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Molfetta, stuprata dal branco a quattordici anni: 4 giovani arrestati dai carabinieri nella giornata contro la violenza sulle donne
25 novembre 2013

MOLFETTA – Nella giornata contro la violenza sulle donne anche i carabinieri di Molfetta fanno la loro parte arrestando 4 giovani accusati di uno stupro di gruppo. Sono accuse gravissime quelle per le quali il Giudice per le Indagini Preliminari di Trani, su richiesta della locale Procura della Repubblica, ha ordinato ai Carabinieri della Compagnia di Molfetta di arrestare quattro giovani, tutti maggiorenni, accusati di aver violentato in gruppo un ragazza quattordicenne.

Sono stati messi agli arresti domiciliari con le terribili accuse di violenza sessuale di gruppo e sequestro di persona, il tutto aggravato dal fatto che la vittima fosse minorenne, dal numero superiore a 5 degli stupratori e dalla circostanza che la povera ragazza abbia dovuto subire le violenze sottoposta a limitazioni della libertà personale.

Restano ancora da indentificare gli altri membri del gruppo, probabilmente minorenni.

I fatti risalgono alla primavera e all’estate dello scorso anno, ma la vittima ha trovato il coraggio di denunciare solo in un secondo tempo, terrorizzata dal fatto che il branco la potesse di nuovo aggredire.

La minuziosa ricostruzione dei fatti operata dai Carabinieri sotto l’attento coordinamento della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trani, ha consentito di acquisire un quadro indiziario gravissimo a carico degli odierni arrestati.

Ulteriori particolari saranno forniti in mattinata nel corso di una conferenza stampa dagli inquirenti del tribunale di Trani: il procuratore aggiunto Francesco Giannella e il Pubblico ministero Mirella Conticelli.

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.....che i fatti son sempre accaduti, non vuol dire che debbano continuare ad accadere! Allora dove la mettiamo l'evoluzione naturale e la civiltà? Vi racconto un avvenimento come testimone, parte partecipante e... offensiva. Era l'anno 1968, non ricordo il mese e il giorno, scusatemi. Imbarcato su un cargo mercantile, si fa scalo in Liberia, attraccando al molo di una insenatura o promontorio, per caricare minerale di ferro o alluminio, roba del genere. A fine giornata e dopo cena, decidemmo di uscire e inoltrarci per quella che sembrava una cittadina, capanne sparse in giro quà e là in una rigogliosa foresta, illuminata da falò di materiale incendiario, non certo da corrente elettrica. Premetto che eravamo una decina di baldi giovani, avventurosi e avventurieri (beata gioventù!) e senza paura. Incomincia così la nostra avventura: saluti e strette di mano con indigeni coperti alla men peggio, cercando di dialogare con atteggiamenti facciali e gesticolando. Orgogliosi di fare la nostra conoscenza (noi anche la loro), ci invitano nelle loro capanne per farci conoscere mogli e prole. Non vi dico il nostro imbarazzo a contatto con queste primitive visioni e situazioni conosciute solo dai racconti salgariani e filmati tipo Tarzan della Jungla. Si cerca di fare buon viso a cattivo gioco, poi lentamente, dopo aver capito il "dono" o "regalo" che ci veniva proposto dai maschi e capi del villaggio, si decide di tornarcene velocemente a bordo....giusto in tempo. La mattina dopo il capo del personale dell'Agenzia cui faceva riferimento la Società di Navigazione, ci ammonisce di non effettuare più nessuna "uscita" serale perchè, rifiutando o non accettando il "dono", il "regalo", ovvero il godere delle mogli dei cittadini del villaggio, avevamo OFFESO A MORTE il loro principio di "ospitalità", per cui, ci aspettavano per vendicarsi dell'offesa recatogli. Ecco un "falso" del regalo o dono. Si tratta di tutt'altro, non facile da scrivere e capire. Scusate se vi ho annoiati. Grazie.











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