MOLFETTA - Ormai siamo arrivati all’assurdo. La politica si cristallizza nel vacuo populismo e in grette “antifone sindacali”. Molfetta consolida la sua immagine di città dell’abusivismo e dell’illegalità diffusa. Un altro comunicato propaganda, per altro inaspettato, del sindaco di Molfetta, senatore Pdl Antonio Azzollini, dopo quello sul sequestro probatorio del depuratore: la bocciatura comunale e amministrativa della proposta del Servizio di Igiene Pubblica Asl di realizzare spazi adibiti a wc all’interno dei chioschi. È l’apoteosi della deregulation azzoliniana. Una bocciatura della civiltà.
Di seguito il comunicato stampa del Comune di Molfetta, ormai portavoce politico forse anche delle “falangi elettorali” di Azzollini.
«La pretesa del dottor Elio Massarelli e della dott.ssa Angela Carenza, del distretto Asl Molfetta-Giovinazzo-Bitonto, di realizzare spazi adibiti a w.c. all’interno dei chioschi del mercato diffuso è evidentemente assurda e vessatoria». Il sindaco Sen. Antonio Azzollini boccia duramente l’indicazione dei responsabili del servizio di Igiene Pubblica Asl di realizzare dei bagni nelle aree con posteggi di frutta e verdura. «Se da una parte la realizzazione di un impianto per l’acqua con relativo lavabo può rappresentare un miglioramento delle condizioni igieniche nei punti vendita, al contrario la pretesa di realizzare dei gabinetti tra i banchi e tra gli espositori di generi alimentari sembra essere dettata da logiche incomprensibili».
«Il Comune di Molfetta, nel rispetto dei rapporti tra istituzioni che sempre contraddistingue questa amministrazione, porrà in essere tutti gli atti conseguenti alle richieste pervenute dal dirigente Asl - assicura il sindaco Azzollini -. Tuttavia, il Comune si adopererà sin da subito per verificare la congruità dell’operato dei dirigenti e dei funzionari Asl e ogni loro diretta responsabilità. In un momento di così grave crisi economica per l’intero Paese, non siamo più disposti a tollerare comportamenti da parte dei dirigenti dell’Asl che rischiano di angariare gli operatori commerciali regolarmente autorizzati e il loro lavoro».
Una difesa a oltranza senza precedenti. Azzollini difende il suo elettorato, quello dei chioscaroli. Attacca gratuitamente l’Asl, considerando la legittima proposta come «assurda e vessatoria»: pura strumentalizzazione politica. Ma dove sta la vessazione nel chiedere i servizi igienici? Siamo all’apoteosi della politica dell’uomo di Neanderthal? Acqua alla gola per Azzollini? In dirittura d’arrivo la sua esperienza neolitica? Solo così si spiegano le prese di posizione delle ultime settimane, dall’estromissione del comandante a questo farneticante comunicato stampa.
Quali sarebbero le «logiche incomprensibili»? L’igiene del cittadino non è forse una priorità rispetto all’accumulo dei voti? Come e dove i chioscaroli espletano le loro funzioni primarie? Da dove prendono l’acqua che, sporca e di colore nero, gettano sulla frutta?
Più volte Quindici si è soffermato sulla dubbia regolarità dei box della frutta. Sono stati rispettati i requisiti minimi previsti per legge? Se un commerciante volesse ottenere la licenza di commercio e aprire un’attività di somministrazione (dunque, anche un negozio di frutta e verdura), sarebbe obbligato a rispettare per legge alcuni requisiti minimi. Ma per i box della frutta ne mancano almeno 6: pavimentazione in materiale liscio, facilmente lavabile e disinfettabile, non assorbente e non tossico; pareti rivestite di materiale lavabile e disinfettabile fino ad almeno 2m; soffitti facili da pulire, che non accumulino sporcizia e riducano la condensa, la formazione di muffa e la caduta di particelle; barriere anti-insetti, facilmente rimovibili per la pulizia; dispositivi per la protezione dai roditori; protezione dall’umidità e valori microclimatici tali da garantire la corretta conservazione degli alimenti.
Sono state inoltrate le varie comunicazioni all’Agenzia delle Entrate e all’ASL? Nei chioschi esiste un locale antibagno, bagno o locali di disimpegno, una protezione per i prodotti dalla contaminazione da smog? Che tipo di allacciamenti sono stati eseguiti e a carico di quale soggetto?
Senza dimenticare i costi di costruzione dei box (passati da 21mila euro a febbraio 2011 a quasi 70mila euro a maggio 2011), e il canone di locazione di 240 euro mensili (autorizzazione amministrativa decennale rinnovabile alla scadenza, in pratica una “concessione a vita”), che non coprirà le spese sopportate dal Comune di Molfetta. I box saranno pagati dai cittadini con buona pace dell’amministrazione Azzollini e del suo dominus.
Del resto, come il futuro sindaco di Molfetta gestirà il mercato diffuso e le richieste di quei fruttivendoli cui il Comune e l’amministrazione Azzollini hanno regalato un chiosco nel punto da loro scelto autonomamente e in base al proprio “potere personale”? Aspettative interpretate in modo davvero maldestro, tradotte in una politica irrazionale e sbagliata, quella del Piano del Commercio e del mercato diffuso. Quali provvedimenti (concreti e non temporanei) saranno eseguiti per quei fruttivendoli che, di contro a chi rispetta la normativa vigente, continuano a invadere impuniti l’area pubblica?
Ancora più scandalosa, l’intimidazione finale nel tipico stile berlusconiano-bossiano: Azzollini non accetta le voci contrarie, strumentalizza la crisi economica in favore del suo elettorato, dimenticandosi però degli altri cittadini. Il rispetto della legge può davvero «angariare» questi «operatori commerciali regolarmente autorizzati» (cioè autorizzati su richiesta e non secondo una precisa intenzione politico-amministrativa)? Gli altri commercianti che rispettano la legge, nonostante le ristrettezze economiche, appartengono a una seconda fascia nel suk-Molfetta dell’abusivismo diffuso?
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