La meridiana Molfetta: un libro in memoria del piccolo Zaher Rezai per rilanciare l’educazione alla cittadinanza
Oggi alle 18 la presentazione on line sul sito delle edizioni la meridiana in cui sarà commemorato anche Pathe Sabally
MOLFETTA - Venezia, Italia. Due storie di immigrazione scuotono la comunità. La prima è quella di un bambino, Zaher Rezai, minore afghano giunto a Venezia e morto poco prima di raggiungere un posto sicuro in cui chiedere asilo. La seconda è quella di Pateh Sabally, gambiano morto suicida nel Canal Grande. Due storie drammatiche che ci ricordano la necessità di avviare percorsi di inclusione, cittadinanza e solidarietà, che edizioni la meridiana vuole riportare al centro del dibattito pubblico, per rilanciare la riflessione sul tema dell’accoglienza e della solidarietà interculturale, anche ai tempi dell’emergenza Covid.
Alla storia del piccolo Zaher, la casa editrice dedica un libro, patrocinato dall’UNHCR e illustrato da Letizia Camilletti. Il libro è il frutto editoriale di un progetto di didattica su
migrazioni, intercultura e inclusione pensato per le scuole da Giuseppina Fioretti. Il progetto è stato realizzato in collaborazione con Gianna Viale, coinvolgendo differenti figure esterne al circuito scolastico tra cui don Nandino Capovilla, Marie Louise Niwemukobwa, Enrica Battista e Francesca Grisot. La tragedia di Zaher accadde a pochi chilometri di distanza dal plesso scolastico Diego Valeri di Favaro Veneto.
Il bambino, minore non accompagnato, era appena sbarcato al porto di Venezia ed è deceduto sotto il camion con cui tentava di raggiungere un luogo sicuro in cui chiedere asilo. In prossimità della scuola si trova un centro di accoglienza per minori stranieri non accompagnati. A volte questi stessi ragazzi, nei loro percorsi di integrazione, frequentano le classi dell’istituto comprensivo. Una sezione del Bosco di Mestre è stata intitolata a Zaher e, in sua memoria, vi è stato istallato un monumento donato dall’artista Luigi Gardenal. Proprio dopo una visita al bosco di Zaher e a seguito della grande curiosità ed empatia mostrata dai bambini, è partito il laboratorio didattico i cui risultati sono stati raccolti nel libro.
La prima presentazione del libro prova ad andare ancora oltre e a connettere memoria della tragedia di Zaher a quella di Peteh Sabally, di cui domani ricorre l’anniversario e la giornata della memoria. Alla presentazione online saranno presenti le autrici del libro, Giuseppina Fioretti, Francesca Grisot e Gianna Viale, insieme a Letizia Camiletti, illustratrice, e a don Nandino Capovilla, parroco della Chiesa della Resurrezione di Marghera (VE). Presenti anche Amadou Joof, Lamin Camara, Anna Scannapieco e Ibrahima Lo, amici di Pateh e membri dell'Associazione La casa di Amadou.
“Con il libro e la presentazione vogliamo tornare a parlare di accoglienza, intercultura, inclusione delle persone migranti. Un tema che sembra finito nel dimenticatoio, a causa dell’emergenza sanitaria in corso, ma che non può non starci a cuore. Perché ora più che mai dobbiamo restare costruttori di relazioni interculturali, di fratellanza, di tutela del diritto alla mobilità internazionale, all’infanzia, al contrasto a ogni forma di disuguaglianza sociale e di razzismo”, afferma Elvira Zaccagnino, direttrice di edizioni la meridiana.
La presentazione del libro si svolgerà online oggi pomeriggio, in diretta sulla pagina Facebook di edizioni la meridiana, a partire dalle ore 18. Durante l'evento, Anna Scannapieco e Ibrahima Lo, in collegamento da Venezia, compiranno un gesto commemorativo in memoria di Pateh Sabally, gettando nelle acque del Canal Grande una corona di fiori.