Le artificiose notizie dei dilettanti allo sbaraglio dell'informazione locale a Molfetta. Fuga di documenti e ipotesi di reato da Procura della Repubblica
MOLFETTA - Nel desolante scenario dell'informazione cosiddetta locale, con una pletora di dilettanti allo sbaraglio e di qualche caso di demenza senile, in questi giorni si fa a gara alla caccia alla notizia (meglio sarebbe dire alle streghe), soprattutto se è contro l'attuale amministrazione comunale di centrosinistra (e ancor più contro il sindaco Paola Natalicchio) nell'errata convinzione che si faccia buon giornalismo solo contro chi governa e non finalizzata al bene comune e all'interesse dei cittadini per il miglioramento della qualità di vita complessivo di Molfetta. Ma quando quest'informazione è figlia di una strategia comunicativa orchestrata dall'opposizione e fraudolentemente condivisa da presuntuosi mestieranti, il problema diventa di etica professionale, anche se questo termine è sconosciuto ai praticoni. Così si scade nel giornalismo spazzatura.
Ebbene la ingannevole e artificiosa "notizia" del giorno sembra essere quella che riguarda un episodio, assolutamente deprecabile, relativo a una dirigente comunale che trasferisce se stessa ad altro ufficio, un atto inqualificabile, ma dietro al quale si nasconde la vera notizia, che, nella foga iconoclasta, o per imperizia professionale, è stata ignorata. I cronisti improvvisati dovrebbero imparare a guardare sempre cosa c'è dietro la semplice notizia. Ecco perché Quindici si fregia dello slogan "quello che gli altri non dicono", riferito non tanto alla singola notizia di cronaca, che si può anche bucare, ma a quelle scomode e che qualcuno vuole occultare con la complicità di media amici. È noto, infatti, non siamo ingenui, che alcuni articoli di qualche sito vicino al senatore e probabilmente di sua proprietà, siano scritti direttamente da lui e puntualmente pubblicati senza firma da servi fedeli, oppure sollecitati dallo stesso a fini politici.
In questo caso ci riferiamo alla fuga di documenti comunali, riservati o comunque interni agli uffici, verso gli ex amministratori del centrodestra, che li utilizzano per fare opposizione, in mancanza di altri argomenti politici o amministrativi, dei quali mostrano di essere a digiuno. Alcuni di loro si sono perfino trasformati da agnelli in lupi, forse per guadagnarsi future candidature.
A parte eventuali ipotesi penalmente rilevanti, che lasciamo alla valutazione della Procura della Repubblica, ci sono aspetti non soltanto di etica, quanto di dovere di riservatezza professionale, sanzionabili in via disciplinare, dopo un'opportuna inchiesta interna fra i dipendenti comunali, per evitare che il comportamento censurabile di pochi, finisca per squalificare tutti, soprattutto quelli, e sono tanti, che svolgono correttamente il proprio lavoro.
Ma la curiosità professionale del cronista non si ferma in superficie a questa eclatante notizia della fuga di documenti protocollati verso l'entourage di Azzollini, fatto che non è la prima volta che avviene, bensì agli interrogativi che suscita nell'opinione pubblica.
Cosa c'è dietro questa operazione, che spiega e giustifica i trasferimenti di dipendenti operati dalla nuova amministrazione, non tanto motivati dallo spoils system, quanto dalla garanzia di imparzialità nel proprio lavoro. Non dimentichiamo che l'ex sindaco Azzollini, secondo l'accusa della Procura di Trani dell'indagine del porto, avrebbe gratificato i dipendenti, ci chiediamo qual è il prezzo di questo "servizio"? Si configurano ipotesi di voto di scambio? Questi documenti possono essere utilizzati come arma di ricatto verso qualcuno?
Sono i consiglieri comunali dell'opposizione a sollecitare questa fuga di notizie? Oppure sono gli stessi dipendenti ad essere più realisti del re, privilegiando la loro servitù verso qualcuno rispetto ai propri doveri di ufficio, magari nella segreta speranza di future gratificazioni, in caso di ribaltamento dell'amministrazione attuale eletta dalla maggioranza dei cittadini votanti?
Si tratta di interrogativi inquietanti che giriamo agli amministratori comunali, alla magistratura e a chiunque sia deputato a vigilare sul rispetto della legge.
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