Delitto Bufi, chiuso un altro capitolo: assolti definitivamente i carabinieri coinvolti
MOLFETTA – Si chiude definitivamente un altro capitolo del delitto di Annamaria Bufi (foto) e della lunga vicenda giudiziaria che dura da quasi 18 anni, senza che si sia riusciti a stabilire la verità sull’omicidio e a individuare il colpevole, tutt’ora impunito.
Ad essere assolti definitivamente perché i fatti non sussistono, questa volta sono i 4 carabinieri coinvolti nella vicenda: l’ufficiale Pietro Rajola Pescarini, il maresciallo Antonio Rosato, i luogotenenti Vito Lovino e Luigi Policastri.
A deciderlo è stata la V sezione della Corte di Cassazione che ha rigettato l’istanza delle parti civili e del Procuratore capo di Potenza, contro la sentenza della Corte di Appello del capoluogo lucano che aveva assolto con formula piena i quattro militari.
I carabinieri erano accusati di falso per aver attestato l’esito negativo della perquisizione, eseguita il 4 febbraio 1992, a casa di uno dei sospettati durante le indagini sull’omicidio, e per aver omesso di attestare la presenza, durante quella perquisizione, dell’appuntato Antonio Caldarulo, autore del presunto ritrovamento di un paio di scarpe sporche di fango a casa del maggiore indiziato, il docente di educazione fisica Domenico Marino Bindi (anch’egli assolto in Appello per l’omicidio di Annamaria Bufi con la quale aveva una relazione) e di favoreggiamento perchè non attestando il ritrovamento delle scarpe, avrebbero aiutato il sospettato a sottrarsi agli atti di investigazione e indagine.
I legali dei quattro carabinieri assolti hanno annunciato una conferenza stampa in cui comunicheranno l’avvio di nuovi processi per richiedere il risarcimento dei danni.
Annamaria Bufi, ragazza di 23 anni, fu uccisa nella notte fra il 3 e il 4 febbraio 1992 e abbandonata sul ciglio della SS16 bis all’altezza della zona industriale di Molfetta.