MOLFETTA - Non poche polemiche in Consiglio comunale per l’adozione del Piano particolareggiato dell’agro, tra scontri accesi, toni pacati e presunte strumentalizzazioni.
Nel precedente consiglio, l’assessore all’Urbanistica Pietro Uva aveva esposto le direttive politiche dell’amministrazione Azzollini. L’ing. Rocco Altomare, dirigente del Settore Territorio, ha spiegato gli aspetti tecnici del piano, realizzato dopo due anni di studio e verifica sul posto.
Gli elementi del piano, i chiarimenti. «E’ uno strumento urbanistico di settore che disciplina le aree produttive agricole e incide sullo sviluppo e sulla situazione ambientale del territorio - ha chiarito l’ing. Altomare - puntiamo alla modernizzazione dell’ambiente agricolo attraverso conservazione, riconversione e efficienza, regolamentando tutela, assetto e trasformazioni in ambito rurale».
Impulso alle attività turistiche, uno degli aspetti propositivi del piano. «Nelle aree con una notevole vocazione turistica, abbiamo individuato quattro percorsi ciclabili, tutti collegati tra loro, punti di aree di sosta, ristorazione, bookshop - ha sottolineato - punteremo sull’agriturismo e sulla spesa in campagna, permettendo ai coltivatori di allestire delle strutture in loco per la vendita di frutta e verdura». Introdotto anche il concetto di borgo rurale, «un agglomerato di tipo urbano cui i viciniori possono far riferimento per l’utilizzo di qualsiasi tipo di servizio, senza essere costretti a muoversi verso la città».
Basilari per la pianificazione, gli elementi descrittivi. Non condivisi dall’opposizione l’analisi delle dinamiche insediative per l’uso del suolo, eseguita con il censimento del 2000 e foto ottenute da internet o in possesso dall’amministrazione, e lo studio di criticità e degradi. Infatti, secondo il consigliere di opposizione Mauro de Robertis (Sel) i 229 ettari di terreno incolto si concentrano nell’area costiera tra Molfetta e Bisceglie, in cui sono compresi il villaggio Nettuno, dove l’amministrazione vorrebbe impiantare un residence, e l’Oasi Wwf Torre Calderina, da cui si vorrebbe cassare il vincolo paesaggistico.
Ripresa la questione delle aree a rischio idrogeologico dal consigliere di opposizione Gianni Porta (Rif. Com.), perché non solo «è assente una carta idrogeologica per gli alvei delle lame», ma «Lama Martina-Cupa, definita come parco urbano, non compare contesti rurali». Se per le lame è presente il riferimento agli ambiti territoriali estesi del Putt/p, «il vincolo conformativo della lama non riguarda l’ambito rurale - ha replicato l’ing. Altomare - ma nel caso di modificazioni urbanistiche sarà preso in considerazione».
Chiarimenti per il consigliere di opposizione Nicola Piergiovanni (Sel) in merito a depositi agricoli e contesti rurali, in particolare per il CR4a di Lama Cupa (contesto antropizzato e/o periurbano in evoluzione), zona coltivata e ordinata che necessita di un regime di salvaguardia. Maggiori delucidazioni anche per il consigliere di opposizione Mino Salvemini (Pd) sugli obiettivi “esclusivi” per il contesto CR4a e sui motivi di ristrutturazione urbanistica da attuare nel contesto rurale.
Mancato un tavolo di concertazione con le categorie del settore agricolo per la redazione del piano, il rimprovero del consigliere di opposizione Saverio Patimo (Pd) che ha chiesto per i coltivatori locali maggiore attenzione da parte dell’amministrazione Azzollini, che «non ha ancora dotato il Comune di uno sportello informativo per gli agricoltori». Tavolo di concertazione con le categorie di settore dopo l’adozione e regolamento di uno sportello unico per l’agricoltura entro il 28 marzo, la replica del vicesindaco Uva.
Elencati gli elementi normativi in coda alla relazione, il dirigente Altomare ha esposto alcuni elementi propositivi: promuovere il sostegno socio-economico dell’agricoltura, le filiere agroalimentari, favorire le iniziative dei giovani e lo sviluppo, la cura e la manutenzione dell’ambiente rurale, garantire la tutela della salute, ammodernare le strutture agricole e mantenerle efficienti, semplificare i procedimenti amministrativi e integrare le attività dell’agro con quelle urbane.
CR4a, presunto conflitto d’interesse? Riconosciuti gli elementi positivi del Piano dell’agro, l’opposizione ha denunciato evidenti discrepanze tra la cartina dei contesti rurali ricevuta a inizio dicembre e quella presentata nella relazione dell’ing. Altomare. Il contesto rurale antropizzato e/o periurbano in evoluzione CR4a perimetra un’area a Levante (tra Lama Cupa, villaggio Belgiovine, litoranea e 16bis), ma anche una seconda area, alla Cala San Giacomo, comparsa dalla sera alla mattina. Opposizione perplessa e colta di sorpresa.
Querelle in aula. Palesato un eventuale conflitto d’interessi, perché in quell’area ci sarebbero le proprietà di alcuni famigliari di politici e tecnici impegnati nella redazione del piano. Smentite dell’assessore Uva, che ha invitato a «evitare toni accesi e accuse che non siano supportate da validi accertamenti». Intanto, il consigliere Salvemini ha sottolineato come la CR4a di Cala San Giacomo «non presenti alcun fenomeno d’influenza urbana, dunque non potrebbe essere classificata come contesto periurbano».
Il sospetto matura, i toni si accendono. Durante la relazione dell’ing. Altomare, l’opposizione ha conosciuto l’esistenza di uno studio realizzato dall’Università di Bari sull’agro di Molfetta, usato come supporto tecnico per la redazione del piano. Solo appunti, per il dirigente, ma «i contesti rurali individuati dall’università differiscono da quelli del piano - ha rimarcato Piergiovanni - non è segnalata la parte periurbana di Cala San Giacomo e sono differenti i confini del contesto CR4a per la parte di Levante».
«Il conflitto d’interesse è un limite che non fa guardare oltre e ci si accanisce contro l’ingegnere Altomare - la replica del consigliere di maggioranza Mauro Giancaspro (Pdl) - le paure dell’opposizione sono infondate, nessuno vuole cementificare il territorio e nel CR4 sarà impossibile costruire per le restrizioni imposte dalle norme di attuazione». Opposizione pregiudiziale, per Angelo Marzano, capogruppo Pdl in consiglio, «perché questo studio non solo approfondisce la conoscenza del territorio e ne valorizza l’uso, ma si dimostra innovativo rispetto a quanto fatto dalle precedenti amministrazioni comunali».
Proposti dall’opposizione alcuni emendamenti che avrebbero fugato ogni sospetto: eliminare la zona CR4a di Cala San Giacomo e ridefinirne la perimetrazione a Levante, alla luce dello studio dell’Università di Bari, con la sospensione della seduta. Proposte rigettate dal vicesindaco Uva che ha giustificato la CR4a su Cala San Giacomo come «zona cuscinetto tra la zona agricola e quella urbana». Spiegazione inconsistente, confermati i sospetti, l’opposizione ha espresso voto contrario all’adozione del piano di fronte alla chiusura politica dell’amministrazione.
Sul prossimo numero di marzo di Quindici, ulteriori approfondimenti, interviste e immagini esclusive sul Piano dell’agro.
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