MOLFETTA - Fissate aliquote e detrazioni IMU per il 2012 dal Consiglio comunale con soli voti di maggioranza. Aliquota ridotta al 5‰ e relativa detrazione d’imposta per l’abitazione principale e sue pertinenze, che non si dovrebbe scostare dall’Ici versata nel 2007, secondo quanto dichiarato nella relazione introduttiva dall’assessore al Bilancio, Giulio la Grasta. Aliquota agevolata al 6‰ per gli immobili contigui all’abitazione principale, purché adibiti ad abitazione principale (anche se distintamente accatastati). Infine, aliquota base pari all’8,80‰ per le restanti unità immobiliari, compresi i terreni agricoli e le aree fabbricabili.
«Ponderatezza» e «oculata determinazione», i principi con cui l’amministrazione Azzollini, come spiegato dall’assessore la Grasta, avrebbe determinato e applicato i criteri per la rideterminazione delle aliquote IMU, «salvaguardando le classi più deboli e soprattutto non a discapito delle famiglie che hanno raggiunto l’obiettivo della prima casa».
È stata, comunque, fissata dal Governo la possibilità di detrarre dall’imposta fino a 200 euro, maggiorata di 50 euro per ciascun figlio di età non superiore ai 26 anni, purché dimori abitualmente e risieda anagraficamente nell’immobile (fino a 400 euro).
Allo stesso modo, secondo alcuni “consigli” statali, il Comune avrebbe potuto diminuire l’aliquota per gli immobili allocati, non produttivi di reddito fondiario e posseduti dai soggetti passivi IRES, deliberare nei confronti delle onlus o delle istituzioni riordinate in aziende pubbliche di servizi alla persona (o in persone giuridiche di diritto privato) la riduzione o l’esenzione dall’IMU. Oppure, specificare che non si procede all’accertamento e alla riscossione dell’imposta qualora l’ammontare dovuto comprensivo di sanzioni amministrative e interessi non superi per ciascun credito l’importo di 30 euro, con riferimento ad ogni periodo d’imposta (anno solare). Infine, introdurre agevolazioni (o la totale esenzione) per esercizi commerciali e artigianali in zone precluse al traffico a causa dello svolgimento di lavori per realizzazione di opere pubbliche che si protraggono per oltre sei mesi.
«Nessuna tutela per la famiglia» e «equiparazione tra il proprietario di una villa e quello di due camere e cucina»: nell’intervento del consigliere Mauro di Robertis (Sel) la posizione politica dell’opposizione. «Il Comune ha tassato tutti indistintamente, ma molte famiglie non avranno la capacità di pagare la nuova tassazione secondo le aliquote proposte dall’amministrazione»: tra l’altro, secondo de Robertis, «anche nel far cassa è opportuna una posizione di equilibrio». Infatti, lo stesso assessore la Grasta ha dichiarato che la parte dell’imposta destinata al Comune servirà a rimpinguare le casse comunali dopo i dolorosi tagli statali (circa 8milioni di euro).
«L’amministrazione non ha voluto cimentarsi in un lavoro più certosino per rendere più equa la tassazione», il commento finale di de Robertis, che ha perciò introdotto gli emendamenti dei consiglieri di opposizione Gianni Porta (Prc) e Saverio Patimo (Pd). Porta ha proposto la riduzione dell’aliquota per la casa principale al 4‰ (aliquota base), innalzando quella sulla seconda abitazione al 10,60‰ (massimo imponibile), mentre Patimo ha richiesto l’applicazione dell’aliquota agevolata al 5‰ per gli appartamenti contigui (stessa abitazione con duplice accatastamento) e dell’aliquota massima del 10,60‰ per gli istituti bancari.
Emendamenti rigettati in toto prima dall’assessore la Grasta a nome dell’amministrazione comunale, dopo una rapida consultazione tra il dirigente del Settore Tributi, Giuseppe Lopopolo, e il sindaco Antonio Azzollini, poco prima della sua partenza per Roma. Poi dalla maggioranza, eccetto il solo consigliere di maggioranza Mauro Squeo, che ha votato favorevolmente l’emendamento di Patimo (Squeo, responsabile di un Caf, ben conosce la problematica delle abitazioni contigue).
In realtà, per non votare e salvare la faccia di fronte al dominus Azzollini, Squeo, in preda alla disperazione, aveva cercato di sgattaiolare a gattoni dall’aula consiliare prima della votazione. Ma, fermato proprio dal sindaco (che come un centurione romano presidiava l’uscita dell’aula) e costretto a restare in assise, ha votato coscienziosamente a favore dell’emendamento di Patimo, creando un’empasse nella maggioranza che non si aspettava una presa di posizione così netta.
Inoltre, al momento della votazione, è mancato anche il voto del consigliere di maggioranza Pietro Mastropasqua che, pur essendo in aula, è sfuggito all’occhio vigile del presidente del Consiglio, Nicola Camporeale, perché fermatosi a parlare con uno dei segretari incaricati di redarre i verbali del consigli in fondo al’aula.
Approvate a maggioranza aliquote e detrazioni IMU, il capogruppo di maggioranza,
Angelo Marzano, ha chiesto la sospensione della seduta per una riunione straordinaria di maggioranza dopo il comportamento anomalo di Squeo. Partito Azzollini per Roma, la
maggioranza è finita improvvisamente sotto quota (ma era già nell’aria) e il consiglio è stato sospeso e rinviato in seconda convocazione a questa mattina.
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