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Con il racconto "Candida neve" l'alunna Luisa Azzollini della scuola media Poli di Molfetta vince il concorso nazionale "Racconta la storia"
12 luglio 2015

MOLFETTA - “Candida neve” : questo il titolo del racconto scritto da Luisa Azzollini con cui l’alunna della classe II B della Scuola Media “G.S. Poli” di pertinenza dell’I.C. “Manzoni-Poli” di Molfetta ha vinto il primo premio – per il settore alunni di scuola media – del concorso nazionale “Racconta la storia” indetto da Editori Laterza in collaborazione con Repubblica@Scuola.

Lo scopo del concorso – rivolto agli alunni delle scuole secondarie di 1° e 2° grado  iscritte al Progetto  Repubblica@Scuola – è stato quello di promuovere nella scuola la scrittura e la conoscenza della storia.
Quando leggiamo le storie del passato, le storie di uomini, di battaglie, di imprese, di scoperte e di vita quotidiana, non solo ci troviamo di fronte a delle avventure appassionanti ma capiamo anche cosa hanno provato o come si sono comportati uomini e donne come noi.
L’iniziativa chiedeva ai ragazzi di immaginare il viaggio di un giovane della loro età in un periodo storico che più li aveva affascinati, di creare l’avvenimento e di restituire ai lettori l’emozione e il senso del racconto.
“Candida neve”  - scritto da Luisa Azzollini -  è la storia di una bambina individuata non già da un nome ma da un anonimo numero  -  “1925” – che vive nel campo di Auschwit, tutto ricoperto di “neve”,   con la madre e la sorella minore Jane.
“Sono  un numero come tanti, come tante persone che, come me, lottano per la propria vita o per la vita dei propri familiari. Pensandoci bene, però, non ho più un motivo per cui vivere ma ne ho uno per sopravvivere: raccontare”: questo uno brano del racconto.
La vincitrice – tra circa 400 partecipanti - del concorso nazionale “Racconta la storia” – Luisa Azzollini – riceverà come premio quattro testi della collana “Celacanto” degli Editori Laterza e altrettanti testi andranno alla Scuola Media “G. S. Poli” di appartenenza della vincitrice. Inoltre, l’elaborato “Candida neve” sarà pubblicato sui siti e sui media del Gruppo Editoriale L’Espresso S.p.A. Ed. Laterza nel settore “Racconta la Storia” e nella fanpage di Laterza su Facebook.
Appresa la notizia il Dirigente Scolastico – Prof. Michele Laudadio – si è congratulato con l’alunna Luisa Azzollini non solo per la vincita del concorso ma soprattutto per il significato morale ed umano del racconto e con la prof.ssa Annamaria Alborè, docente di lettere nella classe II B della media Poli, e il prof. Francesco De Leonardis, docente in pensione che da anni cura la biblioteca scolastica e l’iniziativa Repubblica@Scuola.
Questo il racconto integrale “Candida neve”.
“CANDIDA  NEVE”
Candida neve. Solo candida neve ormai qui ad Auschwitz. A noi bambini dicono che è semplicemente neve, ma io so che non è così. Lo so da quando ho visto i dolci occhi impauriti di mia madre per l’ultima volta, quando mi ha dato un fiore. Un fiore di speranza ad Auschwitz. Un fiore, simbolo della vita, ad Auschwitz non è ammissibile.
Un fiore semplice, giallo con sfumature rosse è la cosa più bella vista da mesi. Un fiore trovato oltre  quella ambigua recinzione che mi fa tanta paura. Tutto mi fa paura qui.
Chissà com’è adesso il mondo fuori: esiste ancora la mia casa? E la mia scuola? E l’anziana signora che mi salutava sempre dopo la scuola sta bene? Qui domina la morte, ci sono bambini orfani, persone senza nome, etichettate da un numero e candida neve sparsa nel vento.
Potrei morire da un momento all’altro, ma devo essere forte per mia sorella minore Jane. L’hanno chiamata e strappata via da me. La cosa peggiore che si possa provare è vedere far del male a tua sorella e non poter far niente. E’ come stare in una cupola di vetro e urlare invano. Sola.
Mi chiamo 1925. Sono un anonimo numero adesso. Un numero come tanti, come tante persone che, come me, lottano per la propria vita o per la vita  dei propri familiari.
Pensandoci bene, però, non ho più un motivo per cui vivere ma ne ho uno per sopravvivere: raccontare.  Raccontare tutto.  Perché tutti devono conoscere la sofferenza che ho provato insieme a tanti uomini e donne accomunati da  una assurda colpa: essere vivi ed essere diversi. 
L’umanità intera deve sapere cosa hanno visto questi occhi e gli  occhi di migliaia di persone che non ci sono più.
Adesso sono neve sparsa del vento e, credetemi, non c’è neve più rumorosa di questa.
                                                                     Luisa Azzollini
                                                                   Classe II B – Scuola Media  “G.S. Poli” - Molfetta 

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