MOLFETTA – Brutta notizia per il sindaco di Molfetta sen. Antonio Azzollini, dovrà scegliere tra l’incarico di parlamentare e quello di primo cittadino di Molfetta. Sicuramente opterà per il seggio senatoriale e quindi si dovrà andare a nuove elezioni amministrative a Molfetta.
La tegola in testa è arrivata dalla Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittimi gli articoli della legge 60 del 1953 nella parte in cui non prevedono l'incompatibilità tra la carica di parlamentare e quella di sindaco di Comune con popolazione superiore ai 20mila abitanti.
La Consulta ricorda che ''nel corso di un giudizio, promosso da un cittadino nei confronti del sindaco del Comune di Catania ''Raffaele Stancanelli, ''per accertare in capo al convenuto la sussistenza della causa di incompatibilità tra tale carica e quella di senatore della Repubblica Italiana, e conseguentemente dichiararne la decadenza dalla prima in mancanza di esercizio del diritto di opzione - il Tribunale civile di Catania, con ordinanza emessa il 10 dicembre 2010, ha sollevato, in riferimento agli articoli 3, 51, 67 e 97 della Costituzione, questione di legittimità costituzionale: a) degli articoli 1, 2, 3 e 4 della legge 15 febbraio 1953, n. 60 (Incompatibilità parlamentari), nella parte in cui non prevedono l'incompatibilità tra la carica di parlamentare e quella di sindaco di Comune con popolazione superiore ai 20.000 abitanti''.
''Nel caso di incompatibilità tra le predette cariche degli enti locali e la carica di parlamentare nazionale - rileva la Consulta - la legislazione regionale siciliana non può operare, perché sussiste una riserva di legge statale, che l'art. 65 Cost. contempla espressamente al fine di assicurare una disciplina omogenea che rispetti e tuteli sia il principio di eguaglianza dei cittadini in tema di diritti politici che quello di unità dello Stato''.
Cosa succederà ora? E’ probabile che Azzollini cercherà di resistere. Infatti, come tutti gli esponenti del Pdl, il nostro sindaco non conosce la parola dimissioni e quindi dovrà essere il Senato a provvedere a dichiarare la sua decadenza.
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