MOLFETTA - Basta, non se ne può più dello spreco di denaro pubblico (vedi BLOG del Direttore) dell’amministrazione comunale, per di più in tempo di crisi e di richiesta di sacrifici agli italiani.
Quindici ha sollevato più volte il problema, ma tutto è caduto nel silenzio, anche delle opposizioni di centrosinistra, che dovrebbero invece chiedere conto di questa situazione.
Stiamo parlando dei parchi e dei giardini comunali sempre abbandonati a se stessi e oggetto di vandalismo continuo. L’ultimo scempio è stato compiuto ieri sera, intorno alle 22 ai danni del parco di rione Paradiso: alcuni ragazzi si sono introdotti nel recinto, già aperto e hanno dato fuoco alle panchine, ai giochi, al pavimento in gomma, bruciando anche alcuni materassi all’interno, mai tolti dall’Asm che avrebbe dovuto curarne la pulizia.
Che dire poi delle coppie che fanno l’amore a cielo aperto e anche di giorno? Lo sanno le forze dell’ordine che – come denunciano gli abitanti del quartiere - non passano mai da queste parti? I materassi bruciati, infatti, non erano lì per caso, ma erano stati portati dai giovani “ospiti” del parco per fare l’amore in modo più comodo. Perché allora non trasformarlo in... parco dell’amore, facendo pagare un pedaggio, come avviene in altri posti, così almeno l’amministrazione incassa qualcosa? Scherzi a parte, il problema è serio. Gli abitanti lamentano questo completo abbandono da parte delle istituzioni.
Ci chiediamo: a che serve realizzare parchi o rifare quelli distrutti consumando altri soldi pubblici per farsi belli e vantarsi come fa il sindaco sen. Antonio Azzollini con una bella inaugurazione e i soliti comunicati dell’ufficio propaganda del Comune? O si è in grado di gestire questi parchi e soprattutto di vigilare perché non siano distrutti dai vandali, oppure si eviti di continuare a spendere soldi dei cittadini solo per un problema di facciata, per nascondere gli altri fallimenti dell’amministrazione di centrodestra (tra l’altro anche quelli della realizzazione dei parchi alla fine si rivelano un fallimento perché qualche settimana dopo la realizzazione, vanno regolarmente distrutti).
A questo punto è meglio risparmiare questo denaro pubblico per riparare le strade cittadine che sono sempre più un colabrodo e continuano a creare problemi agli automobilisti e danni alle casse del Comune che deve risarcire automobilisti e pedoni per i danni subiti dalla mancata manutenzione delle strade.
La politica è gestione della cosa pubblica, è capacità di amministrare, che non si vede con presunti risparmi di bilancio ma guardando agli sprechi in altri capitoli di spesa. Se si crea un capitolo di spesa, o si fa un progetto, tale progetto deve essere complessivo, cioè deve prevedere anche la manutenzione del parco come nel caso in questione. Sappiamo tutti che ci sono difficoltà di spesa, impossibilità di assunzione, ma chi si considera un buon amministratore deve lavorare anche di fantasia creativa, magari con la collaborazione dei cittadini. Perché non affidare, ad esempio, la gestione del parco agli stessi abitanti del quartiere o concordare con loro il modo migliore per tenerlo efficiente?
La presunzione e l’arroganza amministrativa portano poi alle conseguenze giudiziarie che stiamo vedendo in questi giorni e che non sono ancora finite. L’opposizione di centrosinistra scenda in piazza, vada nel quartiere, discuta con gli abitanti di questi danni provocati dai vandali, coinvolga la gente su un patrimonio che è di tutti e per il quale sono stati spesi i loro soldi. Pretenda che nei nuovi quartieri siano realizzati i servizi e non solo le palazzine sulle lame e con volumetrie fuori della legge, che poi tocca alla magistratura sanzionare.
Una città alla mercé di abusivi e di illegalità di ogni tipo, dai fruttivendoli ai costruttori senza scrupoli, non può essere più tollerata. E’ ora che gli amministratori di fronte agli scandali coperti dal silenzio (il sindaco e l’assessore all’urbanistica Pietro Uva continuano a tacere su una vicenda gravissima come l’arresto del dirigente dell’ufficio territorio, ing. Rocco Altomare) e alla manifesta incapacità amministrativa, si assumano le proprie responsabilità e rimettano un mandato che non sono stati in grado di onorare.
Bisogna sapere anche uscire di scena quando è il momento giusto, se non si vuole essere travolti dagli avvenimenti e dalla rabbia popolare.
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