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Libertas Molfetta: la spensieratezza del calcio, la difficoltà del primato
30 gennaio 2013

MOLFETTA - Era nell'aria… e puntualmente è avvenuto. Dopo un mese di prestazioni opache è giunta la sconfitta e per giunta fuori casa e contro la più seria antagonista in questo campionato di Eccellenza, il Cerignola. Ora la Molfetta deve e sottolineo deve dimostrare che merita questo primato. Lo deve fare nella partita forse più sentita dai tifosi, quella che la vedrà opposta al Terlizzi domenica di scena al Paolo Poli. 
In questi frangenti si notano alcuni aspetti che danno valenza a tutto il progetto. I miei articoli, che vogliono sommessamente comparare la mia "storia" del calcio a Molfetta con questa che si determina nel presente, hanno avuto delle riflessioni da parte dei lettori che mi hanno fatto certamente piacere.
Oltre alle puntualizzazioni che farò in seguito, vorrei prendere spunto dal lettore che ha come nickname "amara realtà". Vero, sembra non ci sia un progetto, ma una voglia caparbia, dell'attuale presidente, come quello di un recente passato, di dimostrare che egli può farcela da solo, senza l'aiuto di nessuno. Non pensano che sempre e comunque la squadra di calcio di una città è "dei suoi Tifosi", porta il Cognome della Città e con essa si identifica.
Voglio precisare che, anche se mai richiesto dall'interessato, mi sono fatto portavoce con lui, in tempi non sospetti, di un possibile "ampliamento" della partecipazione in questa società (non fatta da AZIONI… ma da quote societarie). Ma sono ancora qui ad attenderne risposta! Quindi mi accontento di andare al campo, pagare sempre e il biglietto e non richiedere mai il resto. A buon intenditor… Io sono convinto che solo con un progetto, una aggregazione di persone che sposano il progetto Calcio, si può guardare in modo positivo al futuro.
Ieri, Leggi Canonico, oggi Lanza, non vedo cambiamenti di sorta: il copione è simile. Entrambi usano la frase famosa del Meneghino: "Ci penso a tutto Io!". E' implicito capire cosa penso di "queste forme di individualismo fine a se stesso" e non rivolto alla collettività. Se a questo sommiamo che l'architettura della Squadra con settore tecnico accluso sono estrapolati dalla città e non immersi in essa, si capisce come il tutto si regge su criteri di precarietà assoluta!
E' encomiabile solo la fuoriuscita di danaro, e non sappiamo quanto e fino a quando, del presidente, ma oggi ritengo che gli equilibri sono delicati. Solo in presenza di una società forte, una città che ci crede, ed una squadra sostenuta e motivata si può raggiungere l'obbiettivo primario. Per chiudere un paio di precisazioni ai lettori. E' cosa buona leggere la storia della propria città. Solo studiando le dinamiche della città, e non stando al… bar si possono comprendere chi siano stati i protagonisti della città. E Sandro FIORE, nel 1984, lo era, a buon titolo!
Sento parlare di nuovo Stadio. Ma sapete che esiste già? C'era un progetto e l'area destinata a ridosso della Statale 16bis in direzione Bisceglie, recintata da mura, oggi terra degli Zingari. Ma a cosa serve un teatro senza una compagnia stabile di teatro?
A proposito di azioni. E' vero le associazioni sportive dilettanti compongono il proprio "Capitale" con quote associative e non Azioni. Però a quel tempo per dare impulso all'Associazionismo diffuso e popolare coniammo "Le Azioni della Molfetta Sportiva" per dare risalto all'iniziativa e muovere consenso intorno al fenomeno. Perché di fenomeno si è trattato all'epoca, unico e solo e con i diritti di copyright .
Alla prossima puntata e Alè Molfetta !
 
© Riproduzione riservata
Autore: Ennio Cormio
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