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Le opposizioni chiedono un Consiglio Comunale urgente sulla incompatibilità del sindaco di Molfetta Azzollini
06 novembre 2011

MOLFETTA - Un Consiglio Comunale urgente  per contestare in via ufficiale al sindaco Antonio Azzollini l’incompatibilità tra le due cariche che ricopre, quella di primo cittadino e quella di Senatore della Repubblica.

E’ questa la richiesta che, nella giornata di ieri, è stata protocollata dai consiglieri comunali di Partito Democratico, Sinistra Ecologia e Libertà e Rifondazione Comunista – Federazione della Sinistra, affinchè la massima assise cittadina assuma i provvedimenti resisi necessari a seguito della sentenza della Corte Costituzionale n. 277 del 21 ottobre 2011 che ha sancito in via definitiva l’incompatibilità tra la carica di parlamentare e quella di sindaco di un Comune con più di 20.000 abitanti.
“Al di là delle decisioni che saranno assunte dalla Giunta per le Elezioni di Palazzo Madama – spiegano i consiglieri di opposizione nell’illustrare l’iniziativa –, chiamata ad esprimersi su questa vicenda solo per quel che riguarda le conseguenze che la pronuncia della Consulta avrà sulla composizione del Senato, il Consiglio Comunale ha il dovere di affrontare questo argomento per prendere atto della sopravvenuta causa di incompatibilità del sindaco (in ragione di tutte le motivazioni contenute nella sentenza della Corte Costituzionale) e per contestarla in via ufficiale ad Azzollini, nelle forme e con le modalità stabilite dal Testo Unico degli Enti Locali”.
“Abbiamo preso atto con stupore – proseguono i consiglieri di PD, SeL e Rifondazione – dell’immobilismo del Presidente del Consiglio Comunale che, nel rispetto delle istituzioni, avrebbe dovuto immediatamente convocare una riunione della massima assise cittadina ponendo con urgenza questo importantissimo punto all’ordine del giorno, ma, constatato il suo tergiversare, abbiamo ritenuto doveroso promuovere questa iniziativa affinchè il Consiglio si riappropri delle sue funzioni e si esprima con chiarezza su questo argomento”.
Ma cosa succederà ora? Sono gli stessi consiglieri comunali di opposizione a spiegarlo.
“Il Consiglio dovrà contestare al sindaco/senatore la sopravvenuta causa di incompatibilità, così come previsto dall’art. 69 del Testo Unico degli Enti Locali. A quel
punto Azzollini avrà dieci giorni di tempo per formulare eventuali osservazioni o per rimuovere l’incompatibilità, dimettendosi o da parlamentare o da primo cittadino. Se non vi dovesse provvedere, il Consiglio Comunale, nei dieci giorni successivi, dovrà deliberare la sua decadenza. Questo dice la legge. E noi, ovviamente, faremo fino in fondo, con senso di responsabilità e fermezza, la nostra parte perché queste norme vengano rispettate”.
“E’ sin dall’inizio di questa esperienza amministrativa che sosteniamo l’incompatibilità in cui versa il sindaco/senatore e la pronuncia della Consulta non fa altro che confermare in maniera inequivocabile le nostre tesi: è giunto il momento che Azzollini scelga e, oggi, non può più nascondersi. Il Consiglio Comunale, nella sua interezza, sarà chiamato a dare una grande prova di responsabilità e a dimostrare il suo rispetto per le istituzioni, per fare in modo che venga rapidamente superata l’anomalia di un sindaco che, per le due funzioni che esercita, versa in una evidente condizione di incompatibilità che, tra l’altro, espone a gravi rischi di legittimità tutti gli atti adottati dall’amministrazione”.
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