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Ospedale di Molfetta, riduzione posti letto e accorpamento: possibile totale soppressione Probabile disattivazione dei reparti di chirurgia, nefrologia e della lungodegenza. Decisioni penalizzanti per una struttura d'eccellenza. Giovedì 7 giugno un incontro della Consulta Femminile. Dura presa di posizione anche da parte del Tribunale del Malato
02 giugno 2012

MOLFETTA - Tempi bui per la sanità a Molfetta. La seconda fase del Piano di rientro per la spesa ospedaliera della Regione Puglia, in corso di definizione, potrebbe tagliare di netto le gambe al Presidio Ospedaliero “Don Tonino Bello”. Per l’ospedale di Molfetta sarebbe prevista la disattivazione dei reparti di chirurgia, nefrologia e della lungodegenza, con un eventuale spostamento di posti letto (almeno 10) da Molfetta alle vicine strutture di Terlizzi e Corato.
Decisioni drastiche, che potrebbero davvero preannunciare il declassamento dell’ospedale di Molfetta, nonostante abbia proprio in quei reparti valori di eccellenza, raggiunti negli ultimi 6 anni. Decisioni che stranamente penalizzano una struttura con valori affermati e riconosciuti anche a livello regionale e nazionale. Un’emergenza più volte ribadita da Quindici.
Gli effetti futuri potrebbero essere drammatici: chiusura dell’ospedale di Molfetta perché, con lo spostamento dei posti letto a Corato e Terlizzi, il numero sarà di soli 98 posti (e il piano sanitario nazionale da attuare entro il 2012 prevede la soppressione delle strutture con un numero inferiore ai 100). Un calcolo aritmetico, che potrebbe sconvolgere la sanità di Molfetta. Quale struttura sarà destinata all’utenza di Molfetta, soprattutto ai nefropatici? Come e dove saranno trattate le urgenze chirurgiche e i pazienti oncologici?
Se i buoni livelli di qualità raggiunti dai reparti di chirurgia e nefrologia e da tutte le componenti dell’ospedale di Molfetta, così come più volte manifestato dagli utenti, non sono sufficienti a garantirne il funzionamento, pur se in periodi di ristrettezza, quali mai sarebbero le performance degli ospedali premiati?
Infatti, il Presidio ospedaliero di Molfetta è divenuto uno dei migliori in Provincia di Bari, polo di riferimento delle città limitrofe (Bisceglie, Trani, Terlizzi, Giovinazzo). Non solo è stata abbattuta la spesa di milioni di euro, ma numerose sono stati i riconoscimenti e le menzioni di merito a livello nazionale: ad esempio, i due bollini rosa nel 2011 del programma Bollini Rosa promosso da O.N.Da (Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna), il Premio Nazionale Federsanità nel 2008 e 2010 per le buone pratiche sanitarie, la menzione di Slow Food e della Commissione Sanità del Senato per la ristorazione ospedaliera, il Premio Solidarietà nel 2008 per l’attività del Pronto Soccorso in occasione del SerMolfetta Day 2008.
Tuttavia, chiusi i reparti di chiusura, nefrologia e della lungodegenza, ci dovrebbe essere un potenziamento di 15 posti letto in urologia, 14 in riabilitazione e 4 in ortopedia. Snaturando, però, l’asset attuale della struttura.
La decisione degli organi regionali stupisce perché in controtendenza ai livelli di crescente gradimento mostrato dall’utenza cittadina verso la struttura locale, soprattutto per i reparti di chirurgia e nefrologia. Eliminare le branche chirurgica e nefrologica a Molfetta potrebbero realmente ridurre la fiducia dei cittadini nei confronti della struttura, che potrebbe essere poi considerata incompleta e non sicura. Un incentivo alla sua soppressione.
 
Giovedì 7 giugno è previsto un incontro della Consulta Femminile di Molfetta alla Sala Stampa di Palazzo Giovene (Piazza Municipio) alle ore 18 per discutere proprio del futuro dell’ospedale di Molfetta e della seconda fase del Piano di Riordino Ospedaliero della Regione Puglia. Interverranno la dott.ssa Annalisa Altomare, direttore della struttura, e alcuni operatori del settore ospedaliero.
Dura presa di posizione anche da parte del Tribunale del Malato. «Abbiamo appreso lo schema di ristrutturazione che l'azienda sanitaria propone nel suo piano di riordino per la provincia di Bari. Non si può che rimanere basiti. Alla fine del mese di marzo l'assessore regionale alla salute, Ettore Attolini, durante una conferenza stampa, aveva fornito ampia rassicurazione che l'Ospedale di Molfetta non avrebbe subito alcuna perdita di reparti, ma solo alcuni posti letto. Il tutto alla presenza di un folto pubblico, di sanitari, cittadini e stampa locale. Presenti anche l'assessore Gulielmo Minervini e il direttore generale Domenico Colasanto - si legge in una lettera della nuova responsabile, Marta Pisani -. Ora apprendiamo che tali affermazioni sono state sovvertite nei fatti e così l'Ospedale di Molfetta perde la chirurgia, la nefrologia e la lungodegenza, tutti reparti altamente qualificati e oltre modo produttivi».
«Il Tribunale del Malato si rammarica per l'assenza di alcuna richiesta di parere preventivo da parte dei responsabili, considerato che il Tribunale opera all'interno dell'Ospedale. Noi non ci battiamo per l'Ospedale sotto casa, difendiamo l'Ospedale sicuri della sua efficienza e funzionalità e per la felice posizione strategica. L'Ospedale si colloca tra le grandi arterie stradali ed è l'unico capace di assorbire e
soccorrere quanti colpiti da incidenti stradali nelle vicinanze. Tutti i soccorritori preferiscono affidare i feriti, talvolta gravi, alla struttura di Molfetta, in quanto in grado di fronteggiare tutte le emergenze - conclude la lettera -. Pur comprendendo le esigenze del piano di riordino, accettando la necessità di una riduzione a 98 dei posti letto, chiediamo di spalmare la riduzione in modo da lasciare inalterata la struttura esistente. Così facendo si potrà offrire all’utenza un’adeguata assistenza, salvaguardando l'inalienabile diritto la salute».
 
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Autore: Q
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