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Legambiente Molfetta, condotta reflui a Ponente: sì, ma solo con un progetto ecosostenibile
04 agosto 2012

MOLFETTA - Lo stato di salute delle acque locali e il progetto per la realizzazione della condotta sottomarina per lo scarico dei reflui depurati dei Comuni di Bisceglie, Corato, Ruvo di Puglia e Terlizzi in località Torre Calderina, realizzato dalla Regione Puglia (Servizio Ecologia), sono stati i temi cardine trattati durante la conferenza organizzata dal circolo di Legambiente Molfetta alla presenza del presidente Cosimo Roberto Sallustio.
Niente di confortante è emerso dalla presentazione dei risultati delle analisi delle acque molfettesi svolte dalla Goletta Verde nei siti di Torre Gavetone (presenza di ordigni bellici) e Torre Calderina (sversamento di scarichi fognari). In particolare, lo stato fortemente inquinato della costa di Ponente è la tangibile dimostrazione dei danni causati da un depuratore ormai non più funzionante. Nonostante un investimento cospicuo di circa 9 milioni di euro per l’adeguamento e il potenziamento dell’impianto, a maggio il depuratore è stato posto sotto sequestro da un’operazione congiunta della Guardia di Finanza di Barletta e dalla Capitaneria di Porto di Bari, a seguito di numerose irregolarità.
È evidente che per il funzionamento a singhiozzo dell’impianto nel mare di Ponente (scarico nei pressi di Torre Calderina) sono stati riversati reflui non trattati che hanno inasprito la già tragica situazione sanitaria e ambientale esistente (tra l’altro, la magistratura ha contestato anche lo stoccaggio illegale dei fanghi). Tra l’altro, sarebbe necessario far rispettare i divieti di balneazione vigenti, soprattutto alla spiaggia di Torre Gavetone.
Altro tema discusso sono stati i lavori per la realizzazione della condotta sottomarina in PRFV (Plastica Rinforzata con Fibre di Vetro) lunga 2km, di cui 50m on-shore e quasi 1,936km off-shore, con la costruzione di un impianto di spinta in prossimità dell’attuale scarico in battigia (foto). Sulla questione Legambiente ha voluto esprimere il proprio parere varando delle migliorie che potrebbero ottimizzare il progetto, rendendolo nel contempo più funzionale, attento alla tutela ambientale e alla salvaguardia dell’ecosistema marino.
Pur necessario, Sallustio ha definito il progetto «un modo per occultare ciò che i depuratori non fanno». E così emerge la prima preoccupazione di tipo igienico-ambientale. Cosa succederebbe alla condotta qualora l’impianto di depurazione non funzionasse? Insomma, si è partiti dal presupposto ottimista che tutto funzioni per il meglio, senza rendersi conto delle reali condizioni esistenti. Ma non è tutto.
Un altro fattore critico è la realizzazione del torrino a pochi metri da una delle più belle torri molfettesi che, oltre a deturpare il patrimonio naturalistico dell’oasi, avrebbe un impatto ambientale devastante. E ancora. Il trasporto dei reflui per circa 2km dalla costa, punto in cui convoglieranno i quattro depuratori delle cinque città in questione, potrebbero provocare danni agli allevamenti ittici presenti mediante la contaminazione dovuta alla proliferazione del batterio Escherichia coli.
Inoltre, nel progetto presentato dalla Regione Puglia non si fa cenno alla possibilità di realizzare dei pozzetti per verificare almeno la qualità visiva dell’acqua. Dunque, il torrino sarebbe chiuso e non ci sarebbe l’opportunità di effettuare controlli periodici.
Un’altra perplessità riguarda poi la necessità di tutelare l’area SIC Mare del Parco della Posidonia Oceanica. La presenza della Posidonia, pianta acquatica che favorirebbe l’attenuazione del moto ondoso e l’equilibrio dell’habitat marino, potrebbe essere danneggiata dall’acqua torbida che non permetterebbe il processo di fotosintesi.
Un’ultima osservazione ha riguardato il corretto dimensionamento della condotta. Infatti, sarebbe opportuno verificare, anche con delle simulazioni, se la lunghezza della condotta possa reggere il carico di quasi due tonnellate giornaliere di liquidi sospesi, per giunta convogliando il tutto in un unico punto. La soluzione per Legambiente sarebbe l’avvicinamento a un chilometro del punto di convoglio dei reflui, oppure la scissione in più punti della raccolta degli stessi in modo tale da evitare il sovraffollamento della condotta ed eventuali problemi di fermo impianto.
Tutte queste varianti saranno inviate nell’immediato alla Regione Puglia-Servizio Ecologia perché Legambiente approverebbe questa condotta sottomarina solo se supportata da un progetto scrupoloso e più approfondito che consideri i perfezionamenti apportati sempre con l’obiettivo di non pregiudicare il tratto costiero di Molfetta.
 
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Autore: Angelica Vecchio
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