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Emergenza profughi a Molfetta: possibili arrivi di libici, sub sahariani, somali e eritrei
Sbarcati a Lampedusa lo scorso 28 aprile quasi 3mila profughi libici, misti a somali, eritrei, nigeriani, pakistani e tunisini, in precarie condizioni. Nelle prossime settimane si attendono nuovi arrivi al Centro di Accoglienza «Don Tonino Bello». Fermi a Molfetta 8 tunisini
06 maggio 2011
MOLFETTA
- L’emergenza profughi continua. Il 28 aprile sono ripresi gli sbarchi a Lampedusa (quasi 3mila persone), ma i flussi sono cambiati: il 90% sono libici, mescolati a somali, eritrei, nigeriani, pakistani e tunisini. Le coste libiche, il punto di partenza (non più Sfax, in Tunisia): non piccoli barconi, ma pescherecci molto grandi in cui le persone, stipate all’inverosimile, affrontano un viaggio di quasi 2 giorni.
Precarie le loro condizioni: donne incinte e minori, provati dal viaggio, bagnati e stanchi. La macchina dell’accoglienza, ora gestita dalla Protezione Civile, ha sistemato tutti i migranti, ma una parte è stata già trasferita sulla penisola per essere smistata nei centri di accoglienza.
Da alcune interviste ai profughi, si è appreso che in Libia le forze governative hanno ammassato sulla costa nord di Tripoli tutti i migranti, per poi spedirli verso l’Italia. Molti hanno dovuto attendere anche alcune settimane prima di partire, perché non era stato raggiunto il numero previsto per l’imbarco.
È probabile che al
Centro di Accoglienza «
Don Tonino Bello
»
(che ha accolto dal 15 aprile 29 tunisini), coadiuvato dalla Protezioni Civile di Molfetta sin dall’inizio, arriveranno nelle prossime settimane altri profughi, fuggiti da guerra e persecuzioni e richiedenti asilo politico. Un’incognita, la gestione dell’emergenza che sta assumendo le stesse proporzioni di quella albanese negli anni ’90. Infatti, alla Puglia sono stati assegnati quasi 3500 profughi, ne sono arrivati appena 173 (presenti in Puglia appena 50): l’emergenza non è terminata, non si sa se e quando finirà.
Intanto, nell’incontro dallo scorso 29 aprile tra Protezione Civile della Regione Puglia, responsabili delle strutture di accoglienza e sindaci dei Comuni interessati sono stati programmati i prossimi interventi umanitari.
Al Centro di Accoglienza sono rimasti 8 tunisini, senza punti di riferimento e in cerca di lavoro. Un’incognita il permesso di soggiorno di 6 mesi concesso dal Governo italiano: cosa faranno alla scadenza? Lavoreranno a nero, torneranno in Tunisia? Preoccupante anche la ricerca del lavoro: perché non creare dei laboratori per insegnar loro le basi di un mestiere?
© Riproduzione riservata
Autore:
Marcello la Forgia
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Mani Tese
09 Maggio 2011 alle ore 12:44:00
Rivolgo una preghiera a tutti i Centri di Accoglienza: fate sì che i profughi non sostino davanti a negozi, magazzini e super-mercati elemosinando. Umiliante penso e credo, più per noi che assistiamo a questi disumani atteggiamenti. Perchè non continuare e aumentare le raccolte di generi alimentari e altri beni essenziali! Fidatevi del buon cuore della gente! Ripeto: evitate "la mano tesa" di un uomo davanti a un suo simile. Grazie.
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