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Ferragosto a Molfetta condito al sapore di alga tossica Sintomi da intossicazione per alcuni bagnanti. Dopo il caldo, il maltempo ha diffuso le tossine. ARPA Puglia: costa Trani-Molfetta pulita e balneabile. Ma i casi aumentano. I suggerimenti del Ministero
14 agosto 2012

MOLFETTA - Disfagea (difficoltà nel deglutire), starnuti, nausea, vomito e dolori addominali. Pochi casi i di occhi rossi, tosse e malessere generalizzato. Questi alcuni dei sintomi che nell’ultima settimana avrebbero colpito alcuni bagnanti (e non) molfettesi entrati a contatto con l’alga tossica. Anche se non si esclude che questi tipo sintomi possano essere stati provocati da sostanze tossiche nell’acqua, come metalli o agenti biotici.
È probabile che il gran caldo e l’assenza di correnti perturbanti alla fine di luglio abbiano favorito la proliferazione dell’alga tossica, mentre il maltempo di questi giorni ha di sicuro facilitato l’inalazione delle tossine (palitossina) o dei frammenti di alghe, senza dimenticare l’intossicazione anche per via alimentare (la tossina può accumularsi nei prodotti ittici o essere ingerita durante una nuotata).
Tra i suggerimenti terapeutici, il lavaggio vigoroso con acqua e sapone, seguito da strofinamento con alcool per massaggi e dall'applicazione di idrocortisone 1% due volte al giorno. Tuttavia, i sintomi dovrebbero dissolversi in 24/48 ore.
Già da tempo la Procura di Trani ha aperto un'indagine per identificare le cause dei disturbi, che probabilmente sono riconducibili all’inquinamento marino. Ad esempio, non è più un mistero che lo scarico dei liquami non trattati a Torre Calderina e il disperdersi di agenti chimici dai numerosi residui bellici disseminati sui fondali vicino Molfetta abbiano non solo depauperato il patrimonio naturalismo marino, ma soprattutto infestato le acque con gravi conseguenze per le persone.
Del resto, non sarà un caso che proprio nel bacino delle tre cale locali e su alcuni tratti di litorale molfettese in determinate giornate di caldo alcuni bagnanti abbiano intravisto in controluce a pelo d’acqua uno strano strato oleoso, come se fosse stata poggiata una patina opaca. Forse sarebbe opportuno eseguire ulteriori controlli.
Lo scorso luglio la Procura di Trani ha illustrato i primi risultati dell'inchiesta. Secondo gli investigatori il fenomeno dell’alga tossica non si può arrestare, ma solo tamponare. Eppure, secondo i dati forniti dall’ARPA Puglia, il tratto di costa Trani-Molfetta sarebbe pulito e balneabile. Dati stranamente in discordanza con quelli della Procura di Trani, ma soprattutto con le sintomatologie riscontrate quotidianamente e con la realtà di alcune criticità locali, come quella dello scarico dei liquami a Torre Calderina.
Di sicuro, è necessario verificare le metodiche di prelievo dei campioni di acqua perché l’alga tossica è presente, non è una fisima o una fantasia. A questa, poi, si aggiungono altri elementi inquinanti, come fosforo e azoto, prodotti in particolare dagli scarichi a mare abusivi (soprattutto nella zona di Boccadoro tra Barletta e Trani) e dal cattivo funzionamento dei depuratori.
Dunque, attenzione all’alga tossica. Alcuni segni caratteristici per riconoscerne la presenza: formazione di schiuma in superficie, presenza di materiale gelatinoso in sospensione, opalescenza dell’acqua, formazione di una pellicola bruna e membranosa sott’acqua.
Lo stesso Ministero della Salute ha definito alcune linee guida per ridurre i possibili effetti dannosi da contatto con microalghe tossiche. Innanzitutto, la pulizia della battigia per impedire l'accumulo di macroalghe: a Molfetta le operazioni di pulizia procedono molto lentamente e le alghe già rimosse sono state depositate a Cala san Giacomo, incrementando il degrado ambientale dell’area. Infatti, la presenza di alghe decomposte sulla battigia (come alla Prima Cala, che è anche stazione di campionamento ARPA) può limitare la qualità e deteriorare la salubrità dell'aerosol marino per l'azione meccanica del mare.
Inoltre, sarebbe opportuno che le autorità competenti intensifichino i controlli sulla raccolta di prodotti ittici commestibili, mentre coloro che sono affetti da disturbi respiratori dovrebbero subito allontanarsi dalla spiaggia nel caso avvertano lacrimazione agli occhi, irritazione alle vie respiratorie o altri disturbi. Insomma, nessun inutile allarmismo, ma è necessaria una maggiore attenzione al fenomeno da parte del Comune di Molfetta e degli organi competenti (Asm, Asl, ARPA). In particolare, da parte degli stessi bagnanti nella scelta della zona di balneazione.
 
