi di euro con ripresa di produzione e benessere. Ma sarebbero i suoi compagnucci a dover pagare, perciò non se ne fa nulla. Tre amici fanno naufragio in una bellissima isola. Sono felici perché hanno salvato la pelle. Il primo decide di fare il pescatore. Il secondo il contadino. Il terzo il fabbro. Il metodo di ricompensa per i lavori svolti è basato sul baratto. Primo problema: le porte che il fabbro ha fornito al contadino saranno saldate due mesi dopo con il raccolto dei pomodori, mentre il fabbro deve il rifornimento di pesce giornaliero al pescatore. Qualche tempo dopo sbarca nell'isola un banchiere. "Questi sono i vostri problemi? E' difficile col baratto tenere i conti no?" - chiede interessato! "Io ho qui con me una stampatrice di denaro. Di quanto ne avete bisogno?" "75 euro, 25 a testa"."Ma lei cosa vuole in cambio?". "A fine anno mi restituirete i 75 € + il 10%”. Passa un anno e i tre amici si riuniscono per saldare il conto e ben presto si rendono conto che in tutta l'isola circolano solo 75 €. Dove andranno a prendere gli altri 7,5 € per un totale di 82,5? Il banchiere gli dice di non preoccuparsi. Sui rimanenti 7,5 gli amici verseranno il 6% ogni mese. Nel giro di qualche anno il banchiere si impossessò dell'isola, cacciò via i tre amici e rimase l'unico abitante. Allo stesso modo opera il debito pubblico 75 € e gli interessi che crescono sempre più. Ma che cosa vi hanno dato le banche? Soltanto carta igienica!!! PERCIO' OGNI STATO DEMOCRATICO DOVREBBE EMETTERE DENARO SENZA DEBITO, altrimenti il popolo non è sovrano e ciò è incostituzionale.








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