Due marittimi molfettesi in ostaggio dei pirati nella zona di Aden
MOLFETTA - Due marittimi molfettesi sono stati presi in ostaggio dai pirati: sono il direttore di macchina Ignazio Angione di 54 anni e il cuoco Filomeno Troilo di 60 anni.
I due sono nel gruppo dei 16 uomini dell'equipaggio del rimorchiatore rimorchiatore "Bucaneer" (nella foto) sequestrato questa mattina dai pirati mentre si trovava in navigazione a circa 70 miglia a sud est di Aden, tra Somalia e Yemen.
il rimorchiatore, appartenente alla compagnia di navigazione Micoperi di Ravenna, è stato abbordato dai pirati che in quella zona spesso compiono incursioni allo scopo di chiedere denaro come riscatto.
Il "Bucaneer" aveva lanciato un segnale di SOS captato dalla unità navale della marina militare portoghese "Corte Real", troppo distante dal rimorchiatore italiano per poter giungere tempestivamente in aiuto, e poi ha interrotto i contatti. La nave, partita da Singapore rimorchiando due chiatte, era diretta in Italia.
La nave stava trasportando due bettoline da Singapore a Suez. Secondo informazioni diffuse dai responsabili di programmi keniani di assistenza marittima, confermate dalla stessa Micoperi (per cui serviranno dalle 24 alle 36 ore per risolvere la questione), gli italiani a bordo sono in buone condizioni.
Il ministero degli Affari Esteri, tramite l'Unità di Crisi, in contatto con le altre istituzioni competenti, segue da vicino la vicenda. "Sono in atto – si legge in una nota della Farnesina – meccanismi di coordinamento a livello nazionale e si stanno valutando possibili forme di raccordo a livello internazionale per la gestione della vicenda".
Anche il sindaco Antonio Azzollini è in costante contatto con l'unità di crisi della Farnesina, con i comandi locali delle Capitanerie di Porto e con l'armatore della nave sequestrata dai pirati in Somalia, «per seguire momento per momento l'evolversi di questo tragico evento. Resto personalmente vicino alle famiglie dei due marinai molfettesi coinvolti e auspico una rapida e positiva soluzione di questa vicenda affinché tutti i dieci italiani dell'equipaggio ancora in ostaggio possano tornare sani e salvi alle loro case».