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Autore: Marcello la Forgia
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TESTO DELLA CELEBRE CANZONE DEL NOSTRO CONCITTADINO IL MOLFETTESISSIMO MICHELE SALVEMINI IN ARTE "CAPAREZZA" -VIENI A BALLARE IN PUGLIA- STA DIVENTANDO L'INNO CONTRO IL DEGRADO DELLE PERIFERIE E GLI ATTI DI VANDALISMO PERPRETATI NEL TERRITORIO DEL COMUNE DI MOLFETTA. -------------------- I delfini vanno a ballare sulle spiagge. Gli elefanti vanno a ballare in cimiteri sconosciuti. Le nuvole vanno a ballare all'orizzonte. I treni vanno a ballare nei musei a pagamento. E tu dove vai a ballare? RIT: Vieni a ballare in Puglia Puglia Puglia, tremulo come una foglia foglia foglia. Tieni la testa alta quando passi vicino alla gru perchè può capitare che si stacchi e venga giù. Ehy turista so che tu resti in questo posto italico. Attento! Tu passi il valico ma questa terra ti manda al manicomio. Mare adriatico e Jonio, vuoi respirare lo iodio ma qui nel golfo c'è puzza di zolfo, che sta arrivando il demonio. Abbronzatura da paura con la diossina dell'ILVA. Qua ti vengono pois più rossi di Milva e dopo assomigli alla Pimpa. Nella zona spacciano la morìa più buona. C'è chi ha fumato i veleni dell'ENI, chi ha lavorato ed è andato in coma. Fuma persino il Gargano, con tutte quelle foreste accese. Turista tu balli e tu canti, io conto i defunti di questo paese. Dove quei furbi che fanno le imprese,no non badano a spese, pensano che il protocollo di Kyoto sia un film erotico giapponese. RIT: Vieni a ballare in Puglia Puglia Puglia dove la notte è buia buia buia. Tanto che chiudi le palpebre e non le riapri più. Vieni a ballare e grattati le palle pure tu che devi ballare in Puglia Puglia Puglia, tremulo come una foglia foglia foglia. Tieni la testa alta quando passi vicino alla gru perché può capitare che si stacchi e venga giù. E' vero, qui si fa festa, ma la gente è depressa e scarica. Ho un amico che per ammazzarsi ha dovuto farsi assumere in fabbrica. Tra un palo che cade ed un tubo che scoppia in quella bolgia si accoppa chi sgobba e chi non sgobba si compra la roba e si sfonda finché non ingombra la tomba. Vieni a ballare compare nei campi di pomodori dove la mafia schiavizza i lavoratori, e se ti ribelli vai fuori. Rumeni ammassati nei bugigattoli come pelati in barattoli. Costretti a subire i ricatti di uomini grandi ma come coriandoli. Turista tu resta coi sandali, non fare scandali se siamo ingrati e ci siamo dimenticati d'essere figli di emigrati. Mortificati, non ti rovineremo la gita. Su, passa dalla Puglia, passa a miglior vita. RIT: Vieni a ballare in Puglia Puglia Puglia dove la notte è buia buia buia. Tanto che chiudi le palpebre e non le riapri più. Vieni a ballare e grattati le palle pure tu che devi ballare in Puglia Puglia Puglia dove ti aspetta il boia boia boia. Agli angoli delle strade spade più di re Artù, si apre la voragine e vai dritto a Belzebù. O Puglia Puglia mia tu Puglia mia, ti porto sempre nel cuore quando vado via e subito penso che potrei morire senza te. E subito penso che potrei morire anche con te.

