TERLIZZI- Una clinica privata in una struttura pubblica. Ai domiciliari tre medici, sequestrato in modo preventivo il reparto di Oftalmologia-Oculistica dell’Ospedale “Sarcone” di Terlizzi (con facoltà d’uso). Questo l’esito dell’operazione «Open eyes», coordinata dal procuratore capo, dott. Carlo Maria Capristo, e dal sostituto procuratore, dott.ssa Simona Merra, dalla Procura della Repubblica di Trani.
Sono stati arrestati questa mattina dalla Guardia di Finanza di Molfetta, ai comandi del tenente Leonardo Rossi, il primario del reparto di oculistica dell’ospedale (Antonio Acquaviva, 56 anni di Bari) e due medici oculisti esterni alla struttura (Giuseppe Fanelli, 57 anni di Bitonto, e Vincenzo Mangione, 62 anni di Corato), accusati dagli inquirenti di aver violato le specifiche norme in materia sanitaria, procurandosi un ingiusto vantaggio patrimoniale e arrecando un danno di 140mila euro all’ASL BA/2 (per il periodo marzo-luglio 2012).
Le indagini sono partite a giugno 2012, dopo un’escussione (interrogatorio) di alcuni medici e infermieri del reparto per acquisire sommarie informazioni, cui seguì una disamina della documentazione acquisita (referti, cartelle cliniche e registri operatori), da cui si accertò subito dopo la violazione delle prescrizioni dettate dalla normativa regionale.
Nel successivo procedimento penale gli approfondimenti investigativi hanno consentito di accertare in pregiudizio dei tre medici condotte penalmente rilevanti (abuso d’ufficio e falso ideologico commesso da pubblico ufficiale in atti pubblici, le ipotesi di reato). Secondo gli inquirenti, i tre avrebbero organizzato e gestito all’interno dell’ospedale terlizzese un “centro di potere” in autogestione.
In particolare, il danno subito dall’ASL è dipeso dalle spese non obbligatorie che il primario avrebbe fatto lievitare agevolando i ricoveri dei pazienti dei dottori che la Procura ha considerato “abusivi”, poi operati dagli stessi, e dall’indebito utilizzo delle strutture del reparto da parte dei due medici esterni (sala operatoria, post letto e lavoro del personale ospedaliero).
Per di più, secondo gli accertamenti della Magistratura, il primario, per far figurare il reparto diretto come un’unità operativa complessa, avrebbe autorizzato ricoveri ospedalieri notturni non necessari di pazienti affetti da patologie oftalmiche, nonostante le relative prestazioni sanitarie potessero essere trattatte in day hospital o day surgey: perciò, sarebbe stato costretto ad attestare nelle cartelle cliniche dei pazienti che la loro permanenza era limitata al giorni, falsando la scheda di dimissioni ospedaliere.
Secondo quando accertato, nelle cartelle cliniche non erano riportati diagnosi, esami, condizioni cliniche, prestazioni effettuate e prescrizioni terapeutiche, non consentendo di ricostruire con esattezza la storia clinica del paziente soprattutto in caso di complicazioni. Gli stessi registri sono risultati privi di firma nello spazio riservato all’operatore: non vi è traccia della presenza dei medici esterni che avrebbero eseguito, su autorizzazione del primario, interventi oftalmici in sala operatoria, nonostante i due non appartenessero al reparto.
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