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Opposizione, scacco al reuccio Azzollini: maggioranza senza numero legale, consiglio rinviato a Molfetta
30 luglio 2012

MOLFETTA - Maggioranza in minoranza. Ora è un dato di fatto: e un fatto politico. Approvato il rendiconto di gestione 2011, il regolamento comunale dell’IMU e le aliquote e detrazioni relative per il 2012, nel Consiglio comunale di questa mattina la maggioranza ha palesato tutte le sue dissenterie interne: assenza del numero legale e consiglio rinviato a mercoledì 1 agosto (ore 8). Un vero e proprio scacco al re, quello dei consiglieri di opposizione rimasti fuori l’aula consiliare durante l’appello successivo alla sospensione chiesta dalla stessa maggioranza per discutere il voto favorevole del consigliere di maggioranza Mauro Squeo all’emendamento del consigliere Saverio Patimo (Pd) su aliquote e detrazioni IMU (nelle prossime ore un resoconto dettagliato di tutta la seduta). 
15 i consiglieri presenti in aula all’appello (solo di maggioranza). Opposizione tra le fila del pubblico in attesa della conta dei presenti da parte del segretario generale del Comune di Molfetta, Michele Camero, parecchio scuro in volto. Un appello durato quasi 20 minuti e “sospeso” dal presidente del consiglio, Nicola Camporeale, piuttosto indeciso e terrorizzato: proprio come nell’ultimo consiglio, la maggioranza era in minoranza, anzi per tutta la seduta di questa mattina (soprattutto per l’approvazione del rendiconto di gestione 2011) si è retta sulla presenza e sui voti favorevoli di tre dissidenti dell’opposizione, i consiglieri Adele Claudio, Pino de Candia (ex Pd) e Carmela Minuto (ex Udc).
Baruffa in aula. Rientrato temporaneamente tra i banchi del consiglio (non era stato ancora chiamato), il consigliere Nicola Piergiovanni (Sel), come un indomito Perseo, ha invitato il segretario generale e il presidente del Consiglio a procedere con l’appello dei consiglieri come previsto dalla legge e dal regolamento comunale: la lentezza era finalizzata all’atteso rientro dei consiglieri Benito Cimillo (maggioranza) e de Candia che stranamente si erano allontanati durante la sospensione chiesta dalla maggioranza.
Consiglieri di maggioranza con lo sguardo impaurito e spaesato. In silenzio Angelo Marzano, capogruppo di maggioranza, appoggiato al muro in piedi con il consigliere Pietro Mastropasqua, in attesa del verdetto finale. Intanto, qualcuno cercava di inviare alla disperata un sms ai consiglieri Cimillo e de Candia, quasi dispersi, mentre l’appello procedeva a singhiozzi. Insomma, uno scenario spettrale, mai registrato negli ultimi 6 anni di amministrazione Azzollini, ma nell’aria (e forse nelle intenzioni) già da stamattina, nonostante il clima disteso che Azzollini aveva cercato di comporre ad hoc.
Un’opposizione battagliera, quasi ispirata dai consigli di Quindici dopo l’ultimo Consiglio comunale, ha giustamente richiesto la chiusa immediata dell’appello. E la situazione è degenerata quando Camporeale ha dichiarato di dover consultare il regolamento comunale, pur essendo presidente del consiglio. Inutile ancora di salvezza. Alle armi anche il consigliere di maggioranza Pasquale Panunzio.
Chiuso l’appello, si è catapultato in aula un trafelato consigliere de Candia, senza giacca e quasi stupito dell’accaduto, mentre la consigliera Adele Claudio lo assaliva per il presunto errore commesso (non si esclude che il tutto fosse stato ben pianificato nei giorni passati). Solo dopo un quarto d’ora il consigliere Cimillo è arrivato a Palazzo Giovene, anch’egli molto nervoso e quasi indispettito.
Uno solo il dato politico schiacciante, evidenziato già da Quindici nell’ultimo periodo: la maggioranza non esiste più. Unico collante, le parole, le promesse e i ricatti politici del sindaco senatore Antonio Azzollini che per tutta la mattinata ha presidiato come un centurione romano la porta d’uscita dell’aula consigliere, quasi a voler impedire l’abbandono dei lavori da parte di qualche consigliere comunale di maggioranza in fibrillazione. Infatti, appena salpato per Roma (questa mattina al Senato era stato già calendarizzato il provvedimento sulla spending review), la maggioranza ha rotto gli ormeggi e ha manifestato, seppur con un balbettante silenzio, tutte le sue diatribe politiche interne. Non è passato inosservato il silenzio dei consiglieri di maggioranza, in particolare di Marzano, durante la discussione per i punti all’ordine del giorno discussi.
Tra l’altro, le modalità scelte dalla maggioranza per manifestare il dissenso verso Azzollini appare come l’ennesima pagliacciata costruita su misura. Questa volta l’opposizione ha davvero segnato uno scacco al re dopo i vani tentativi degli ultimi 4 anni e mezzo. Si attendono imminenti sviluppi politici.
 
La seconda convocazione del Consiglio comunale è stata fissata per mercoledì 1 agosto, alle ore 8, al palazzo Carnicella.
 
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Autore: Marcello la Forgia
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Il consuntivo andava "fatto licenziare", su questo non ci sono dubbi, se opposizione responsabile deve essere. La mancata approvazione di un bilancio consuntivo, è cosa gravissima che va ben oltre le schermaglie, pur legittime, tra maggioranza ed opposizione. Il regolamento IMU, pur con tutte le astrusità in favore del "popolo delle ville" (soprattutto quelle che hanno visto la "lincenziabilità", come case coloniche e sono tantissime), da parte della "maggioranza", anche quello andava fatto passare, garantendo il numero legale, non fosse altro che la mancata approvazione di qualsiasi regolamento, pur su una tassa deprecabile e odiata, avrebbe comunque creato guai seri. Detto questo, quel che è lecito apprezzare, sono i primi segnali di compattezza di una minoranza guidata da cavalli di razza come Piergiovanni e Amato, che quando s'è trattato di fare la voce grossa, l'hanno fatta eccome. Gli altri non sono da meno e, Abbattista, pure, ha sorprendentemente abbandonato quell'aplomb anglosassone... il che sta a dimostrare che a volte, uscire dai salotti buoni è più che positivo e serve in determinate circostanze... Chiaro che "gli extraparlamentari" nostrani (quelli che fanno le battaglie contro i mulini a vento), non vedono di buon occhio la rinascita di un'opposizione, per la semplice motivazione che vogliono godere di una specie di rendita di posizione, o di opposizione. In altri termini sono più funzionali allo status quo, il classico fumo negli occhi che gli elettori che vogliono un cambiamento reale, dovrebbero poter evitare. Quelli non vogliono nessun cambiamento, sia chiaro, per poter continuare imperterriti per gli anni a venire ad abbaiare alla luna (e, la sera ad andare a cena con il potere...)




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