MOLFETTA - Dopo lo scandalo edilizio “mani sulla città” scoppierà anche lo scandalo “mani sul porto” a Molfetta? E’ questo l’interrogativo che molti si pongono dopo il blitz di ieri mattina degli uomini del Corpo forestale dello Stato al Comune di Molfetta per sequestrare e fotocopiare fascicoli, documenti e supporti informatici relativi alla realizzazione della grande opera del nuovo porto commerciale, sulla quale è già stata aperta un’inchiesta dallo stesso sostituto procuratore della Repubblica di Trani, dott. Antonio Savasta che sta indagando anche sul “Sistema Altomare” che ha portato all’arresto dell’ex dirigente dell’Ufficio territorio del Comune di Molfetta, Rocco Altomare, di suo fratello Donato, del figlio Corrado e di altri tecnici dello Studio A&D che, secondo i magistrati, faceva capo allo stesso Altomare.
Ma l’inchiesta non si ferma a Molfetta, gli uomini della Forestale hanno effettuato perquisizioni e sequestri di documenti e supporti informatici anche a Ravenna nella sede della Cmc (Cooperativa muratori cementisti), la ditta che sta eseguendo i lavori al porto (nella foto, la draga della Cmc che sta operando a Molfetta).
Sequestri anche negli uffici portuali della Cmc a Molfetta.
L’inchiesta è partita dal rischio di distruzione dell’habitat della Posidonia, un’alga vitale per l’ecosistema marino. Sembra che siano state modificate le mappe che identificano l’area in cui si trovava l’alga, spostando la sua posizione in altra zona, distante da quella dei lavori della banchina del porto commerciale. In tal modo l’alga sarebbe stata realmente distrutta, mentre figurerebbe intatta solo sulle mappe manipolate.
Si sta indagando per verificare se oltre a questa operazione relativa all’alga, non siano state commesse altre irregolarità relative all’appalto del porto, al contratto, ai lavori. Insomma, un’indagine a 360° che potrebbe portare a clamorosi risvolti anche su questo fronte, sul quale, a causa del ritardo dei lavori di sminamento, i cittadini di Molfetta hanno già pagato un pesante risarcimento alla Cmc. La ditta di Ravenna ora potrebbe chiedere altri milioni di euro per un ulteriore risarcimento per i ritardi, col rischio che il porto alla fine non si faccia, ma sarà costato molto denaro ai contribuenti in un momento di crisi economica, che dovrebbe raccomandare maggiore prudenza nella spesa e nelle scelte di investimenti poco oculati e scarsamente produttivi come quello del nuovo porto di Molfetta. Un’opera che, però, continua ad essere caparbiamente voluta dal sindaco-senatore Antonio Azzollini, il quale rifiuta ogni possibile modifica di un progetto che si è rivelato, oltre che più costoso del previsto, anche di difficile realizzazione in tempi brevi.
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