MOLFETTA - Continua lo “sport della notte” a Molfetta: l’incendio delle auto. I soliti “ignoti” certi dell’impunità hanno bruciato ben 5 vetture dalle 22.15 alle 5 del mattino. E la città ha paura, i cittadini vivono nell’incubo che la prossima notte possa toccare alla propria vettura la sfortuna di essere distrutta.
I “ragazzi terribili” (chiamiamoli così per far piacere a chi crede alle favole) hanno cominciato in via Catecombe con una Ford Fiesta. Due ore dopo hanno dato tempo ai vigili del fuoco di finire il primo lavoro per offrire loro un nuovo impegno in via San Corrado raddoppiando la posta: due vetture in fiamme, una Ford Mondeo e un’Opel Astra.
Poco dopo mezzanotte il “divertimento” del circo del fuoco si è spostato in via Martiri, nel quartiere delle “Camere nuove”, obiettivo due Audi 80. E siamo a 29 auto distrutte dall’inizio dell’anno.
Infine, per diversificare e non dare troppo nell’occhio. i “birbantelli” si sono spostati nella vicina Terlizzi e hanno incendiato una Fiat Punto.
Questa volta il sindaco di Molfetta, sen. Antonio Azzollini, che, ricordiamo è autorità di pubblica sicurezza, non era a Roma, perché notoriamente viene a trascorrere il week-end in città, e non può dire di non sapere.
Ricordiamo che la legge prevede che quando eccezionali esigenze di servizio lo richiedono, il prefetto, o il questore su autorizzazione del prefetto, possono inviare funzionari della Polizia di Stato nei Comuni dove non vi è un commissariato, sospendendo la competenza del sindaco quale autorità locale di pubblica sicurezza.
Che aspetta, allora, il prefetto di Mari, dott. Mario Tafaro, ad intervenire ed esercitare eventualmente poteri sostitutivi? I Carabinieri, per carenza di mezzi e uomini, forse sono insufficienti ad affrontare una situazione che si trascina da 4 anni, perché non inviare funzionari della Polizia di Stato a Molfetta?
A che punto sono le indagini della magistratura? Le autorità inquirenti ritengono che si tratti ancora di “ragazzate” o di autocombustione? Le indagini hanno verificato chi siano i proprietari delle vetture, se hanno connessioni fra loro, se hanno precedenti penali. E’ così difficile scoprire questi “vandali”, oppure siamo di fronte a episodi della criminalità organizzata. Cosa ne dice l’antiracket? Bisogna aspettare le denunce per muoversi? Cosa fanno le forze di opposizione (quelle di maggioranza sono notoriamente asservite al sindaco)? Come mai tanto silenzio, da sembrare omertà? Non ci si può limitare a un manifesto o un comunicato stampa, occorrono azioni più decise.
Intanto la città ha paura, i cittadini chiedono aiuto e il sindaco non può sostenere che non ci sono problemi di sicurezza e chiedere verbalmente l’istituzione di un commissariato di polizia: occorre agire subito, altrimenti questi “ragazzacci” alzeranno il tiro. “Quindici” unico organo di stampa a farlo, da tempo lancia l’allarme sicurezza a Molfetta, ma nel denunciare questa situazione, deve rilevare l’assoluta inerzia di fronte a un problema, che è sottovalutato nella sua gravità.
Sul numero della rivista mensile "Quindici" in edicola "Molfetta brucia" editoriale del direttore Felice de Sanctis e approfondimenti su questi "strani" incendi.
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