MOLFETTA - E’ stata rigettata dal Gip dott. Roberto Olivieri Del Castillo la richiesta di scarcerazione per l’ing. Rocco Altomare (foto), ex dirigente dell’Ufficio Territorio del Comune di Molfetta che resterà perciò ancora rinchiuso nel carcere di Trani.
Anche il Pm dott. Antonio Savasta aveva espresso parere contrario alla scarcerazione. Il difensore di Altomare sperava che almeno venissero concessi al suo cliente gli arresti domiciliari, ma i giudici hanno ritenuto non sufficienti le dimissioni dall’incarico dell’ingegnere comunale, perchè potrebbe ancora commettere reati e inquinare le prove. E’accusato, infatti, di vari reati relativi a pratiche edilizie ed urbanistiche.
L’ing. Rocco Altomare nel suo primo interrogatorio si è avvalso della facoltà di non rispondere ed è probabile che fino a quando non deciderà di collaborare con la giustizia o quantomeno di rispondere alle domande dei giudici, resterà nel carcere di Trani per tutto il tempo previsto dalla legge.
L’ing. Rocco Altomare era stato nominato direttamente dal sindaco sen. Antonio Azzollini che in consiglio comunale ha respinto la richiesta di dimissioni presentate dall’opposizione di centrosinistra, con molta arroganza attaccando anche i giornalisti della Gazzetta del Mezzogiorno e di Quindici, che fanno il loro dovere di informare. Evidente la situazione di difficoltà di Azzollini, come appare anche in difficoltà l’assessore all’Urbanistica, Pietro Uva. L’opposizione sostiene che non potevano non sapere che tutte le pratiche urbanistiche del Comune passassero dallo studio privato A&D dello stesso Altomare.
Restano in carcere ai domiciliari anche il fratello di Rocco, Donato e il figlio Corrado, entrambi ingegneri, oltre agli architetti dello studio Giambattista Del Rosso e Gaetano Di Mola e i geometri Alessandro De Robertis e Nicolò De Simine.
E’ tornata in libertà invece, l’altra collaboratrice dello studio Altomare, l’arch. Marta De Giglio, forse in considerazione del fatto che ha da accudire un bimbo piccolo. Scarcerato anche il proprietario dell’Hotel Tritone il costruttore di 81 anni Mauro Spadavecchia (difeso dall’avv. Andrea Calò), accusato di reati meno gravi come quello della calunnia.
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