BARI - Sarà il Consiglio della Regione Puglia a decidere sul nuovo assetto delle Province. Questa la decisione della Conferenza dei capigruppo che ieri ha fissato la discussione consiliare sull’argomento per il prossimo 22 ottobre (nalla foto le 5 macroaree della cosiddetta Terra di Bari). Un ribaltone rispetto alla decisione dell’altro ieri assunta dalla Commissione Affari Istituzionali, che aveva intenzione di rimettere la decisione al Governo nazionale per evitare contraccolpi istituzionali e politici su un provvedimento molto controverso.
Anche l'assessore regionale al Bilancio, Michele Pelillo, ha inviato i consiglieri regionali alla discussione per ratificare una deliberazione che avrà comunque importanti ricadute a livello amministrativo e territoriale. Tanto più che una qualsiasi decisione del Governo centrale alimenterebbe i fuochi di “ribellione” sparsi in gran parte della Regione, considerando la fronda anti-baricentricismo e la questione del Grande Salento.
Infatti, alla Regione Puglia sono pervenute non solo le iniziative di vari Comuni per modificare le circoscrizioni provinciali esistenti alla data della deliberazione del Consiglio dei Ministri del 20 luglio 2012, in cui si fissano i criteri demo-territoriali per la sopravvivenza delle Province (dimensione territoriale non inferiore a 2.500km² e popolazione residente non inferiore a 350mila abitanti). Ma anche proposte di alcuni Comuni per chiedere al Governo centrale un’iniziativa legislativa che modifichi le norme attuali e superi le rigidità e una generalizzata avversione socio-politica proveniente da tutti i territori interessati, soprattutto per la costituenda Città metropolitana di Bari.
Proprio ieri
Quindici ha descritto la
caotica situazione pugliese, spiegando le varie prospettive di riordino amministrativo: dalla possibilità di formare il «
Grande Salento» con l’unione delle Province di Taranto, Brindisi e Lecce alla creazione di un’unica grande provincia Bari-Bat da Monopoli fino ad Andria (questa la proposta del sindaco di Bitonto,
Michele Abbaticchio, condivisa da molti colleghi dell’hinterland e presentata anche al Ministro per la Pubblica Amministrazione
Filippo Patroni Griffi).
Lo stesso Pelillo ha già rigettato, in un ordine del giornofirmato anche da consiglieri tarantini di centrosinistra e centrodestra, la triarchia provinciale Brindisi-Lecce-Taranto, preferendo la costituzione della Provincia di Brindisi-Taranto. Il consigliere Antonio Maniglio (Pd) aveva presentato, invece, un altro odg per proporre la soppressione di tutte le province, mentre Rocco Palese (Pdl), capogruppo dell’opposizione, aveva appoggiato l’ipotesi della Commissione Affari Istituzionali.
Troppe le fibrillazioni, la vicenda si tinge di spine e di confusione amministrativa e politica. Lunedì una decisione da inviare immediatamente a Roma, entro il 24 ottobre.
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