Uno dei casi di alterazione degli ecosistemi acquatici più rilevanti è l'eutrofizzazione, ovvero un processo di arricchimento in sali nutritivi di un corpo d'acqua ad opera di immissari (fiumi, corsi d'acqua, sbocchi cloacali, ecc.). L'aumento dei sali nutritivi (composti azotati e fosforati: nitriti, nitrati, ammoniaca, fosfati) provoca l'abnorme crescita di batteri eterotrofi e di organismi vegetali. Attraverso i processi di assimilazione i sali nutritivi vengono organicati e diventano materiale batterico o vegetale, entrando pertanto nella catena alimentare, cioè nel rapporto di predazione e nutrimento degli organismi acquatici. Nel caso in cui vi sia un eccessivo apporto di sostanza nutritive si può verificare un abnorme sviluppo del fitoplancton negli strati superficiali, che crea torbidità e impedisce alla luce di penetrare nelle acque più profonde. Già poco al di sotto della superficie, la mancanza di sufficiente illuminazione impedisce la fotosintesi clorofilliana e di conseguenza la produzione di ossigeno. Nel contempo aumento il consumo di ossigeno dovuto sia all'aumento del numero di organismi presenti, sia ai grandi quantitativi di sostanza organica in decomposizione che continuano a essere prodotti e tendono a sedimentare sul fondo. In un bacino eutrofico, quindi, l'ossigeno tende a scomparire completamente dagli strati profondi rendendovi impossibile ogni forma di vita acquatica, fatta eccezione per i batteri anaerobi. L'aumento di materiale organico, la diminuzione dell'ossigeno disciolto, l'aumento della temperature e della torpidità dell'acqua portano a fenomeni di eutrofizzazione più frequenti nei periodi estivi. Queste circostanze unite ad altre negatività, rende il mare vulnerabile e può creare i presupposti per l'insorgere di gravi manifestazioni di eutrofizzazione (fioriture algali) qualora venga alterato il delicato equilibrio marino. Le alghe responsabili delle fioriture marine nell'Alto Adriatico appartengo alle famiglie delle Diamotee e dei Dinoflagellati. Le Diamotee sono alghe unicellulari che vivono isolate e possono formare colonie filamentose,m producendo una sostanza gelatinosa che permette alle cellule di aderire l'una all'altra. Questa sostanza gelatinosa costituisce, nel caso delle fioriture algali, una massa mucillaginosa depositata sul fondo o in sospensione che impregnandosi di particelle di fango o di altri materiali può conferire colorazioni diverse alle acque. Fenomeni di fioritura algale in Adriatico sono descritti dalla letteratura scientifica già nell'Ottocento. Le alterazioni che si sono verificate a partire dal 1988 nei periodi estivi hanno assunto dimensioni elevate e grande risonanza pubblica poiché rendono sgradevole la balneazione e pregiudicano l'attività della pesca. Il problema maggiore è dovuto al fatto che l'azione dei batteri necessita di ossigeno, per cui, in condizioni di alta concentrazione delle sostanze, le acque possono andare in anossia. In questo caso la degradazione avviene ad opera di batteri anaerobi e porta alla formazione di sostanze tossiche come l'acido solfidrico, l'ammoniaca e il metano. – Insomma, ne abbiamo creati di problemi!

Situazione alla prima cala ieri mattina: fino alle 10 mare calmo , poi si è alzato il vento. Molti hanno avuto già sulla spiaggia i primi sintomi che si citano nell'articolo, alcuni hanno iniziato ad imprecare. Credo che qualcuno abbia avuto anche la febbre dopo qualche ora. Comunque, il consiglio che posso dare ai molfettesi e quello di evitare di farsi il bagno a Molfetta: le acque sono inquinate (reflui, inquinanti chimici, alga tossica e chissà cos'altro che non ci dicono). Evitate di portare i vostri bambini e soprattutto chi è affetto da una serie di disturbi respiratori. Certo, è un duro colpo per Molfetta ma forse sarebbe ora di guardare in faccia la realtà e iniziare a trovare delle soluzioni al problema. Forse si può solo tamponare, ma si potrebbe iniziare da una maggiore pulizia delle coste o un provvedimento per risanare le coste. La realtà è questa e non credete che dalle altre parti sia migliore. Magari a Molfetta ci sono degli angoli di mare puliti, ma questi sono stati lottizzati e consegnati ai lidi: vuol dire che il cittadino che non può pagarsi il lido è costretto a fare il bagno nelle acque sporche e luride della spiaggia libera, maltrattata dalle istituzioni, rischiando la sua stessa salute. Ma questa è la nostra sociatà. Si lucra pure sulla paura delle persone. Pensate a quei lidi dove, pur essendo le acque sporche, permettono ai bagnanti di fare il bagno. Anzi, nemmeno li avvisano del pericolo per la propria salute e li dirottano all'interno su piscine e altri confort.Poi ci sono i bagnanti testardi, altra categoria. Attenzione anche alle chiazze oleose a pelo d'acqua. Anche io ho visto una patina opaca alla Prima Cala: non mi sono fatto il bagno, ma molti altri sì. Mi sono chiesto: com'è stato possibile? Non è che per caso le nostre falde acquifere sono così inquinate che queste acque non più salubri si riversano nel mare? Qualcuno ha fatto uno studio? Quindici, io ti consigliere di prelevare un campione e fare delle analisi. Magari solo tu poi dirci la verità sullo stato del nostro mare: qui tra Comune, Arpa, Asl e quant'altro non ci si può più fidare...


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