MOLFETTA - Brusio di critiche dopo il comunicato stampa del Comune di Molfetta sulla sistemazione del verde nelle aree di via Ruvo e nel rondò di via Terlizzi. Qualcuno ha parlato di «neo-populismo», qualcun altro di spreco di denaro pubblico se manca la manutenzione delle aree interessate. «Quanto durerà questo verde? - la domanda di un lettore - se non si fa manutenzione, è meglio lasciare le cose come stanno, soprattutto quando si distruggono gli alberi precedenti».
Oggetto di maggiori critiche, proprio la manutenzione. Ad esempio, dopo la riqualificazione, l’impianto d’irrigazione di Piazza Effrem e Piazza Roma non è stato più funzionante e il prato inglese si è deteriorato. «Lo sapete che va soprattutto concimato pena il deperimento dell'essenza? Lo avete previsto nell'appalto di cura e manutenzione o pensate che basta tosarlo periodicamente?», s’interroga un altro lettore. Oltre alla sistemazione dell’area a verde di via Ruvo, sarebbe stato opportuno ripristinare l’illuminazione su via Aldo Fontana per permettere ai residenti di passeggiare e muoversi con sicurezza anche la sera.
Comparto 16, area abbandonata. Quindici ha ricevuto anche una segnalazione riguardante un’area a verde ai margini del comporto 16 con soli quattro alberi di ulivo (foto). In realtà, si tratta di un’area adibita a servizi (piazza, campetti, area a verde, edificio scolastico, centro commerciale, ecc.), ma, mancando per Molfetta un Piano dei Servizi, non è possibile avviare qualsiasi opera di sistemazione, come per altre aree similari in tutto il territorio urbano di Molfetta. Le aree interessate dalla sistemazione del verde sono, invece, strutture stradali adibite alla canalizzazione del traffico, di solito abbellite con piantine, fiori e piccoli alberi.
Il Piano dei Servizi doveva essere redatto nel 2001, anno dell’approvazione del Prgc, come sancisce l’art.5 delle Norme Tecniche di Attuazione («entro sei mesi dall’approvazione del piano regolatore l’amministrazione comunale adotta un piano particolareggiato dei servizi finalizzato a coordinare le preesistenze e le previsioni di aree e di manufatti destinati a tale scopo»): la sua assenza è la prima reale motivazione di un degrado strutturale evidente nel comparto 16 (e in altre aree urbane, soprattutto periferiche), sanato solo con l’approvazione del Piano dei Servizi. Secondo l’art. 5 delle N.T.A., il Comune di Molfetta avrebbe dovuto portare in parallelo edificazione e servizi, programmando in primis il Piano dei Servizi.
Non dovrebbe stupire la collocazione marginale di questa area a servizi rispetto alle palazzine. Infatti, in tutte le nuove zone residenziali, altre a essere inutilizzate, le aree a servizi sono localizzate ai margini del comparto, perché si è preferito puntare sul cemento piuttosto che sul potenziamento degli standard di abitabilità e vita della zona. Insomma, il risultato è un quartiere dormitorio.
Purtroppo la situazione urbanistica di Molfetta non è tutta “rose e fiori”, come potrebbe apparire e come qualcuno vorrebbe far credere. Si rischia di vedere una città tutta costruita sul cemento e sul mattone, con tanti quartieri dormitorio, senza aree a servizi e ottimali standards di vivibilità.
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